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ARTISTS

Ray Banhoff | Gaia Benedetti Perinetti Casoni | Betty Bee | Serena Biagini | Elleree Fletcher (Bombshell_bot) | Bianca Boriassi | Luca Bortolato | Matteo Bosi | Benedetta Cari | Stefania Cerea | Damiana Cicco | Alessia Cortese | Corrado Dalcò | Dana De Luca | Clara Diebler | Madeleine Fleau | Javier Gallego Escutia | Ivana Galli | Laura Greco | Federica Intelisano | Angelica Intini | Beatrix Kittens | Anne Locquen | Cristina Luciani | Cristina Malcisi | Luca Matarazzo | Domenica Melillo | Cristina Mirandola | Sami Oliver Nakari | Valentina Neri | Maria Palmieri | Laura Petra Simone | Marco Pietracupa | Marco Réa | Ida Marinella Rigo |  V.Silente/Valentina Rinaldi | Alessandra Scoppetta | Manuel Scrima | Chiara Tommasi | Tung Li | Valentina Violo | Chiara Vitellozzi | Cirkus Vogler | Ye She-Yu | Erika Zolli

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RAY BANHOFF

Biografia

Si firma Ray Banhoff ma è italianissimo. Classe 1982, nato in Toscana, inizia a collaborare come freelance con Il Tirreno negli anni dell’università. Dopo la laurea si sposta a Milano dove scrive e scatta per Riders, City, Playboy e tanti altri. Nel 2013 è co-fondatore di writeandrollsociety.com. Dal 2011 al 2016 è il fotografo ufficiale di Radio 105, Virgin Radio Italia e RMC. Nel 2015 pubblica "Banhoff street vol.1 - Fie", un lavoro di tre anni in cui ha scattato solo donne per le strade di Milano e di nascosto, accolto con particolare attenzione dalla critica. Nel 2016 partecipa a due mostre collettive, Phone photography organizzata dal CIFA (centro italiano della fotografia d’autore) e Ca Brutta 1921 esposta a Milano al Castello Sforzesco, entrambe curate da Giovanna Calvenzi.

Il suo ultimo libro, "Vasco Dentro" (Crowdbooks), racconta un viaggio di due anni all'interno del mondo dei sosia di Vasco Rossi. Attualmente collabora con Rolling Stone e MOW.


Biography

He signs himself Ray Banhoff but he is very Italian. Born in 1982 in Tuscany, he began working as a freelancer with Il Tirreno during his university years. After graduation he moves to Milan where he writes and shoots for Riders, City, Playboy and many others. In 2013 he is co-founder of writeandrollsociety.com. From 2011 to 2016 he was the official photographer of Radio 105, Virgin Radio Italia and RMC. In 2015 he published "Banhoff street vol.1 - Fie", a three-year work in which he shot only women on the streets of Milan and secretly, received with particular attention by critics. In 2016 he participated in two group exhibitions, Phone photography organized by CIFA (Italian center of author photography) and Ca Brutta 1921 exhibited in Milan at the Castello Sforzesco, both curated by Giovanna Calvenzi.

His latest book, "Vasco Dentro" (Crowdbooks), tells of a two-year journey into the world of Vasco Rossi's doubles. He currently collaborates with Rolling Stone and MOW.


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- Viaggio in Italia, 2016/2021. Stampa su carta fotografica, flash a mano libera. Installazione fotografica misure variabili (3 pezzi 70x100 cm, 4 pezzi 29,7 x 42 cm, 34 pezzi 21x30 cm, 8 pezzi 14,8x21 cm. ciascuno)

Tutti conoscono l’Italia per la sua arte, i suoi paesaggi, il suo mare, la sua storia per essere la culla del Rinascimento e del pensiero occidentale. Nonostante il glorioso passato, oggi il paese sembra fermo, in crisi. Prendendo spunto dal viaggio dei romantici e dallo storico lavoro corale capitanato da Luigi Ghirri, Ray Banhoff racconta un paese diverso. Il paesaggio sparisce, c’è spazio solo per i soggetti e il loro habitat. Più che il Paese “popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di

pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigatori” decantato sul monumento all’Eur, Banhoff viaggia in un’Italia che cerca un nuova definizione di se stessa. Ne esce un affresco spiazzante di eclettici, esuli, avanguardisti, idealisti e probabili geni.

Ray Banhoff


- Viaggio in Italia, 2016/2021. Print on photographic paper, freehand flash. Photographic installation with variable measures (3 works 70x100 cm, 4 works 29,7 x 42 cm, 34 works 21x30 cm, 8 works 14,8x21 cm. each)

Everyone knows Italy for its art, its landscapes, its sea, its history for being the cradle of the Renaissance and Western thought. Despite the glorious past, today the country seems to be standing still, in crisis. Taking a cue from the journey of the romantics and the historic choral work led by Luigi Ghirri, Ray Banhoff tells about a different country. 

The landscape disappears, there is only room for the subjects and their habitat. More than the country, “a people of poets, artists, heroes, saints, of thinkers, scientists, navigators, transmitters "praised on the monument to Eur, Banhoff travels to an Italy that seeks a new definition of itself. The result is an unsettling fresco of eclectics, exiles, avant-gardists, idealists and probable geniuses.

Ray Banhoff

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GAIA BENEDETTI PERINETTI CASONI

Biografia

Classe 1981, Gaia nasce a Venezia ma vive in pianta stabile nelle Marche dagli anni ‘90.

Compie studi in grafica e comunicazione e partecipa a corsi d’arte e pittura alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, città alla quale rimane sempre profondamente legata.

Creative director e art director è professionalmente attiva nel mondo della comunicazione da vent’anni.

Nel 2017 comincia a realizzare progetti fotografici di natura artistica.

Il suo background professionale la spinge a cercare collaborazioni che possano fondere la sua arte con la musica e con la moda.

Nel 2018 comincia il progetto “Marezzo” che terminerà nel 2019 ed esporrà per la prima volta nel luglio 2021 a La Collina delle Arti (An).

Nel 2019 realizza “Rooster Blaster” progetto fotografico e video ispirato alla musica dei The Orb e presentato in occasione di un live set di Alex Paterson, componente principale del gruppo.

Nel 2020 collabora con la fashion designer Barbara Bologna con la quale realizza “w40tribu”, un progetto fotografico realizzato da remoto durante il lockdown del marzo 2020.

Nel 2021 collabora con il magazine Carnale con cui condivide la volontà di unire eros e moda e realizza "Undressed".

I suoi lavori sono usciti su Vogue, Grazia, I-D Italia, Artribune, Wgsn, T-Mag, Discarded Magazine, BadSeedZine, ATPdiary, Carnale.

Di sé dice:

“Credo nella moda come una forma d’arte e come potente mezzo di comunicazione. Credo in quella moda che non è destinata a morire dopo sei mesi ma che è in grado di persistere nel tempo rendendosi portavoce di ideologie, diventando rappresentazione del tempo in cui si trova. Credo nei designer, fotografi e artisti che hanno il coraggio di scuotere gli animi.

Non racconto i soggetti che fotografo, piuttosto immortalo il loro ruolo all’interno del momento che fotografo.

Per fare ciò spesso induco i miei soggetti ad interpretare una parte a loro affine. Li porto a compiere azioni all’interno di un contesto mai costruito artificialmente ma individuato nella realtà con grande attenzione. Sperimento nuove forme di interazione chiedendo di compiere delle vere e proprie performance.

Ciò che cerco è un’immagine che sia una finestra su una realtà onirica che mescola elementi quotidiani ed elaborazioni surreali.

Odio la banalità e la perfezione.

Amo la casualità e l’errore."


Biography 

Gaia was born in 1981 in Venice but has lived on a permanent basis in the Marche region since the 1990s.

She studied graphic and communication and attended art and painting courses at the International School of Graphics in Venice, a city she remains deeply attached to.

Creative director and art director, she has been professionally active in the communication world for twenty years.

In 2017 she started making artistic photographic projects.

Her professional background drives her to seeks collaborations that can merge her art with music and fashion.

The “Marezzo” project started in 2018 and ended in 2019, and was exposed for the first time in 2021.

In 2019 she realized “Rooster Blaster”, a photographic and video project inspired by the music of The Orb and presented on the occasion of the live set by Alex Paterson himself.

In 2020 she collaborates with the fashion designer Barbara Bologna with whom she creates “w40tribu”, a photographic project created remotely during the covid lockdown in March 2020.

In 2021 “Undressed”, an editorial that merged eros and fashion, was published by Carnale.

Her works have been published on Vogue, I-D Italia, Artribune, T-Mag, Discarded Magazine, BadSeedZine, ATPdiary, Carnale.

She says about herself:

“I believe in fashion as an art form and as a powerful mean of communication.

I believe that fashion should not be destined to die after six months but should last over time by becoming a spokesperson for ideas, a representation of the time in which it was born.

I believe in designers, photographers and artists who have the courage to stir people up. I don’t talk about the subjects I photograph, but I immortalize their role within the moment I photograph them.

I push them to do actions within a context that was never built but which merges within reality, with great attention and sensibility.

I experiment with new forms of interaction by asking to create real performances.

What I’m looking for is an image that is a window on a dream reality that mixes everyday elements and surreal constructs.

I hate banality and perfection.

I love randomness and error.”


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- Marezzo, 2019. Fotografia digitale e stampa fine art su barytha 325gr hanhemuele. 8 pezzi 21x28 cm. (con cornice 24x32 cm) ciascuno. Interpretazione di Valentina Lauducci

“Un ondulamento sovverte

forme confini resi astratti:

ogni forza decisa già diverte

dal cammino. La vita cresce a scatti.”

E. Montale Marezzo Ossi di seppia 1925.


Liberazione, Riconoscimento, Creatività, Ri-Nascita.

Queste tematiche sono state motivo di forte riconoscimento tra me e la donna con cui ho lavorato.

L’intento di ogni azione è stato quello di evolvere uno stato di coscienza.

Attraverso questa sessione performativa ci siamo riflesse una nell’altra e questo ha reso l’esperienza condivisa.

L’azione si è svolta durante la luna piena, seguendone quindi l’influenza.

L’azione contiene un inizio, uno svolgimento e una risoluzione.

L’azione, totalmente spontanea segue una sequenza temporale curva e circolare.

L’evoluzione è infatti una spirale.

Siamo tutti legati da uno stesso moto evolutivo.

La condivisione può essere uno strumento, una risorsa, un patrimonio collettivo.

Marezzo nasce come cura collettiva.


- Marezzo, 2019. Digital photography and fine art print on barytha 325gr hanhemuele. 8 works 21x28 cm. (con cornice 24x32 cm) each

Interpretation di Valentina Lauducci

“A ripple subverts

shapes borders made abstract:

any force decided already amuses

from the way. Life grows in spurts. "

E. Montale Marezzo Ossi di seppia 1925


Liberation. Recognition. Creativity. Re-Birth.

These themes have been a source of strong connection between me and the woman I have worked with. The intent of each action was to evolve a state of consciousness.

Through this performative session we reflected in each other and this has made the experience a shared work.

The action took place during the full moon, thus following its influence.

The action contains a beginning, a development and a resolution.

The action, totally spontaneous, follows a curved and circular temporal sequence.

Evolution is in fact a spiral.

We are all linked by the same evolutionary motion.

Sharing can be a tool, a resource, a collective heritage.

Marezzo begins as a collective cure.

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BETTY BEE

Biografia 

Nata a Napoli nel 1963, dove vive e lavora, Betty Bee è un’artista che difficilmente si lascia etichettare. Eterna bad girl, assolutamente singolare e stimolante, è dotata di una straordinaria delicatezza espressiva capace di riflettere sulla decadenza della rappresentazione delle arti visive utilizzando mezzi eterogenei come la fotografia, la performance, il video e la pittura. Negli anni ha creato una sigla stilistica inconfondibile, dove Arte e Vita si fondono continuamente, con un compiacimento ironicamente narcisistico che caratterizza le sue opere, nelle quali mostra una predilezione innata per la provocazione, il gioco, l’esibizione del corpo e delle sue ossessioni, infatuazioni, fantasie. Il corpo esposto, raccontato e trasformato, viene dissacrato e quindi restituito ad una verità fisica ed emozionale, oggetto del desiderio e rappresentazione costante della sua incredibile molteplicità.

Ha esposto dal 1993 in poi, costantemente Italia e all’estero, riscuotendo sempre assoluto interesse e successo.


Biography

Born in Naples in 1963, where she lives and works, Betty Bee is an artist who hardly allows herself to be labeled. She is an eternal bad girl, absolutely singular and stimulating, she is endowed with an extraordinary expressive delicacy capable of reflecting on the decadence of the representation of the visual arts using heterogeneous means such as photography, performance, video and painting. Over the years he has created an unmistakable stylistic signature, where Art and Life merge continuously, with an ironically narcissistic complacency that characterizes his works, in which he shows an innate predilection for provocation, play, the exhibition of the body and its obsessions. , infatuations, fantasies. The exposed body, told and transformed, is desecrated and then returned to a physical and emotional truth, object of desire and constant representation of her incredible multiplicity.

You have exhibited from 1993 onwards, constantly in Italy and abroad, always enjoying absolute interest and success.


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- Gilda, 1995. Video. Formato MP4. Durata 3’50’’

- Incantesimo Lunare, 2004. Video. Formato MP4. Durata 2’40’’

Come nel romanzo di Arthur Schnitzler Betty Bee gioca tra finzione e realtà, vestendo di atmosfera onirica il tema a lei assai caro della femminilità e del suo corollario di emozioni e pulsioni: amore violenza incomunicabilità sensualità carnalità.

Incantesimo lunare è un video del 2004 presentato nella sua mostra personale al Castel Nuovo ovvero Maschio Angioino di Napoli in cui Betty Bee interpreta i mille volti del femminile .Tema dunque la mutevolezza della donna, l’essere percepita come umorale, la possibilità di essere sempre diversa, la capacità di interpretare se stessa per difendersi e costruire una vita diversa. Un lavoro sull’incomunicabilità, girato in bianco e nero e muto, come se l'artista fosse una diva anni 20.

Gilda, video girato nel 1995, e presentato nella Galleria Raucci Santamaria,  è la scoperta confessione di una donna che si offre al desiderio (maschile, femminile?) ma che in una danza sensualissima e quasi tribale usata come schermo riesce a proteggere la propria anima. La brocca con cui l’artista mette in scena la propria danza è il simbolo di quella femminilità da cui tutti hanno attinto ma che nessuno è riuscito a colmare: è il vuoto esistenziale dell’artista che offre se stesso nell’opera senza ricevere, l’auto-rappresentazione della persona-oggetto. Le figure stilizzate, in forme elementari a colori forti e contrastati, in trasparenza, rappresentano quindi i quadri/racconti della sua storia di violenze e soprusi, che qui l’artista narra, ma al contempo esorcizza definitivamente, nella piena presa di coscienza del proprio io. E come Gilda nell’omonimo film del 1946, usata da tutti per la propria bellezza, realizza la fuga finale verso la libertà e la felicità, Betty opera la propria catarsi nell’arte, emancipandosi finalmente dalla sua condizione di vittima.

Ciro Delfino


- Gilda, 1995. Video. MP4 format. Length 3’50’’

- Incantesimo Lunare, 2004.  Video. MP4 format. Length 2’40’’

As in Arthur Schnitzler's novel, Betty Bee plays between fiction and reality, dressing the very dear theme of femininity and its corollary of emotions and impulses with a dreamlike atmosphere: love, violence, incommunicability, sensuality, carnality.

Incantesimo lunare is a video from 2004 presented in her personal exhibition at the Castel Nuovo or Maschio Angioino in Naples in which Betty Bee interprets the thousand faces of the feminine. different, the ability to interpret herself to defend herself and build a different life. A work on incommunicability, shot in black and white and silent, as if the artist were a 1920s diva.

Gilda, a video shot in 1995, and presented in the Raucci Santamaria Gallery, is the discovery of a confession of a woman who offers herself to desire (male, female?) But who in a very sensual and almost tribal dance used as a screen manages to protect her soul . The pitcher with which the artist stages his dance is the symbol of that femininity from which everyone has drawn but which no one has been able to fill: it is the existential void of the artist who offers himself in the work without receiving, the self-representation of the person-object. The stylized figures, in elementary forms in strong and contrasting colors, in transparency, therefore represent the paintings / stories of his story of violence and abuse, which the artist narrates here, but at the same time definitively exorcizes, in full awareness of his own I. And like Gilda in the 1946 film of the same name, used by everyone for her beauty, she realizes the final escape to freedom and happiness, Betty works her own catharsis in art, finally emancipating herself from the condition of her victim.

Ciro Delfino 

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SERENA BIAGINI

Biografia

Serena Biagini, nata a Sassuolo nel 1983, è una fotografa contemporanea che utilizza il linguaggio della fine art, sia analogica che digitale, come strumenti di interpretazione di storie legate al proprio vissuto.

Gli elementi della natura, così come l’acqua, gli animali e il corpo, diventano una sorta di messa in scena di emozioni antiche che spaziano dalla difesa, alla transizione, all’identificazione e alla ricerca di libertà, ricreando inconsciamente un atto ripetuto di rinascita che di volta in volta prende forme e sfumature nuove.

La natura, i corpi, l’acqua, l’auto-ritratto, diventano spazi e luoghi interpretativi attraverso i quali è più facile parlare di emozioni che altrimenti non riuscirebbero a venire fuori.

Dunque, l’atto creativo diventa un tentativo di riappropriarsi dei bisogni primari di essere umano, e della vulnerabilità negata, cercando di ridisegnare un percorso desiderato, che parte dal grembo materno, e attraversa svariate fasi della crescita, alla ricerca continua della propria identità e posizione nel mondo.


Biography

Serena Biagini, born in Sassuolo (Italy) in 1983, is a contemporary photographer who uses the language of fine art, both analogue and digital, as a means for interpreting stories related to her own experience.

The elements of nature, such as water, animals and the body, become a sort of staging of ancient emotions ranging from defense, transition, identification and the search for freedom, unconsciously recreating a repeated act of rebirth that from time to time takes new forms and shades.

Nature, bodies, water, self-portraits, become spaces and places of interpretation through which it is easier to talk about emotions that otherwise would not be able to come out.

Therefore, the creative act becomes an attempt to regain possession of the primary needs of a human being, and of denied vulnerability, trying to re-design a desired path, which starts from the womb, and goes through various stages of growth, in the continuous search for one's own identity and position in the world.


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- The Nest #1, #6, #23, 2014. Fotografia digitale. Stampa chimica su carta Fuji DPII Lustre. 75x100 cm. ciascuna. Serie di 5 + 2 AP

The Nest è una serie che progressivamente ha svelato il suo vero significato, funzionando, per me, come una presa di coscienza.

Nata in origine come la rappresentazione di una nascita, con il suo carico di speranza, si è trasformatanella rappresentazione di quella parte buia che da molti anni accompagna la mia vita, sotto forma di ansia e di attacchi di panico.

Il nido, infatti, che dovrebbe rappresentare un ambiente sicuro e accogliente in cui vivere e muoversi, si trasforma in una trappola sia fisica che mentale.

Nell’esasperare la sua funzione protettiva il nido definisce un confine invalicabile che tarpa le ali alla persona che lo abita.

Fotografare il mio alter ego all’interno del nido/trappola, mi ha permesso di fare luce su qualcosa che dal livello inconscio è passato al livello visivo.

Ogni immagine fissa oggi ciò che per anni è rimasto latente.


- The Nest #1, #6, #23, 2014. Digital photography. Chemical print on Fuji DPII Luster paper. 75x100 cm. each. 5 + 2 AP series

The Nest is a collection which has gradually revealed its real meaning, helping me to join a personal state of awareness.

In the beginning it was supposed to represent a birth filled with hope, but then it turned into a depiction of that dark side of my life, that's been accompanying me disguising as panic attacks and anxiety for many years so far.

As a matter of fact, the nest should symbolize a cozy place to live in, whereas it turns into a mental and physical trap.

By exarcerbating its protective role, the nest defines an impassable border, clipping the wings to those living in it.

Portraying my alter ego in the nest/trap, I was finally able to shed light on that side of me, which evolved from being unconscious to a visual state.

Every single image defines today all that had been hidden for years.

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ELLEREE FLETCHER (BOMBSHELL_BOT)

Biografia

Elleree Fletcher è un'artista multimediale che mette in discussione l'identità femminile. Usando collage, inchiostro, pittura e performance, esplora la propria femminilità, il processo di "diventare una donna" e come la tecnologia sta cambiando il modo in cui ci presentiamo e vediamo noi stessi. Cresciuto ad Aspen, in Colorado, l'artista è cresciuto circondato da iperfemminilità e bellezza artificiale. Quando Fletcher aveva nove anni, sua madre è andata in ospedale per un'operazione. Fletcher ha visto sua madre costretta a letto e fasciata intorno al petto, ma nessuno dei due genitori avrebbe spiegato il motivo. Fu solo a scuola il giorno successivo che un compagno di classe la illuminò: "Ha! Tua madre ha un lavoro con le tette! " Fletcher è rimasta scioccata nel sentire la verità, ma fin dalla giovane età ha capito che i seni grandi erano elogiati nella società. Questo non fu l'unico caso di alterazione a cui Fletcher fu esposto; molte donne nella sua città natale hanno fatto scelte simili. Essere circondati dalla femminilità stereotipata e dall'alterazione del corpo ha avuto un impatto drastico sull'artista. Da allora ha messo in discussione le prestazioni di genere.


Biography 

Elleree Fletcher is a multimedia artist that questions female identity. Using collage, ink, paint, and performance, she explores her own femininity, the process of “becoming a woman,” and how technology is changing the way we present and see ourselves.
Raised in Aspen, CO, the artist grew up surrounded by hyper-femininity and artificial beauty. When Fletcher was nine, her mother went to the hospital for an operation. Fletcher saw her mom bedridden and bandaged around the chest, but neither parent would explain why. It wasn’t until school the next day that a fellow classmate enlightened her, “Ha! Your Mom got a boob job!” Fletcher was shocked to hear the truth, but even from a young age she understood that large breasts were praised in society. This was not the only instance of alteration that Fletcher was exposed to; many women in her hometown made similar choices. Being surrounded by stereotypical femininity and body alteration made a drastic impact on the artist. She has been questioning gender performance ever since.


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- #Be a cult leader, #That's hot, #I'm just too damn pretty, #Always loading, #Selfie must be sexy, self must be sexy, #I know, I know, I know, #Know your angles, #I am a star, a plastic star, #Face challenge, #All my friends are me, #B is for Bombshell, #I'll be your dog, I'll be your anything, #Follow me, figure me out. Videoperformance su TikTok, 2019/2020. Video. Durata 2’34’’
Bombshell_bot è un avatar che mette in discussione l'iperfemminilità e l'autooggettivazione. È ossessivamente preoccupata della sua presenza virtuale e si fa selfie ovunque vada. Ogni evento, cena, occasione sociale è un'occasione per documentarsi. È quasi come se non esistesse nel mondo concreto. È interessata a una realtà che non esiste nel presente, ma nel cyberspazio infinito per sempre. La maschera di plastica che indossa è inquietante e intrigante. I suoi tratti e la sua pelle sono costantemente impeccabili, il che mette in dubbio l'uso di filtri per il viso e la chirurgia plastica per creare l'illusione della perfezione. La performance è un commento sugli influencer e sui voyeur che li seguono.


- #Be a cult leader, #That's hot, #I'm just too damn pretty, #Always loading, #Selfie must be sexy, self must be sexy, #I know, I know, I know, #Know your angles, #I am a star, a plastic star, #Face challenge, #All my friends are me, #B is for Bombshell, #I'll be your dog, I'll be your anything, #Follow me, figure me out. Videoperformance from TikTok, 2019/2020. Length 2’34’’
Bombshell_bot is an avatar that questions hyper-femininity and self-objectification. She is obsessively concerned with her virtual presence, and takes selfies everywhere she goes. Every event, dinner, social occasion is an opportunity to document herself. It is almost as if she does not exist in the concrete world. She is concerned with a reality that does not exist in the present, but in the forever endless cyberspace. The plastic mask she wears is disturbing and intriguing. Her features and skin are consistently flawless, which questions the use of face filters and plastic surgery to create the illusion of perfection. The performance is a commentary on influencers as well as the voyeurs that follow them.

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BIANCA BORIASSI

Biografia

Bianca Boriassi fotografa professionista.
Ha studiato fotografia a Milano, presso l'Istituto Europeo di Design; attualmente lavora tra La Spezia e Milano.
I suoi lavori sono stati selezionati in numerosi spazi espositivi tra cui il Museo di arte contemporanea "Camec" e la Fondazione Carispezia, oltre ad aver partecipato a numerosi progetti collettivi nella scena underground spezzina e Milanese.


Biography 

Bianca Boriassi, professional photographer.
She has studied photography in Milan, at the European Institute of Design; Currently she's working between La Spezia and Milan.
Her works have been selected in numerous exhibition spaces including the "Camec" Museum of Contemporary Art, the Carispezia Foundation as well as other collective projects in La Spezia and Milan underground scenes.


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- Bruno _Im-mutato_ La Spezia. Quarantine day 65, 2020. 

Scatto remoto, stampa su forex. 30x30 cm.

- Chiara_Pensieri appesi_ San Venerio(Sp)- Quarantine day 50, 2020. Scatto remoto, stampa su forex. 30x30 cm.
- Chiara_ThreeClubs_ Lerici- Quarantine day 59, 2020. 

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- Ekaterina_love Your Self_ LaSpezia- Quarantine day 63, 2020. 

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- Jacopo_no future_-La Spezia. Quarantine day 62, 2020.

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- Matilde_Immersione_Lucca- Quarantine day 37, 2020. 

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- Sofia“Reflection”- La Spezia. Quarantine day 53, 2020. 

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- Viola_Un ora di sole_ Milano- Quarantine day 42, 2020. 

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- Alessadra _Epicureismo pandemico- Romito(Sp). Quarantine day, 2020. Scatto remoto, stampa su forex. 30x30 cm.

RITRATTI DI QUARANTENA - How do youfeel?

“Ritratti di Quarantena” è un progetto ideato e realizzato durante il periodo di lockdown. Ogni fotografia è fatta, pensata e studiato assieme al protagonista del ritratto. Uno scatto rappresenta un racconto.

Il suo è un punto di vista interno che racconta la resilienza di tante persone, amici e conoscenti, impegnate a vivere momenti casalinghi a volte rappresentati in chiave romanzata a volte ironica alle volte surreali.
I protagonisti dei suoi scatti sono in gran parte spezzini ma la fotografa da remoto ha raggiunto molte città italiane fino ad arrivare a Londra. Fotografie realizzate a distanza, scattate via Skype per dar modo alle persone di raccontare, attraverso un’immagine, il tempo trascorso durante il #lockdown.

Recensione di Arianna Fregosi.


- Bruno _Im-mutato_ La Spezia. Quarantine day 65, 2020. Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.

- Chiara_Pensieri appesi_ San Venerio(Sp)- Quarantine day 50, 2020. Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.
- Chiara_ThreeClubs_ Lerici- Quarantine day 59, 2020. 

Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.

- Ekaterina_love Your Self_ LaSpezia- Quarantine day 63, 2020. 

Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.

- Jacopo_no future_-La Spezia. Quarantine day 62, 2020. 

Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.
- Matilde_Immersione_Lucca- Quarantine day 37, 2020. 

Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.
- Sofia“Reflection”- La Spezia. Quarantine day 53, 2020. 

Scatto remoto, stampa su forex. 30x30 cm.
- Viola_Un ora di sole_ Milano- Quarantine day 42, 2020. 

Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.

- Alessadra _Epicureismo pandemico- Romito(Sp). Quarantine day, 2020. Remote shooting, print on forex. 30x30 cm.

QUARANTINE PORTRAIT - How do you feel?

"Quarantine Portrait" is a project conceived and implemented during the lockdown period. Each photo has been conceived, studied and realized with the protagonist of the portrait. One shot, one story.

This project try to tell her internal point of view of human being's resilience, her friends and acquaintances, committed to living home moments sometimes represented in a fictionalized key, sometimes ironic, sometimes surreal.
The protagonists of her shots are mostly from La Spezia but the photographer has reached by remote many other Italian cities till up to London. She realized these photos via Skype to allow people show, through an image, how they spent their time during the #lockdown period.

Reviewed by Arianna Fregosi.

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LUCA BORTOLATO

Biografia

40 anni (1980).

Innamorato delle Immagini da sempre.

Silenziosi e misteriosi, avvolti in un’inaccessibile bellezza, ognuno dei suoi lavori sembra raccontare una storia. Una storia che non può essere letta  con precisione né chiaramente definita.

Costruisce le sue immagini, sognanti, fiabesche e delicate, attraverso la continua ricerca di un minimalismo formale. Alcuni suoi lavori suggeriscono lunghi viaggi sospesi, altri avvolgono lo spettatore in un momento di presenza e silenzio in cui tutt’intorno, il resto, il mondo, passa in secondo piano.

Pensa che una piccola parte di lui viva attraverso ognuna delle sue foto, come una sorta di autoritratto estemporaneo, una possibilità di autoanalisi. Rincorre sé stesso attraverso gli altri.

Dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Venezia, continua la sua formazione nell’immagine diplomandosi al corso triennale di Design Industriale al SID di Padova, cominciando ad instaurare rapporti e collaborazioni con diversi fotografi. Nasce così, fin da subito, il suo percorso visivo che ha radici profonde dentro una sua personale indagine nell’Identità. Crede fortemente nella divulgazione culturale, portando oggi il suo lavoro di ricerca in musei e associazioni in molte città italiane.

Negli ultimi anni integra il teatro performativo al suo percorso. 12 anni di ricerca fotografica.


Biography 

40 years old (1980).

Always in love with images.

Silent and mysterious, wrapped in inaccessible beauty, each of his works seems to tell a story. A story that cannot be read accurately nor clearly defined.

He composes his works, dreamy, fairytale and delicate, through a continuous research of formal minimalism. Some works suggest long suspended journeys, others envelop the viewer in a moment of presence and silence in which all around, the rest, the world, becomes secondary.

He believes that a part of him lives in each of his photographs, as a sort of extemporaneous self-portrait, an opportunity of self-analysis.

He chases himself through others.

After graduating at Venice Art Institute, he deepens the study of the image by graduating in Industrial Design at SID in Padua, establishing in the meantime  relationships and collaborations with several photographers.

Thus his artistic path was born,  with deep roots in a personal investigation of Identity. He strongly believes in cultural dissemination, bringing his research  to general public in museums and associations in many Italian cities. In recent years he integrates his work with performative theatre. 12 years of photographic research.


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- Autoritratti, 2022. Video. Formato MP4. Durata 2’19’’

C'è un percorso fatto di molte altre immagini che non ho scelto, che ho scartato, che ho sempre ritenuto inadatte.

E invece, riguardandole, ho trovato in loro la forza del percorso che mi ha portato alla prescelta.

Non ho mai mostrato cosa c'è dietro ad una mia foto.

Questo progetto lo rivela.

Per ogni foto scelta inizialmente, sono andato a cercare nei miei archivi tutte le altre foto scansionate dello stesso rullino che erano rimaste mai pubblicate.

Nel video si muovono in modo spasmodico, veloce. Lasciano una traccia, fino ad arrivare alla foto finale sulla quale pongo l'attenzione.

Tutte queste foto scartate sono prese così come scattate, senza post-produzione, sporche dei pelucchi della scansione. Come fossero dei veri e propri provini.

Per la prima volta rivelo ciò che avevo nascosto anche a me stesso.


- Autoritratti, 2022. Video. MP4 Format. Length 2’19’’

There is a path made up of many other images that I have not chosen, which I have discarded, which I have always considered unsuitable.

And instead, looking at them, I found in them the strength of the path that led me to the chosen one.

I've never shown what's behind one of my photos.

This project reveals it.

For each photo initially chosen, I went to search my archives for all the other scanned photos of the same roll that had never been published.

In the video they move spasmodically, quickly. They leave a trace, up to the final photo on which I place my attention.

All of these discarded photos are taken as-is, with no post-production, soiled with scan lint. As if they were real auditions.

For the first time I reveal what I had hidden even from myself.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

MATTEO BOSI

Biografia

Matteo Bosi è nato nel 1966 a Cesena. Ama sperimentare e per questa ragione il suo lungo percorso artistico è caratterizzato da una continua ricerca. Utilizza molteplici strumenti espressivi. È alla fine degli anni ‘80 che comincia a lavorare con la fotografia analogica, arrivando in pochi anni ad utilizzare anche le tecniche digitali. Sono della metà degli anni ‘90 le prime serie di fotografie manipolate in post produzione o dipinte a mano raccolte nella serie Ultra Homines. In seguito ha prodotto numerose fotografie, esponendo la sua arte in numerose collettive e personali in gallerie di tutta Europa. Sono degne di nota alcune menzioni speciali quali il premio celeste e le due edizioni del Tau Visual Italia. Nel 2013 Matteo Bosi si è recato a Mosca per una mostra personale e l’anno successivo a Barcellona a chiusura di un ciclo e di una importante collaborazione internazionale. Nel 2015 torna ad esporre nella sua città natale con una retrospettiva curata da Gian Ruggero Manzoni per poi approdare l’anno successivo all’importante evento internazionale Nord Art in Germania. Le sue fotografie, già inserite nel progetto DOC Centro di Documentazione Arti moderne e contemporanee in Romagna (Imola), sono anche presenti nell’importante cornice del progetto espositivo Esercizi dello sguardo, Centro Culturale Mercato di Argenta (Fe) 2018. Dal 2000 lavora anche da libero professionista come communication designer.


Biography 

He was born in 1966 in Cesena – that is, in the Italian region of hospitality – where for years he has been living with his loved wife and two sons. After graduating from the famous Istituto d’Arte della Ceramica di Faenza (‘Art Institute of Ceramics in Faenza’) in 1985, he has begun a long artistic career characterized by continuous experimentation. This has been leading him to use multiple means of expression: from ceramics to painting, from photography to digital techniques. Since 2000, he is the owner of the Communication Agency “Pixel Planet” S.a.s. Through this, he got to work: - both as communication designer, by creating graphics, packaging, web-design and advertising campaigns, - and as fitter and organizer for Art Museums and Photo graphic Exhibitions in Italy and abroad on behalf of government agencies and foundations. An indisputable cameo of his agency is also the commercial photography for Companies that need to produce advertising campaigns, cataloguing and marketing of their own products. Since 2012 Pixel Planet also offers courses dedicated to Photography, and it has become itself an exhibition space, as well as a place for cultural exchange.


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- Allegorie (della serie prima del silenzio), 2015. Fotografia su carta. 35x50 cm.

- Fiori di campo (della serie prima del Silenzio), 2020. Fotografia digitale/tavoletta grafica su carta. 35x50 cm.

- Guerriero (della serie prima del silenzio), 2015. Fotografia su carta. 35x50 cm.

- L’Estasi di Elisabetta (della serie prima del Silenzio), 2014. Fotografia digitale su carta fine art. 35x50 cm.

- Madre (della serie prima del Silenzio), 2018. Fotografia digitale/tavoletta grafica su carta fine art. 35x50 cm.

- Duality (della serie prima del Silenzio), 2015. Fotografia su carta. 35x50 cm.

Il fare di Bosi, che parte da una raffinata elaborazione fotografica al fine di creare dei veri e propri tableau vivant, è da sempre ricco di visioni simbolico-naturaliste che si amalgamano con uno studio approfondito delle dinamiche che rendono icona, a volte erotica a volte mistica, il corpo umano. Egli è pittore digitale di estrema eleganza e induttore di sensualità da tempo giunto a formulazioni di grande impatto emozionale. Bosi racconta di sé tramite le dinamiche del corpo e del gesto. ‘Incastro’ alchemico – quindi amalgama – fra ciò che è uno degli strumenti che ha sancito il moderno (cioè la fotografia) e l’architettura armonica del quadro, anch’essa caratterizzante la sapienzialità dei maestri del passato. 

Gian Ruggero Manzoni


- Allegorie (della serie prima del silenzio), 2015. Photo paper printing. 35x50 cm.

- Fiori di campo (della serie prima del Silenzio), 2020. Digital photography/graphic tablet on paper. 35x50 cm.

- Guerriero (della serie prima del silenzio), 2015. Photo paper printing. 35x50 cm.

- L’Estasi di Elisabetta (della serie prima del Silenzio), 2014. Digital photography on fine art paper. 35x50 cm.

- Madre (della serie prima del Silenzio), 2018. Digital photography/graphic tablet on paper. 35x50 cm. 

- Duality (della serie prima del Silenzio), 2015. Photo paper printing.. 35x50 cm.

The making of Bosi, which starts from a refined photographic processing in order to create real tableau vivants, has always been rich in symbolic-naturalist visions that blend with an in-depth study of the dynamics that make an icon, sometimes erotic to sometimes mystical, the human body. He is a digital painter of extreme elegance and inducer of sensuality who has long reached formulations of great emotional impact. Bosi tells about himself through the dynamics of the body and gesture. Alchemical 'joint' - therefore amalgam - between what is one of the tools that sanctioned the modern (ie photography) and the harmonic architecture of the painting, also characterizing the wisdom of the masters of the past.

Gian Ruggero Manzoni

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

BENEDETTA CARI

Biografia

Nasco a Roma nel 1992 a Roma. Dai primi anni di vita ho la fortuna di crescere accanto a un nonno con una mente sensibile che mi ha trasmesso tutto l’amore per la creazione in qualsiasi forma, tuttavia crescendo, la fotografia è diventata il mio modo di esprimermi principale. Nelle mie fotografie i soggetti sono quasi esclusivamente donne e ho capito con il tempo che questa propensione derivava dalla mia necessità di rivedere, ritrovare e rappresentare me stessa nelle mie fotografie.
Ho mille idee di me stessa, mille visioni, interpretazioni diverse, sfaccettature infinite della stessa pietra, tanto preziosa quanto grezza: queste contraddizioni, che a volte non riesco a far convivere, le indirizzo, tramite altre donne, nelle mie fotografie.


Biography 

Born in Rome in 1992. As a child, I fortunately grown up with my grandfather, a man with a sensitive mind that gave me all the love for creation in any form. But photography has become my main expression. In my photographs, people are almost exclusively women and in time I understood that this taste was due to my own need to review, find and represent myself in my photographs.
I’ve got thousand ideas of myself, thousand visions, different interpretations, endless facets of the same stone, as precious as crude: so I try to explain all of these contradictions, that sometimes I can’t combine, through other women in my photographs.


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- My self, 2019/2022. Fotografia istantanea polaroid. 15 pezzi 30x30 cm. ciascuno

My self è un progetto non terminato e volutamente non interminabile dove utilizzo le modelle come mio AlterEgo, insieme alle quali mi ritraggo e mi nascondo. Un processo molto personale, che spinge poi l’osservatore a interrogarsi.


- My self, 2019/2022. Polaroid instant photography. 15 works 30x30 cm. each

My self is an unfinished and deliberately non-interminable project where I use the models as my AlterEgo, together with whom I portray and hide.

A very personal process, which then pushes the observer to question himself.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

STEFANIA CEREA

Biografia

Stefania Cerea vive e lavora a Milano. Ha conseguito laLaurea Magistrale in Architettura presso il Politecnico di Milano, dove attualmente è ricercatrice.

Si avvicina alla fotografia nel 2013, nel corso di una crisi depressiva. In quel periodo inizia ad autoritrarsi con lo smartphone, sforzandosi di sorridere. E paradossalmente si accorge che guardando i suoi scatti, pur sapendo essere dei “falsi”, si sente più reale e in relazione col mondo di quanto non fosse prima. Con la fine della crisi depressiva, cessa la pratica dell’autoritratto.

Nel 2018 riprende a fotografarsi e poi a filmarsi, con lo smartphone e poi con una mirrorless. Lo fa soprattutto durante l’orgasmo. Cresciuta in una famiglia estranea a qualsiasi piacere, per lei guardarsi e vedersi godere rappresenta un modo per vincere il senso di colpa. Pubblica su Facebook le fotografie del suo volto durante l’orgasmo, per affermarne la bellezza, la profondità e la potenza.

Da quel momento realizza e pubblica altri autoritratti,che ruotano attorno a temi dicotomici: i condizionamenti interiorizzati e la conquista della libertà, l’apatia e il desiderio, l’attaccamento e l’autonomia emotivi, la fragilità e la potenza, l’inerzia e il cambiamento. Tutte le sue fotografie hanno una matrice personale e autobiografica.

Nel 2019, stanca delle molteplici regole imposte da Facebook e delle censurepiù volte subite, decide di interrompere le pubblicazioni delle sue immagini, pur continuando a fotografare. In particolare, inizia un percorso che la porta a indagare i rapporti fra la propria identità e l’ambiente che la circonda.Per volere dall’autrice,niente di quanto prodotto da allora è stato reso pubblico.


Biography 

Stefania Cerea lives and works in Milan. She obtained a Master's degree in Architecture at the Politecnico of Milan, where she is currently a researcher.

She approaches photography in 2013, during a depressive crisis. In that period she begins to take self-portraits with her smartphone. In those self-portraits she makes an effort to smile and realizes that looking at them, even though she knows they are false, she feels more real and more related to the world than she was before. After the end of her depressive crisis, her practice of self-portrait ends.

In 2018 she resumes photographing herself and then starts filming herself, with a smartphone and later with a mirrorless. She does it mostly during her orgasm. Raised in a family hostile to any pleasure, her looking at herself enjoying is a way to overcome the sense of guilt. She publishes photos of her face during orgasm on Facebook, to affirm its beauty, depth and power.

From that moment she begins to create and publish other self-portraits, which revolve around dichotomous themes: internalized conditioning and conquest of freedom, apathy and desire, attachment and emotional autonomy, fragility and power, inertia and change. All her photographs have a personal and autobiographical matrix.

In 2019, tired of all the rules imposed by Facebook and tired of the cersorships suffered several times, she decides to stop the publication of her images, but to continue to photograph. In particular, she begins a path that leads her to investigate the relationship between her identity and the surrounding environment. By her will, nothing produced since then has been made public.


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- Inner Suburb|SuburbanInterior, 2020. Stampa su carta fotografica semi-lucida.  9 pezzi 30x40 cm. ciascuno

“Inner Suburb|SuburbanInterior” vuole comunicare il senso di marginalità, isolamento ed estraniazione che prova chi vive sul confine di una grande città, in un vasto complesso residenziale popolato da centinaia di persone, e convertire queste sensazioni in un atto creativo di valenza identitaria.Le fotografie rappresentano una parte dell’intero progetto e si focalizzano sulla mia personale relazione con l’ambiente circostante. Quest’ultimo sembra penetrare fra le ampie finestre della casa e riversarsi su di me, smorzando le mie emozioni, oscurando i miei pensieri e piegando il mio corpo, ma la pratica dell’autoritrattomi permette di osservare quanto accade con una certa distanza e diriconoscermie affermarmi in quanto soggetto.


- Inner Suburb|SuburbanInterior, 2020. Printed on semi-gloss photo paper.  9 works 30x40 cm. each

“Inner Suburb | SuburbanInterior "wants to communicate the sense of marginality, isolation and estrangement felt by those who live on the edge of a large city, in a vast residential complex populated by hundreds of people, and convert these sensations into a creative act of identity value. part of the whole project and focus on my personal relationship with the surrounding environment. The latter seems to penetrate between the large windows of the house and pour over me, dampening my emotions, obscuring my thoughts and bending my body, but the practice of self-portrait allows me to observe what is happening from a certain distance and to recognize and affirm myself as a subject.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

DAMIANA CICCO

Biografia

Damiana Cicco, appassionata di fotografia in bianco e nero e attratta da artisti come Brassai, Woodman, Araki, Moryama e Bill Brandt, ha iniziato a scattare il corpo femminile nei suoi dettagli e nelle sue forme con neri profondi, bianchi abbaglianti e giochi di luce ed ombre.
Da sempre sostiene che il corpo di una donna, qualsiasi forma abbia, è un’opera d’arte da ammirare e venerare con gran rispetto.


Biography 

Damiana Cicco passionate of black and white photography and attracted by artists such as Brassai, Woodman, Araki, Moryama and Bill Brandt, she started to take pictures of feminine body in its details and its shape with deep blacks, dazzling whites and play of lights and shadows.

She always thought that a female body, in any shapes, is a work of art to admire and worship whit great respect.


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- La pelle che abito, 2018/2020. Fotografia digitale, stampa carta fotografica. 8 pezzi 30x40 cm. ciascuno

Queste sei immagini fanno parte di un progetto fotografico iniziato nel 2018 dal titolo “La pelle che abito”, che è un percorso di vita e di evoluzione fotografica in cui il corpo femminile ed i suoi dettagli sono gli assoluti protagonisti.
L’artista mette in scena femminilità, sensualità ed un’innegabile carica erotica ricordando allo spettatore che la pelle non è altro che un involucro dell’anima.


- La pelle che abito, 2018/2020. Digital photography, photo paper printing. 8 works 30x40 cm. each

These six images are part of a photographic started in 2018 called “la pelle che abito (the skin I live in)”, which is also a journey of life and photographic evolution where the female body and its details are the absolute protagonists.

The artist stages femininity, sensuality and an undeniable erotic load, reminding the audience that the skin it’s nothing but an “involucres of the soul”.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

ALESSIA CORTESE

Biografia

Fotografa e curatrice indipendente, Alessia Cortese è nata ad Acquaformosa il 12 febbraio 1986. Dopo la Laurea in “Scienze dei Beni Culturali” nel 2013, e gli studi in Editoria e Giornalismo, si è specializzata in Fotografia presso la “Scuola Internazionale di Fotografia Apab”diFirenze, e ha conseguito un Master in “Curatela Museale”. Redattrice freelance per diverse testate giornalistiche, attualmente collabora con la rivista di cultura contemporanea “Objectsmag.it”. Buona parte della produzione artistica della Cortese ruota attorno all’auto-esplorazione e all’auto-rappresentazione, a un utilizzo simbolico ed evocativo del proprio corpo nudo, secondo una grammatica espressivanon sempre esplicita, imperniata sul dualismo del vedo e non vedo. Alessia Cortese ha individuato nell’atto creativo dell’autoritratto il mezzo per esteriorizzare e mettere in luce il proprio sentire,un processo liberatorio e di accettazione di sé, un ponte immaginifico tra la propria anima e il mondo fuori.


Biography 

Alessia Cortese is a photographer and independent curator, born in Acquaformosa on February 12, 1986. She graduated in “Sciences of Cultural Heritage” in 2013, and she studied Publishing and Journalism. Then she specialized in Photography at the “Apab International School of Photography” in Florence,and she reached a Masters in “Museum Curation”. Freelance editor for many newspapers, now she collaborates with the contemporary culture magazine “Objectsmag.it”. The great part of Cortese's artistic production focuson self-exploration and self-representation, she uses her naked body in a symbolic and evocative way in the pictures.Her expressive grammar isn’t always explicit butplays on the dualism of “seen” and “just imagination”. Alessia Cortese finds her personal way toexternalize and highlight her feelings through the creative act of self-portrait. It’s a process to freedom and self-acceptation, like a metaphorical bridge of images between a deep soul and the world outside.


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Dal progetto: “Leggera e grave”

- Intimate geometries, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- I'm with you, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Illusionist, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Mademoiselle, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühl. 30x40 cm.

- Growing, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Growing, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Untitled, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- End with love, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Dissolution, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- In a white room, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Madre, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Swimming in the air, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

- Swimming in the air, 2021. Stampa fotografica in bianco e nero su carta cotone Hahnemühle. 30x40 cm.

Ho da sempre considerato la fotografia come un mezzo catartico, la via dell'auto-esplorazione ma, anche, dell'accettazione di sé. In questi scatti gioco in senso evocativo e metaforico con il mio corpo nudo, per mettere a nudo la mia anima, per raccontare la mia piccola storia. Ogni scatto è un atto d'amore a me stessa, alla mia imperfezione, alle mie fragilità che, attraverso la creazione artistica, sublimano in forza e in coraggio. "Leggera e grave" sono io, innocente e torbida, schiva e impudica, con le mie gioie e le mie cicatrici, ma anche tutte le donne che, come me, attraverso le asperità della vita, hanno imparato a voler bene alla propria pelle, che hanno mani forti per abbracciarsi, e piedi sicuri per camminare nel mondo.


From the project: “Leggera e grave”

- Intimate geometries, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- I'm with you, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Illusionist, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Mademoiselle, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Growing, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Growing, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Untitled, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- End with love, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Dissolution, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- In a white room, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Madre, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Swimming in the air, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

- Swimming in the air, 2021. Black and white photographic print on Hahnemühle cotton paper. 30x40 cm.

I have always considered photography as a cathartic means, a way of self-exploration but also of self-acceptance. In these shots I play in an evocative and metaphorical sense with my naked body, to expose my soul, to tell my little story. Each shot is an act of love to myself, to my imperfection, to my fragilities which, through artistic creation, sublimate in strength and courage. "Leggera e grave" is me, innocent and unruly, shy and shameless, with my joys and my scars, but also all the women who like me through the difficulties of life have learned to love their skin, women who have strong hands to embrace themselves and safe feet to walk in the world.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

CORRADO DALCO'

Biografia 

Corrado Dalcò è nato a Parma, in Italia.

Ha iniziato come graphic designer, poi ha scoperto la fotografia ed è stato amore a prima vista.

Ha poi aggiunto video musicali al suo repertorio, per esplorare ulteriori idee su movimento, tono ed eleganza.

Corrado divide il suo tempo tra i suoi sforzi artistici e il lavoro puramente commerciale per la pubblicità e industrie editoriali come fotografo di moda / pubblicità e regista. Tra gli altri, il suo lavoro ha è stato pubblicato su i-D UK, WallPaper, Whitelies magazine, Metal Magazine e molti altri.

Corrado Dalcò ha esposto le sue opere in Italia e nel Regno Unito ed è stato pubblicato su riviste cartacee e online. E 'stato scelto come nuovo talento nella fotografia di moda per il CoolBook 2009, organizzato dall'Associazione Nazionale Fotografi Professionisti Tau Visual.

Con più di dieci anni di specializzazione in stampa di consumo e comunicazione digitale sia come fotoritocco che come fotografo, la mia passione è creare contenuti accattivanti attraverso le discipline di musica, film, stile e cultura. La gestione del progetto e la direzione creativa sono competenze importanti che ho sviluppato e lavorare in media indipendenti ha significato assumere molteplici attività dall'ideazione alla consegna, spesso con tempi e budget ristretti, ma sempre completati secondo i più alti standard. I social media, le partnership di marca e le previsioni di tendenza nei mercati italiani e britannici svolgono un ruolo nel mio lavoro quotidiano, il che ha portato a un grande interesse per le pubblicazioni britanniche.


Biography 

Corrado Dalcò was born in Parma town of Italy.

Started off as graphic designer then discovered photography and was love at first sight.

He then added music video to his repertoire, to explore further ideas on movement, tone and elegance.

Corrado divides his time between his artistic endeavours and purely commercial work for the advertising and publishing industries as a fashion/advertising photographer and film director. Among others, his work has been featured on i-D UK, WallPaper, Whitelies magazine ,Metal Magazine and many more.

Corrado Dalcò has exhibited his works in Italy and the United Kingdom and has been published in paper magazines and online. It 'was chosen as a new talent in fashion photography for the CoolBook 2009, organized by the National Association of Professional Photographers Tau Visual.

With more ten years specializing in consumer print and digital communications as both photo editor and photographer, my passion is for creating engaging content across the disciplines of music, film, style and culture. Project management, and creative direction are important skills I've developed and working in independent media has meant taking on multiple tasks from conception to delivery, often on tight schedules and budgets, but always completed to the highest standard. Social media, brand partnerships and trend forecasting across the Italy andUK markets play roles in my everyday work, which lead to a major interest in the UK publications.


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- Breathe, 2020. Polaroid 600 scaduta. 6 pezzi 10,7x8,8 cm. ciascuno.

La fotografia ha spazi, modi e tempi illimitati.

La polaroid ha quel brivido cinetico che nessun altro modo di fotografare ha.

Istantanei ricordi, dettati dalla casualità, dove l’errore è quasi cercato, voluto e trovato in una piccola ragnatela che si spande da un angolo e intaglia l immagine farinosa. La casualità è dominante, come lo è il fremito dell’attesa nel quale la pellicola si colora di evanescenti e malinconiche tinte granulose.

L’istantanea è resa cruda dalla sua velocità e il fotografo è cosi solo un affamato voyeur alla ricerca di piccole volgarità da immortalare in sensibili e unici quadrati.

Bastano questi inscatolamenti di mondo per farti innamorare di ciò che fai. Una polaroid. Il tempo istantaneo creato dagli occhi. Un rumore meccanico soffuso, l'impressionabile che appare tra le mani impressionato. Una camera oscura portatile, che cattura e rilascia la realtà nel tempo di un battito di ciglia.

La fotografia è immediata. Scattata e posata, falsata di colori e di inquadratura poco importante.

L'immagine diventa opera d'arte scoperta e finita, di una cornice bianca intorno che racchiude ed esalta, e il fotografo ha gusto, interpone scelta e carattere nell'automatismo.

Esistono, accanto alle manipolazioni, delle espressioni e degli istinti, che solo chi sa guardare con attenzione riesce ad avere. E solo la polaroid può creare.

Il fotografo diventa così fruitore primo dell'immagine da lui scattata, e si stupisce di colori e sfumature non reali, di messa a fuoco selettiva non selezionata, di inquadrature mangiate e di sguardi non più riproducibili. Una polaroid. L'unicità e la velocità dell'azione, è una fotografia che rischia di essere temporalmente effimera, ma potenzialmente più emotiva di tutte le altre.

“L’interesse a immortalare i corpi nella fase in cui si passa dall'adolescenza all’essere donne è ciò che ha definito la maggior parte delle mie collaborazioni con le modelle, motivo per cui ho pensato che questa sarebbe stata la persona perfetta per affiancarmi in questa serie." Attingendo e ampliando allo stesso tempo i precedenti progetti con materiale Polaroid, Breathe analizza l'unicità delle esperienze delle giovani donne dal viaggio che porta all'accettazione del corpo, al risveglio sessuale offrendo a chi osserva uno sguardo sulla vita di quelle ragazze che in questo momento stanno raggiungendo la consapevolezza del loro erotismo.

Ciò che mi ha motivato è la mia determinazione a dare forma a una nuova narrativa attorno al concetto dell’erotismo e a smantellare gli stereotipi di genere obsoleti che hanno afflitto il loro stesso concetto di corpo femminile. Documentando la femminilità del XXI secolo, gli stereotipi sul modo in cui le ragazze dovrebbero comportarsi, vestirsi e apparire perdono gradualmente il loro significato, lasciando spazio per una libera espressione di sé davanti all'obiettivo.


- Breathe, 2020. Polaroid 600 expired. 6 works 10,7x8,8 cm. each.

Photography has unlimited spaces, ways and times.

Polaroid has that kinetic thrill that no other way of photographing has.

Instant memories, dictated by chance, where the error is almost sought, wanted and found in a small cobweb that spreads from a corner and carves the floury image. Randomness is dominant, as is the thrill of waiting in which the film is colored with evanescent and melancholy grainy hues.

The snapshot is rendered raw by its speed and the photographer is thus just a hungry voyeur in search of small vulgarities to be immortalized in sensitive and unique squares.

These world canning is enough to make you fall in love with what you do.

A polaroid. The instant time created by the eyes. A soft mechanical noise, the impressionable that appears in the hands impressed.

A portable darkroom that captures and releases reality in the blink of an eye.

The photograph is immediate. Taken and posed, distorted in colors and unimportant framing.

The image becomes an open and fi nite work of art, with a white frame around it that encloses and exalts, and the photographer has taste, choice and character interposed in automatism.

Alongside manipulations, there are expressions and instincts that only those who know how to look carefully can have. And only the Polaroid can create.

The photographer thus becomes the first user of the image he has taken, and is amazed at the unreal colors and shades, the unselected selective focus, the eaten shots and the gazes that are no longer reproducible. A polaroid. The uniqueness and speed of the action is a photograph that risks being temporally effective, but potentially more emotional than all the others.

"The interest in immortalizing bodies in the transition from adolescence to being a woman is what defined most of my collaborations with models, which is why I thought this would be the perfect person to support me. in this series. "Drawing on and expanding earlier designs with Polaroid material at the same time, Breathe explores the uniqueness of young women's experiences from the journey leading to body acceptance, sexual awakening by offering the viewer a glimpse into the life of those girls who at this moment are reaching awareness of their eroticism.

What motivated me is my determination to shape a new narrative around the concept of eroticism and to dismantle the obsolete gender stereotypes that have plagued their very concept of the female body. Documenting 21st century femininity, stereotypes about how girls should behave, dress and look gradually lose their meaning, leaving room for free self-expression in front of the lens.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

DANA DE LUCA

Biografia

Ha una formazione artistica nel teatro di ricerca. Risiede a Madrid dal 2000 al 2007 lavorando come fotografa indipendente collaborando con diversi media (Servimedia, Croce Rossa Spagnola, magazines nazionali) dedicandosi al fotogiornalismo. Rientrata in Italia, approfondisce la sua ricerca in un orizzonte più artistico e soggettivo. Nel 2013 con una campagna di crowdfunding pubblica il libro fotografico La petitemort, esposto al Festival di Fotografia di Arles (Book Award Exhibition), Festival di Fotografia SiFest e a Luganophotodays. Ha esposto alla Galleria Nobili di Milano, al Guernesey Photo Festival, allo Studio Masiero di Milano, al Beguira Photo Festival, nella collettiva “Eterne Stagioni” al Palazzo Ducale di Alessandria, al Bonelli Lab di Canneto (Mantova) nella collettiva dei finalisti di Arteam Cup, alla Biblioteca Vallicelliana di Roma, al Perugia Photo Festival, nella collettiva dei finalisti del Premio Nocivelli. Nel 2019 all’interno del Milano Photo Festival presenta la mostra Ho cercato la belleza perché avevo male alle ginocchia, sua seconda personale allo Studio Masiero; partecipa al Premio Michetti –Attraversamenti – tra arte e fotografía a cura di Anna Imponente e Claudio Cerritelli.


Biography 

My artistic background was formed in the practice and discipline of theatre.

Resident in Madrid from 2000 to 2007, I worked as independent photographer joining different media (Servimedia, Red Cross Spain, national magazines). Back in Italy I focused my work in a more artistic research. In 2013 with a crowdfunding campaign I selfpublished my photo-book La petite mort, exhibited during the Photo Festival in Arles (Book Award Exhibition), SiFestFotofestival, LuganoPhotodays. Exbibitionsheldat Galleria Nobili in Milano, Guernesey Photo Festival, Studio Masiero di Milano, Beguira Photo Festival, in the collective “Eterne Stagioni” at Palazzo Ducale di Alessandria, Bonelli Lab di Canneto (Mantova) in the collective of the Arteam Cup, at Biblioteca Vallicelliana di Roma, Perugia Photo Festival, in the collective of Premio Nocivelli. In 2019 during Milano Photo Festival I had the exhibitionHo cercato la belleza perché avevo male alle ginocchia, at Studio Masiero; invited to take part to Premio Michetti2019 –Attraversamenti – tra arte e fotografíacurated by Anna Imponente and Claudio Cerritelli.


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- Untitled_3, _5, _6, _7, _8, _9, (da La petite mort), 2013/2022. Fotografia digitale, stampa fine art su carta cotone. Ed.1/5. 29x42 cm. ciascuna

La petite mort.

What pornography is really about, ultimately, isn’t sex but death.

(Susan Sontag)

Ho iniziato per curiosità, una curiosità documentaristica…

Ho fatto quello che milioni di persone fanno ogni giorno in rete.

Ho cliccato la parola più ricercata, “sex”, ed ho iniziato a guardare video amatoriali di pornografia.

Come voyeur, come spettatrice davanti al monitor del mio computer. Ho guardato attraverso il mirino della macchina fotografica, operando nello stesso tempo una mia decontestualizzazione dal linguaggio pornografico, lasciando che quei frames nascosti nel flusso temporale dei video pornografici si dilatassero nel loro divenire per trovare la morte in nuove immagini, fotografiche. Mi interessava una

visione sul godimento, ma anche sulla solitudine e la fragilità del corpo nudo e assente, isolato e smaterializzato dai pixel e dalla distanza di un monitor.

“La petite mort”, la piccola morte, è una metafora della lingua francese per definire quel rilascio

spirituale, quello stato di oblio di sé che segue ad un orgasmo; quel breve periodo di malinconia o di "trascendenza" che occorre in seguito all' espulsione della forza vitale (scientificamente spiegato

attraverso il rilascio dell'ossitocina durante il momento culminante). Secondo Roland Barthes, la petite mort è quel sentimento che si dovrebbe sentire quando si legge una grande opera di letteratura.


- Untitled_3, _5, _6, _7, _8, _9, (from La petite mort), 2013/2022. Digital photography, fine art print on cotton paper. Ed.1/5. 29x42 cm. each.

La petite mort.

What pornography is really about, ultimately, isn’t sex but death.

(Susan Sontag)

I started for curiosity, documentary curiosity…

I did what millions of people do online every day.

I clicked on the most researched word, “sex”, and started watching amateur porn videos.

As a voyeur, as a spectator in front of my computer monitor, become a stage, I looked through the viewfinder of my camera, operating at the same time my decontextualization from the pornographic language, letting those frames hidden in the temporal flow of pornographic videos expand in their becoming to find death in new, photographic images. I was interested in a vision of enjoyment, but also of the loneliness and fragility of the naked and absent body, isolated and dematerialized by the pixels and distance of a monitor.

"La petite mort", "the little death", is a metaphor in the French language to define that spiritual release,

that state of self-forgetfulness that follows an orgasm; that brief period of melancholy or "transcendence" which occurs following the expulsion of the vital force (scientifically explained through the release of oxytocin during the climax). According to Roland Barthes, la petite mort is that

feeling that should be felt when reading a great work of literature.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

CLARA DIEBLER

Biography 

La fotografa francese Clara Diebler lavora sulla femminilità e il sogno. Contemporanea, si concentra sull'intramontabile e sugli anacronismi. I suoi montaggi di fotografie d'argento, più spesso in bianco e nero, sono intesi come istantanee di varie emozioni come la malinconia ma anche una gioia discreta del mondo che la circonda. Il suo lavoro potrebbe essere visto al Grand Palais di Parigi, gallerie e centri culturali.


Biography 

French photographer, Clara Diebler works on femininity and dreaminess. Contemporary, it is focused on the timeless and the anachronisms. Her montages of silver photographs, the more often in black and white are meant snapshots of various emotions like melancholy but also a discreet joy of world around her. Her work could be seen at the Grand Palais inParis, galleries and cultural centers.


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- The third one, 2019. Doppia esposizione da pellicola analogica. 20x30 cm.

- Chaplin and you, 2018. Doppia esposizione da pellicola analogica. 20x30 cm.

- Mental landscape, 2019. Doppia esposizione da pellicola analogica. 20x30 cm.

- Invisibe link, 2018. Doppia esposizione da pellicola analogica. 20x30 cm.

- Blind Melancholy, 2018. Doppia esposizione da pellicola analogica. 30x40 cm.

- The Lady of fire, 2020. Doppia esposizione da pellicola analogica. 30x40 cm.

Il mio lavoro si ispira alla femminilità e alla fantasia.

Immagina e lasciati trasportare. Perché tutto parte da lì.

Fuggi in un mondo vaporoso e leggero e dimentica ciò che sai. Lontano dalla nostra realtà, stai sognando. La trasparenza di un corpo, la freddezza di un respiro, la morbidezza di un albero, la morbidezza di un rosaio...

La delicatezza dei corpi risponde a una natura penetrante, un'architettura fredda, addomesticata e umanizzata da un morbido chiaroscuro. Stai pensando. In questo momento sospeso nel tempo dove ogni gesto, ogni sguardo, ogni vibrazione di luce lascia un'impressione di pace nel profondo di te.

E tu non vuoi più andartene.


- The third one, 2019. Double exposure from analog film. 20x30 cm.

- Chaplin and you, 2018. Double exposure from analog film. 20x30 cm.

- Mental landscape, 2019. Double exposure from analog film. 20x30 cm.

- Invisibe link, 2018. Double exposure from analog film. 20x30 cm.

- Blind Melancholy, 2018. Double exposure from analog film. 30x40 cm.

- The Lady of fire, 2020. Double exposure from analog film. 30x40 cm.

My work is inspired by femininity and fantasy.

Imagine and let yourself be carried away. Because everything starts from there.

Escape to a vaporous and light world and forget what you know. Away from our reality, you are dreaming. The transparency of a body, the coldness of a breath, the softness of a tree, the softness of a rose bush ...

The delicacy of the bodies responds to a penetrating nature, a cold architecture, tamed and humanized by a soft chiaroscuro. You are thinking. In this moment suspended in time where every gesture, every gaze, every vibration of light leaves an impression of peace deep within you.

And you don't want to leave anymore.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

MADELEINE FLÉAU

Biografia

Madeleine Fléau nasce a Pavia nel 1994, la sua formazione artistica si sviluppa tra la regione natale e la sua terra d'adozione: la Lunigiana, situata nel nord della Toscana.

Madeleine attraverso l'uso espressivo del suo volto, si impone di salvaguardare il ricchissimo archivio di quelle che sono le leggende e le tradizioni popolari lunensi, conservandone le testimonianze sotto forma di memorie visive o concretizzandole in oggetti. Le sue produzioni, interessano la tematica del rapporto tra uomo e morte, traendo ispirazione dall'estetica del cinema espressionista e dalle analisi delparaconcettualismo, introdotto dall'artista statunitense Susan Hiller. La sua ricerca gravita attorno al sentimento religioso, dal quale attinge molte strutture simboliche e iconografiche, senza però nascondere la forte connotazione esoterica ed occulta dei racconti, ed anzi facendo leva sull'effetto sociologico ed antropologico che questi temi suscitano ancora oggi.

L'artista nasce come pittrice, ma in seguito sperimenterà diversi media come il video, con alcuni brevi cortometraggi in bianco e nero, del genere grottesco e nei quali prevale l'influenza del cinema muto degli anni Venti (Tu veu danser?, 2020; Le jeune fille violeé, 2020; Osso caramellato, 2020), curandone le musiche, il montaggio, i costumi, e ricreando le ambientazioni con dei modellini. La fotografia sarà spesso accompagnata all'installazione; nelle prime opere come Fléau (2020) o Sepolta Morta (2020), verrà introdotto l'elemento metallico a sostegno dell'immagine, e l'intera composizione assume un aspetto scenografico grazie all'utilizzo di un panneggio in velluto nero sullo sfondo, che l'artista riprenderà in una sua installazione successiva dal titolo Mors mea, vita tua (2020), nella quale vengono sintetizzati elementi di studio antropologico della religione cristiana, confrontandoli con alcuni culti arcaici; la componente decorativa è occupata dal materiale organico, infatti l'artista continuerà la sua sperimentazione con l'intreccio di capelli, appartenente alla cultura vittoriana, non mutandone mai il suo originario legame con il tema del ricordo e dell'affettività.

Questa ricerca sull'Inghilterra di fine Ottocento, influenzerà anche l'installazione Idole en boîte (2021), nella quale il tema dello spiritismo prenderà vita in una vera e propria macchina di indagine, sul modello di quelle utilizzate dai medium durante le sedute medianiche; qui l'anello di congiunzione con la sua terra prevede l'utilizzo di elementi pagani, appartenenti ad alcune celebrazioni locali, come i falò dedicati ai santi, e le misteriose statuette lignee della frazione di Vignola, a Pontremoli.

L'intera produzione non si limita alla preservazione della memoria di un luogo, ma vuole invece utilizzarla come pretesto verso un percorso di introspezione, con il supporto di immaginari fantastici del folclore, della cultura cinematografica e di un'estetica decadente.


Biography 

Madeleine Fléau was born in Pavia in 1994, her artistic formation took place between her native region and her adopted land: Lunigiana, located in the north of Tuscany.

Madeleine, through the expressive use of her face, she try to protect the archive of the legends and popular traditions of Lunigiana, while preserving the testimonies in visual memories or concretizing them into objects. Her productions concern the theme of the relationship between human and death, taking inspiration from the aesthetics of expressionist film and from the para-conceptualism, introduced by the American artist Susan Hiller. Her research revolves around the religion, in particular symbols and iconography, with esoteric and occult connotation.

The artist was born as a painter, but later experimented with different media such as video, like black and white short films, of the grotesque genre, with silent cinema influence (Tu veu danser ?, 2020; Le jeune fille violeé, 2020; Osso Caramellato, 2020), creating soundtracks, costumes, and sets with miniature. Photography will often be into the installations; in the first artworks Fléau (2020) or Sepolta Morta (2020), the metallic element will be introduced to support the image, and the whole composition takes on a scenographic aspect by the use of a black velvet fabric on background, which the artist resume in another installation entitled Mors mea, vita tua (2020), in which elements of anthropological study of the Christian religion are synthesized, comparing them with some archaic cults; the decorative component it's organic, in fact the artist will continue her experimentation with locks of hair from the Victorian culture, never changing its original meaning of memory and sentiment.

This research on England in the late nineteenth century will also influence the installation Idole en boîte (2021), in which the theme of spiritism consist in a real investigation machine, starting from a copy of those used by mediums during a seance; here the connection with her land involves in the use of pagan elements, belonging to some local celebrations, such as ritual bonfires, and the mysterious wooden figurines of Vignola hamlet, in Pontremoli.

The entire production is not only for preserved the memory of this place, but instead she wants to use it as a pretext for introspection journey, with fantastic imaginaries of folklore, cinematographic culture and a decadent aesthetic.


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- Le fantôme #1, #2, #3, 2022. Fotografia in bianco e nero, stampa su carta fotografica. 20x30 cm. ciascuna + cornice

Non sempre la presenza concreta di un corpo, coincide con la partecipazione di una mente cosciente. Il fenomeno della dissociazione è quanto di più vicino ad uno stato di morte, il soggetto divenuto spettro è solo in parte visibile, si confonde con l'ambiente circostante, non è più padrone della carne di cui è composto,e occupa un luogo altro di cui non avrà memoria.

Gli ambienti, creati con giochi di luce ed ombra, si rifanno ad un'estetica di stampo cinematografico, dal film muto dei primi del Novecento al genere romanzesco Noir, dai quali l'artista attinge per estrapolare un'atmosfera d'inquietudine e mistero, accompagnata dal soggetto statico avvolto nel ricamo e nelle geometrie create dal chiaroscuro.

L'intento del trittico, è quello di richiamare alla memoria dello spettatore l'immaginario a cui fanno riferimento le fotografie, ma soprattutto di accompagnarlo in un percorso introspettivo, d'indagine della psiche e del disturbo dissociativo. Le immagini appaiono come frammentate, piene e vuote allo stesso tempo, facendosi carico di quello che è l'aspetto principale della condizione di evasione psicologica, ovvero una narrazione discontinua derivata dalla presenza, altresì intermittente, della coscienza de soggetto, e dalla possibilità di divenite osservatore della vita, ma anche oggetto del proprio sguardo.

Le fantôme, è un quadro realistico di una circostanza surreale, un momento di congelamento difensivo della memoria, l'attimo in cui la nostra mente ci occulta sotto un velo per proteggerci da eventi o situazioni troppo dolorose per essere affrontate, e che quindi ci vengono risparmiate con la delicatezza di una madre premurosa.

L'identità, davanti a disturbi di questa natura, non si limita ad essere un costrutto sociale, ma si manifesta in una concreta necessità di far coincidere l'idea di sé, con un corpo fisico e una mente coerente, l'alienazione che eventi del genere suscitano nell'entità colpita possono mettere in discussione le più profonde sicurezze o alimentare la consapevolezza di questa tripartizione dell'essere umano, fallibile e non completamente sotto il proprio controllo.


- Le fantôme #1, #2, #3, 2022. Black and white photography, print on photographic paper. 20x30 cm. each + frame

The concrete presence of a body does not always coincide with the participation of a conscious mind. The phenomenon of dissociation is the closest thing to a state of death, the subject who has become a ghost is only partially visible, is confused with the surrounding environment, is no longer master of the flesh of which it is composed, and occupies a different place than which he will have no memory of.

The environments, created with plays of light and shadow, refer to a cinematic aesthetic, from the silent film of the early twentieth century to the romance genre Noir, from which the artist draws to extrapolate an atmosphere of restlessness and mystery, accompanied by the static subject wrapped in embroidery and in the geometries created by the chiaroscuro.

The intent of the triptych is to recall the imagination to which the photographs refer to the memory of the viewer, but above all to accompany him on an introspective journey, of investigation of the psyche and dissociative disorder. The images appear as fragmented, full and empty at the same time, taking on what is the main aspect of the condition of psychological evasion, that is a discontinuous narrative derived from the presence, also intermittent, of the subject's conscience, and from the possibility of becoming observer of life, but also the object of one's gaze.

Le fantôme, is a realistic picture of a surreal circumstance, a moment of defensive freezing of memory, the moment in which our mind hides us under a veil to protect us from events or situations that are too painful to be faced, and which therefore come to us. save with the delicacy of a caring mother.

Identity, faced with disturbances of this nature, is not limited to being a social construct, but manifests itself in a concrete need to make the idea of oneself coincide with a physical body and a coherent mind, the alienation that events of this kind arouse in the affected entity they can question the deepest certainties or feed the awareness of this tripartition of the human being, fallible and not completely under one's control.


- MEA CULPA, 2022. Installazione fotografica. 90x100 cm. ca.

L'oggetto riproduce nelle sue fattezze un antico strumento di penitenza, ovvero i flagelli utilizzati dai membri della Confraternita dei Disciplinati. Il tema principale è l'esaltazione dell'oggetto-feticcio in particolare nell'ambito religioso. Questa fascinazione, è stata alimentata dagli studi affrontati presso i musei etnografici, nel territorio della Lunigiana; nell'opera si può scorgere la presenza di simboli e amuleti della cultura popolare, come il corallo ricamato, o l'utilizzo del rosso a fini propiziatori. La fotografia segue una narrazione magica, tra il tragico e la finzione teatrale, volutamente resa materica dalla stampa sul tessuto in cotone dei vecchi centrini recuperati dai mercatini di seconda mano. Le piccole pezze bordate dal merletto, contrastano con la crudezza e la rigidità dell'osso e del legno di nocciolo, di cui è composto il manico. Al contrario della versione autentica, lo strumento se utilizzato accompagnerebbe il gesto in una carezza, pur conservando il suo peso iconografico originale, nel quale l'artista ha voluto concentrare simbolicamente tutta la gravosa operazione di consapevolezza del proprio Io e dell'elaborazione del vissuto.

L'utilizzo degli oggetti etnografici supportati da indagini antropologiche, è il filo conduttore di tutta la sua produzione artistica, in particolare per soddisfare la necessità del contatto con la materia e con la produzione artigianale, intesa non solo come creazione di un prodotto, ma come atto performativo di immedesimazione nella cultura popolare del passato. L'oggetto museale rappresenta una condizione culturale specifica, fatta di identità di popoli che hanno lottato per difendere la propria unicità, ed in questo esempio specifico, anche i propri culti.

Nell'installazione, la religione è un pretesto per analizzare i sentimenti che hanno mosso intere popolazioni, e che un tempo governavano ed ordinavano la cadenza dei mesi, gli eventi di vita mondana e le superstizioni

Lo spettatore, davanti a questa opera, è invitato ad abbandonare ogni forma di pregiudizio, per accogliere la commuovente ingenuità di un'epoca ormai lontana, in cui il senso di colpa cristiano fungeva come forma educatrice per tutte le generazioni e in diversi ambiti sociali.


- MEA CULPA, 2022. Photographic installation. 90x100 cm. ca.

The object reproduces in its features an ancient instrument of penance, or rather the scourges used by the members of the Confraternity of the Disciplinati. The main theme is the exaltation of the fetish object in particular in the religious sphere. This fascination was fueled by the studies undertaken at the ethnographic museums in the Lunigiana area; in the work you can see the presence of symbols and amulets of popular culture, such as embroidered coral, or the use of red for propitiatory purposes. The photograph follows a magical narrative, between the tragic and the theatrical fiction, deliberately rendered material by the printing on the cotton fabric of the old doilies recovered from second-hand markets. The small pieces edged with lace contrast with the rawness and rigidity of the bone and the hazelnut wood of which the handle is made. Unlike the authentic version, the instrument, if used, would accompany the gesture in a caress, while retaining its original iconographic weight, in which the artist wanted to symbolically concentrate all the burdensome awareness of one's ego and the elaboration of one's experience.

The use of ethnographic objects supported by anthropological investigations is the common thread of all his artistic production, in particular to satisfy the need for contact with the material and with artisanal production, understood not only as the creation of a product, but as performative act of identification with the popular culture of the past. The museum object represents a specific cultural condition, made up of the identity of peoples who have fought to defend their uniqueness, and in this specific example, even their own cults.

In the installation, religion is a pretext to analyze the feelings that moved entire populations, and that once governed and ordered the cadence of the months, the events of worldly life and superstitions.

The viewer, in front of this work, is invited to abandon all forms of prejudice, to welcome the moving naivety of a by now distant time, in which the Christian sense of guilt served as an educating form for all generations and in different social spheres.


- Legati e legami, 2022. Video. Durata 01’40’’

Dal punto di vista narrativo, il video riprende la tematica del rituale magico, nel quale il mazzo di fiori posto in una delle doppie visioni, funge da dagida, ovvero il feticcio appartenente alla cultura popolare e folcloristica, rappresentante la persona alla quale si vuole indirizzare il rito. Questa dualità è presente anche nel titolo, infatti senza l'aggiunta degli accenti, le parole “legati” e “legami” possono reggere sia da imperativo che da sostantivo/aggettivo, suggerendo allo spettatore una connessione non solo di tipo spirituale ma anche emotivo e concreto.

L'identità gioca un ruolo fondamentale all'interno del racconto, l'artista protagonista si confronta con uno specchio in tutte le sue mutazioni, come a cercare conferme concrete di un dolore percepito e apparentemente invisibile, spunto derivato dai disturbi di personalità che rendono labile l'immagine che si ha di sé, non a caso la corda che si arrampica dalla schiena si legherà all'altezza degli occhi impedendo la vista ad uno di questi; altro riferimento alla malattia è la precisa durata del girato di 1:40 minuti, che si può ricondurre al versetto 1,40 del Vangelo secondo Marco, nel quale un lebbroso supplica per ottenere la guarigione. La scelta formale dei fiori recisi come transfert porta con sé più di un concetto, oltre a costituire un elemento naturale e quindi vivente come l'essere umano, l'amputazione delle radici li rende sospesi e distanti dalla propria terra, richiamando un altro tema essenziale per l'artista: le origini.

Il filmato contiene una citazione ad un cortometraggio incompiuto di Maya Deren e Marcel Duchamp dal titolo “Witch's cradle” del 1943, nel quale viene utilizzato il gioco della corda che esegue una scalata sul corpo di un soggetto, fino a divenire un cappio.


- Legati e legami, 2022. Video. Length 01’40’’

From a narrative point of view, the video takes up the theme of the magical ritual, in which the bouquet of flowers placed in one of the double visions, acts as a dagida, that is the fetish belonging to popular and folk culture, representing the person to whom it is intended. the rite. This duality is also present in the title, in fact without the addition of accents, the words "linked" and "ties" can hold both as an imperative and as a noun / adjective, suggesting to the viewer a connection not only of a spiritual but also an emotional and concrete.

Identity plays a fundamental role within the story, the protagonist artist confronts a mirror in all its mutations, as if to seek concrete confirmation of a perceived and apparently invisible pain, a cue derived from personality disorders that make labile the image one has of oneself, it is no coincidence that the rope that climbs from the back will tie itself at eye level, preventing one of them from seeing; another reference to the disease is the precise duration of the film of 1:40 minutes, which can be traced back to verse 1.40 of the Gospel according to Mark, in which a leper begs for healing. The formal choice of cut flowers as a transference brings with it more than one concept, in addition to constituting a natural and therefore living element like the human being, the amputation of the roots makes them suspended and distant from their own land, recalling another essential theme for the artist: the origins.

The video contains a quote from an unfinished short film by Maya Deren and Marcel Duchamp entitled “Witch's cradle” from 1943, in which the game of the rope is used that performs a climb on the body of a subject, until it becomes a noose.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

JAVIER GALLEGO ESCUTIA

Biografia

Nato da genitori spagnoli, Javier Gallego Escuzia è un artista londinese. Si è laureato in cinematografia e arti fotografiche e successivamente ha studiato fotografia professionale al London College of Printing. Lavora principalmente con questi due mezzi, ma recentemente ha anche sperimentato il suono e la musica, il che ha aggiunto un'altra dimensione interessante alla sua produzione.

I suoi film e video sono stati proiettati in festival cinematografici in Europa, Canada, Stati Uniti e Regno Unito. Le sue fotografie sono state esposte a Mosca, Atene, nel sud della Spagna e in varie località di Londra, tra cui la National Portrait Gallery. Il suo cortometraggio, My Life In Nail Bars (A Plane Crash In A Food Court), è stato selezionato per gli SHOWstudio Fashion Film Awards 2019.

Escuzia mostra un fascino per la tensione che esiste tra il familiare e l'estraneo. Il suo lavoro è diventato sempre più concettuale, facendosi influenzare sempre meno dal mondo esterno. Invece esprime un sentire più intimo, interiore, e lo esprime attraverso la tecnologia.

I temi ricorrenti sono alterità, astrazione, distorsione e trasformazione. C'è un rifiuto della bellezza convenzionale e un desiderio di trovare eccitazione visiva in luoghi inaspettati. L'inflessibilità e la repulsione che possiamo avere verso noi stessi, i nostri corpi e tutto ciò che attraversa le convenzioni e i confini della società è una caratteristica ricorrente. La sua intenzione è quella di presentare un'idea o un'estetica diversa: un'estetica meno ovvia per sfidare ed espandere i nostri modi di vedere spesso intolleranti.

Le immagini video di Escutia sono rappresentazioni surreali della forma umana che ti attirano e ti sfidano a decostruire e comprendere la loro disposizione fisica. Non sono conformi alle norme sociali su genere, bellezza o fisico. Esistono con un diverso insieme di regole: un linguaggio visivo che li distingue e ci invita a ripensare la nostra idea di identità.

“L'artista londinese utilizza fotografia, film e paesaggi sonori per creare immagini distinti, che vanno dal surreale ai soggetti iper-glamour. Escutia contorce nozioni sardoniche di direzione artistica degli anni '80, visioni contorte del corpo umano e fotografia macchiata di pathos glamour. Immagini così distinte riflettono la sua musicalità in un contesto di crescendo, electroclash e sintetizzatori scintillanti che si riversano in sentimenti familiari, di bellezza che mormora davvero, qualcosa che sussurra sul ieri che informa il domani... c'è un senso di nostalgia radicato nel suo lavoro usato per armarlo per il futuro , per quanto inquietante o affascinante come decide di farlo”.

SHOWstudio - pluripremiato sito di moda, fondato e diretto dal fotografo Nick Knight.


Biography

Born of Spanish parents, Javier Gallego Escutia is a London based artist. He graduated in film and Photographic Arts and later went on to study Professional Photography at the London College of Printing. He mainly works in these two mediums but has recently also been experimenting with sound and music, which has added another interesting dimension to his visuals.

His film and video work has been screened at film festivals in Europe, Canada, USA and the UK. His photography has been shown in Moscow, Athens, across southern Spain and various London locations including The National Portrait Gallery. His short film, My Life In Nail Bars (A Plane Crash In A Food Court), was shortlisted for the 2019 SHOWstudio Fashion Film Awards.

Escutia displays a fascination with the tension that exists between the familiar and the foreign. His work has become increasingly more conceptual, relying less on the outside world to give him things to document. Instead he’s expressing a more intimate, inner world, and through technology externalises it for others to see.

Recurring themes are otherness, abstraction, distortion and transformation. There’s a rejection of conventional beauty and a desire to find visual excitement in unexpected places. The inflexibility and revulsion we may have towards ourselves, our bodies, and anything that crosses convention and societal boundaries is a recurrent feature. His intention is to present a different idea or aesthetic:a less obvious aesthetic to challenge and expand our often intolerant ways of seeing.

Escutia’s video images are surreal depictions of the human form that draw you in and challenge you to deconstruct and understand their physical arrangement. They don’t conform to societal norms on gender, beauty, or physique. They exist with a different set of rules: a visual language that sets them apart and invites us to rethink our idea of identity.

“The London-based artist uses photography, film and soundscapes to create distinct visuals, ranging from the surreal to hyper-glamourous subjects. Escutia contorts sardonic notions of 1980s art direction, twisted visions of the human body and photography stained with glamorous pathos. Such distinct visuals reflect his musicality within a context of crescendos, electroclash and twinkling synths that avalanche into familiar feelings, of beauty murmurs really, something whispering about yesterday informing tomorrow… there's a sense of nostalgia rooted in his work used to arm him for the future, as disturbing or as glamorous as he decides to make it”.

SHOWstudio - award-winning fashion website, founded and directed by photographer Nick Knight.


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- My Life In Nail Bars (Un incidente aereo in una food court), 2019. Video. Durata 3’11’’

"Esplorando come le dimensioni digitali dissolvono i confini del corpo umano, le texture lucide dello smalto per unghie del film rimodellate per assomigliare a pupe creano un frenetico accumulo"

SHOWstudio - pluripremiato sito di moda, fondato e diretto dal fotografo Nick Knight.


- My Life In Nail Bars (A Plane Crash In A Food Court), 2019. Video Length 3'11''

“Exploring how digital dimensions dissolve the boundaries of the human body, the film's glossy nail varnish textures re-fashioned to resemble pupae create a frenetic build-up”

SHOWstudio - award-winning fashion website, founded and directed by photographer Nick Knight


- Estratti da Black Market Silicone, 2017. Video. Durata 2’08’’

Grand Guignol sfila in passerella.


- Excerpts from Black Market Silicone, 2017. Video. Length 2’08’’

Grand Guignolhits the catwalk.


- Forza, 2019. Video. Durata 2’14’’

“…uno studio viscerale del corporeo sulla 'Forza'. Echi di Giger e body horror giapponese dal regista @fotoexit (Javier Gallego Escutia)”

TV 4:3 della sala di cottura.


- Force, 2019. Video. Length 2'14''

“…a visceral study of the corporeal on ‘Force’. Echoes of Giger and Japanese body horror from director @fotoexit (Javier Gallego Escutia)”

4:3 Boileroom TV


- Estratti e outtakes da My Life In Nail Bars (A Plane Crash In A Food Court), 2019. Video. Durata 1’57’’

Il viso presentato come oggetto malleabile e il computer diventa il chirurgo attraverso la manipolazione digitale.


- Excerpts and outtakes from My Life In Nail Bars (A Plane Crash In A Food Court), 2019. Video. Length 1’57’

The face presented as malleable object and the computer becomes the surgeon through digital manipulation.


- Ombre, 2019. Video. Durata 2’29’’

Escutia esplora l'androginia nascosta nelle ombre di una forma maschile.


- Shadows, 2019. Video. Length 2'29''

Escutia explores the androgyny hidden within the shadows of a male form.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

IVANA GALLI

Biografia

Ivana Galli - musicista, fotografa, e scultrice - nasce a Venezia e ha quale forma d’espressione elettiva la fotografia, mestiere che inizia ad apprendere fin da giovanissima nel laboratorio fotografico del padre, ma nel suo percorso ha avuto modo di sperimentare nei più diversi campi dell’espressione artistica.

Ha nelle sue creazioni ben presente la lezione di ciò che di classico vi era da apprendere e di tutte quelle sottili trame compositive che rendono un’opera complessa ma al tempo stesso accessibile anche a chi non dispone dei necessari mezzi di lettura di quello che, molto genericamente, si intende quale arte contemporanea. Le sue opere non sfuggono all’astrattismo o all’essenzialità del segno o della plasticità, semplicemente riconoscono l’intrinseca bellezza di ciò che vi è rappresentato, mostrandolo senza timore o reverenza alcuna.

Opera in provincia di Venezia


Biography 

Ivana Galli - musician, photographer and sculptor - born in Venice in 1968 - haswhatform of electiveexpression the photography, craftbegins to learnat a youngage in the father’s photo lab, but in herpathhasbeenexperimenting in variousfields of artisticexpression.

Shehaswellpresent in hercreations the lesson of whatthereis to be learned from classic, and all the subtletextures of compositionthatmake a complex work yetaccessibleeven to thosewho do nothave the necessarymeans for readingthat, verygenerically, ismeant for contemporary art. Herworks do not elude from abstract art or essentiality of the sign or plasticity, simplyrecognize the intrinsic beauty of whatisrepresented, showingitwithoutanyfear or reverence.

works in the province of Venezia


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- Abbi pietà di me (have pity on me), 2017. Fotografia digitale, stampa su plexiglas. 50x100 cm.

- Mi adagio piano (I lie down slowly), dal progetto Ritratto scomposto (Broken Up Portrait), 2019. Fotografia digitale, stampa su plexiglas. 40x40 cm.

- La venere madre (mother venus), dal progetto Ritratto scomposto (Broken Up Portrait), 2019. Fotografia digitale, stampa su plexiglas. 40x40 cm.

- Non cercare cosa sembro. sono velata (don’t look at what I seem. I’m velied), 2017. Fotografia digitale, stampa su plexiglas. 50x100 cm.

- Il Giardino delle riflessioni. Video. Formato MP4. Durata 8’59’’

Tecnicamente parlando, ho costruito degli specchi appositamente con varie angolazioni di riflesso per creare diverse realtà di visione, un nuovo spazio, una nuova dimensione, che nell’attimo in cui la persona si sposta la visione cambia prospettiva.
Le persone fotografate non vedendosi in modo “solito” cominciano a ricercarsi.
Nello stesso specchio, alcuni specchi riflettono l’immagine a fuoco, mentre altre sfuocate. Questo mi/ci da ancor più la sensazione di dimensioni aperte.
È come quando eri bambino. È come sei bambino.
Un viaggio nel tempo, quel tempo che ti passa accanto, ti sfiora, sembra sollevare i cap- pelli col suo andare inarrestabile, e, nel mentre, tu sei lì immobile a guardare, avvolto in una dimensione ovattata, abiti la quotidianità, i riti, le messe, la realtà che diventa finzione e teatro, mentre tu, fermo in quel tuo mondo sfuocato, ora puoi finalmente vedere.
E vedi.
Vedi un mondo in cui vorresti esistere.
Sembra un po’ come il viaggio di Alice nel suo paese delle meraviglie.
Dimensioni irreali, cunicoli in cui precipiti in un tempo infinito, domande sconnesse, risposte mai date in silenzi di luna.
Forse la fantasia di un folle, scrittore o inventore di favole, può iniziare da ciò che vive realmente, ma lui ha la forza di fermarsi a guardare le realtà che lo abitano.
Specchi.
Specchi che di consueto riflettono quel che accade, ma mentre nel silenzio di una mattina d’autunno, ho alzato gli occhi tra gli specchi di casa e ho visto me stessa scomposta, mi sono guardata ed ho visto un’altra me.
Mi sono fermata, ora i miei occhi avevano smesso di vedere, ora cominciavo a ricercarmi
a guardarmi come quando ero bambino.
E allora, proprio con il fare di un bimbo ho iniziato a giocare, cucendo i pezzi di specchi su altri specchi come un eco che amplifica il dire.
E’ bello perdersi in uno specchio e farlo diventare il tuo viaggio nel tempo.


- Abbi pietà di me (have pity on me), 2017. Digital photography, Plexiglas printing. 50x100 cm.

- Mi adagio piano (I lie down slowly), from the project Ritratto scomposto (Broken Up Portrait), 2019. Digital photography, Plexiglas printing. 40x40 cm.

- La venere madre (mother venus), from the project Ritratto scomposto (Broken Up Portrait), 2019. Digital photography, Plexiglas printing. 40x40 cm.

- Non cercare cosa sembro. sono velata (don’t look at what I seem. I’m velied), 2017. Digital photography, Plexiglas printing. 50x100 cm.

- Il Giardino delle riflessioni. Video. MP4 Format. Length 8’59’’

Technically speaking, I have built mirrors specifically with various reflex angles to create different realities of vision, a new space, a new dimension, which at the moment when the person moves the vision changes perspective.
People photographed, not seeing themselves in a “usual” way, begin to look for themselves. In the same mirror, some mirrors reflect the image in focus, while others are blurred.
This to me/us even more the feeling of open dimensions.
It’s like when you were a child. Is what kind of baby you are.
A journey through time, the time that passes by, touch you, seems to lift your hair with its unstoppable go, and, meanwhile, you are there still watching, inside a cocoon-like environment and live the daily life, the rituals, the masses, the reality that becomes fiction and theater, while you, standing in that blurry world, now you can finally see.
And see.
See a world where you would like to be.
It seems like wAlice’s journey to her wonderland.
Unreal dimensions, culverts where you falls in an undefinited time, disjointed questions, no answers in moon silences.
Maybe the fantasy of a madman, writer or inventor of fairy tales, can start from what actually lives, but he has the strength to stop and look at the realities that inhabit it. Mirrors.
Mirrors that usually reflect what is happening, but while in the silence of an autumn morning, I looked up in the mirrors of my home and saw myself dismantled, I looked at myself and I saw another me.
I stopped, my eyes had ceased to see, now I began to seek me, looking at me, like when I was a child.
And then, just like a baby I started to play, sewing the pieces of mirrors over other mir- rors like an echo that amplifies the word.
It’s great to get lost in a mirror and make it your trip over time.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

LAURA GRECO

Biografia

Sin da bambina ho avuto la passione per le immagini. Mi divertivo a ritagliare fotografie che finivano sul mio diario e sui muri della mia stanza.

Non amando molto le parole, era il mio personale modo di comunicare.

Fotografandomi ho cominciato a conoscere le miei inquietudini, normale crescita che appartiene all’essere umano

né speciale, né differente, semplicemente ho trovato il mio modo di affrontare le mie paure, incertezze, ferite.

Crescere con l’immagine e continuo a farlo scegliendo la fotografia come diario personale, tutto ciò che ho da dire lo affido a lei.

Movimento, lunghe e multi esposizioni , bianco e nero sono gli strumenti che utilizzo di più, spingendomi nella manipolazione.


Biography

Since I was a child I have had a passion for images. I enjoyed cutting out photographs that ended up on my diary and on the walls of my room. Not being fond of words, it was my personal way of communicating.

By photographing myself I began to get to know my anxieties, normal growth that belongs to a human being neither special nor different, I simply found my way to face my fears, uncertainties, wounds through photography.

Maturing through image and I continue to do so by choosing photography as a personal diary, I entrust everything I have to say to her.

Movement, long and multi exposures, black and white are the tools I use the most, while only recently have I pushed myself into manipulation.


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- Naked (autoritratto) 2015. Collage. 25x25 cm.

- Autoritratto, 2018. Postproduzione fotografica. 50x50 cm.

- MadreMia, (autoritratto) 2020. Postproduzione fotografica. 50x32 cm.

- Autoritratto, 2018. Fotografia. 50x50 cm.

- E venne la morte, (autoritratto) 2020. Fotografia. 40x32 cm.
- Discendenze, (autoritratto) 2018.
Postproduzione fotografica. 32x40 cm.

Esigenze di me

Diario intimo di stati d’animo e pulsioni.


- Naked (autoritratto) 2015. Collage. 25x25 cm.

- Autoritratto, 2018. Photography post-production. 50x50 cm.

- MadreMia, (autoritratto) 2020. Photography post-production. 50x32 cm.

- Autoritratto, 2018. Photography. 50x50 cm.

- E venne la morte, (autoritratto) 2020. Photography. 40x32 cm.
- Discendenze, (autoritratto) 2018.
Photography post-production. 32x40 cm.

Needs me

Intimate diary of moods and drives.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

FEDERICA INTELISANO

Biografia

Federica Intelisano è una regista, montatrice e artista di effetti visivi creativi con un occhio per valicare i confini tra i generi. Lavora tra Los Angeles, New York e Milano dove dirige il suoi Studi di Post-Produzione e collabora regolarmente con Aziende e Agenzie di tutto il mondo. Federica lavora principalmente in spot pubblicitari, ma ha esperienza nel campanella Video art, dei cortometraggi, documentari, fashion film, videoclip e altro ancora. In qualità di artista che ama sperimentare e ricercare attivamente stili e tecniche differenti, Federica si impegna a creare effetti visivi e stili di editing unici e ricercati. Il sui lavori sono stati proiettati in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui Los Angeles FFF, Aesthetica Short Film Festival, Chicago FFF, e ha vinto il premio d'oro per il miglior montaggio al Ciclope Film Festival. Federica ha fatto parte del team dell'International Filmmaking Academy, dove ha avuto l'opportunità di migliorare il suo stile e la sua esperienza lavorando con registi premi Oscar come Francis Ford Coppola, Bèla Tarr, Jane Campion e Cristian Mungiu. Come Video e Digital Artist è stata selezionata insieme ad altri 10 talenti da tutto il mondo per il Celeste Price, e i suoi Video Art Projects sono stati proiettati in oltre 40 musei in Europa tra cui OXO Tower Warf (Londra), Macro Museum (Roma) , Museo della Triennale (Milano) e al Centre Pompidou (Parigi).


Biography

Federica Intelisano is a Director, Editor and Creative VFX Artist with an eye for blurring the lines between genres. She works between LA, NYC and Milan where she leads her Post- Production Studios and regularly collaborates with Companies and Agencies from all across the world. Federica mostly works in commercials, but she also has experience in Video art, short movies, documentaries, fashion film, videoclips, and more. As an Artist who loves to experiment and actively research different styles and techniques, Federica strives to create unique and edgy VFX and Editing Style. Her work has been screened at over 50 festivals worldwide including Los Angeles FFF, Aesthetica Short Film Festival, Chicago FFF, and she won the gold award for best Editing at Ciclope Film Festival. Federica spent time on the team of the International Filmmaking Academy where she had the opportunity to improve her style and expertise working with Oscar Award-Winning Directors such as Francis Ford Coppola, Bèla Tarr, Jane Campion and Cristian Mungiu. As a Video and Digital Artist she was selected along with 10 other talents from across the globe for the Celeste Price, and her Video Art Projects have been screened at over 40 Museums in Europe including OXO Tower Warf (London), Macro Museum (Rome), Triennale Museum (Milan) and at Centre Pompidou (Paris).


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- Ultima Madre, 2017. Video. Durata 15’38”

Di Federica Intelisano / Agostino Deledda / Giuseppe Genna

Una chiesa sconsacrata è il portale spaziotemporale da cui passa l'ultima donna fertile che vive sul nostro pianeta. E' diretta al limbo edenico in cui dimora il principio vivente che può incarnarsi come figlio nel nostro mondo. Per stazioni drammatiche in un regno che ricorda le ambientazioni e gli snodi della tragedia classica, la donna compie un percorso che la conduce dal possibile futuro bambino. Incontra le generazioni passate, incontra dio, incontra donne morte durante il parto, fino al momento fatale e inderogabile in cui si definisce il destino comune dei terrestri.


- Ultima Madre, 2017. Video. Length 15’38”

By Federica Intelisano / Agostino Deledda / Giuseppe Genna

The last fertile woman crosses the threshold within a sacred church. It’s holiness was deprived many years before and now it sits as a portal through space-time and is the gateway of her journey. Taken to this ancestral limbo-land where children would set their own destiny blessing or denying whether to come into the world, or not as the case may be. She seeks her future son and the new ancestor of Humanity. On this journey she runs into the personification of our Passed Generation, meeting god and confronts two women who died whilst giving birth. When finally she faces the last ineluctable fatal moment as she finds the baby: the moment when the destiny of humanity will be rewritten again.


- Innerspace / Outerspace, 2016. 

Innerspace. Video. Durata 2.48” / Outerpace. Video. Durata 1’23”

Crediti: Un Film di Federica Intelisano DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Giancarlo Morieri SOUND DESIGN Massimo Faes TESTI Giuseppe Genna PRODUTTORE ESECUTIVO Ago Deledda ESPERIMENTI CHIMICI Università Giada Vitali e Bicocca - Università degli Studi di Milano - Bicocca TRADUZIONE CINESE Davide Zheng

Una donna parla. il suo tono é meccanico, le sue parole esprimono un'anima più profonda; la voce della coscienza post-umana. La voce illumina un viaggio che trascende la nostra comprensione di dove e quando. Siamo traghettati attraverso l'anima collettiva mentre la nostra guida estrae ricordi di evoluzione, educazione e iper connettività. Lei è onnisciente. Osserviamo le minuzie di reazioni chimiche a Apparentemente ultraterrene attraverso una lente macro mentre esploriamo il flusso metaforico della singolarità tecnologica.


- Innerspace / Outerspace, 2016.

Innerspace. Video. Length 2.48” / Outerpace. Video. Length 1’23”

Credits: A FILM BY Federica Intelisano DIRECTOR OF PHOTOGRAPHY Giancarlo Morieri SOUND DESIGN Massimo Faes TEXT Giuseppe Genna EXECUTIVE PRODUCER Ago Deledda CHEMICAL EXPERIMENTS Giada Vitali e Bicocca University - Università degli Studi di Milano - Bicocca CHINESE TRANSLATION Davide Zheng

A woman speaks. Though her tone is mechanical, her words express a deeper soulfulness; the voice of post-human consciousness. The voice illuminates a journey transcending our understanding of where and when. We are ferried through the collective soul as our guide extracts memories of evolution, education, and hyper-connectivity. She is omniscient. We observe the minutiae of seemingly otherworldly chemical reactions through a micro lens as we explore the metaphorical stream of technological singularity.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

ANGELA INTINI

Biografia

E’ nata a Noci il 14/10/1992, dove attualmente risiede. Laureata con lode in Scienze dei Beni Culturali a indirizzo storico artistico e iscritta al biennio di Pittura e Nuove Tendenze (Accademia di Belle arti di Bari), da sempre ha mostrato interesse per la fotografia e i processi di stampa. Recentemente la sua passione, grazie al notevole interesse riscontrato dal grande pubblico per la sua opera, si è trasformata in professione, che Angelica esegue in maniera scrupolosa grazie ad una ricerca continua e costante.

Quasi esclusivamente in bianco e nero, la fotografia di Intini tratta tematiche legate al corpo, alla sua trasformazione e allo svelare quello che, per pudore e convenzione sociale, viene comunemente occultato.

Nell’ancora breve carriera artistica, Intini vanta già collaborazioni con artisti visivi di indiscusso successo e mostre di rilevanza nazionale.

Attraverso memorie collettive e archetipe, vaghe e sfumate, remote e contemporanee, la cronofotografia manipolata di Angelica Intini parla per tutti tramite il suo corpo, le sue nevrosi, il suo processo di riconoscimento.


Biography

She was born in Noci on 14/10/1992, where she currently lives. Graduated with honors in Cultural Heritage Sciences with a historical-artistic focus and enrolled in the two-year course of Painting and New Trends at the Academy of Fine Arts in Bari, she has always shown interest in photography and printing processes. Recently her passion, thanks to the considerable interest found by the general public for her work, has turned into a profession, which Angelica carries out scrupulously thanks to continuous and constant research.

Almost exclusively in black and white, Intini's photography deals with issues related to the body, its transformation and revealing what, out of modesty and social convention, is commonly hidden.

In the still short artistic career, Intini already boasts collaborations with visual artists of undisputed success and exhibitions of national importance.

Through collective and archetyp al memories, vague and nuanced, remote and contemporary, Angelica Intini's manipulated chrono photography speaks for everyone through her body, her neuroses, her process of recognition.


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- Autoritratto, dalla serie No Name, 2018/2019. Fotografia digitale ad esposizione lunga, stampa su carta fotografica applicata su forex. 4 pezzi 30x30 cm, 1 pezzi 50x30 cm. ciascuno

Nel 2017 Intini da inizio al suo progetto di autoritratti "NO NAME". La nozione di “nome” si associa a quella di “individuazione, precisazione”. Con i suoi autoritratti Intini, partendo da esperienze personali significative, vuole indagare più parti della sua identità difficili da individuare e, quindi, nominare. I suoi autoritratti, infatti, sono eterogenei: spaziano dal colore al bianco e nero. Le fotografie molto spesso sono post prodotte e manipolate dall’autrice per narrare sensazioni o emozioni di un preciso istante. L’uso del suo corpo è performativo e strumentale. Intini si autoritrae nella sua stanza-studio, lavorando sulle luci, sugli oggetti, sugli sfondi, molto spesso volutamente asettici, per dare risalto ai movimenti del suo corpo. In molti suoi autoritratti utilizza l’esposizione lunga, mossa dal bisogno di sdoppiarsi, di imprimere, nello stesso istante, più sé contemporaneamente. Questa scelta è importante e legata ad un suo dato autobiografico: l’artista ha una gemella omozigote ed è da sempre stata abituata a guardare, crescendo, un doppio sé.
La sua fotografia è legata ad un processo di emancipazione del corpo e del suo riconoscimento.

Intini, tramite “NO NAME”, parla di sé e, parlando di sé, parla di un “noi”.


- Autoritratto, dalla serie No Name, 2018/2019. Long exposure digital photography, print on photographic paper apply on forex. 4 works 30x30 cm, 1 work 50x30 cm. each

In 2017 Intini starts his "NO NAME" self-portrait project. The notion of "name" is associated with that of "identification, specification". With the self-portraits of him Intini, starting from significant personal experiences, wants to investigate several parts of his identity that are difficult to identify and, therefore, to name. In fact, his self-portraits are heterogeneous: they range from color to black and white. The photographs are very often post produced and manipulated by the author to narrate feelings or emotions of a precise moment. The use of her body is performative and instrumental. Intini draws himself into her study-room, working on the lights, objects, backgrounds, very often deliberately aseptic, to highlight the movements of her body. In many of her self-portraits of her she uses long exposure, moved by the need to double herself, to impress, at the same instant, several of herself at the same time. This choice is important and linked to an autobiographical fact of her: the artist has a homozygous twin and has always been used to looking at a double self as she grows up.

Her photography is linked to a process of emancipation of the body and of her recognition.

Intini, through “NO NAME”, speaks of herself and, speaking of herself, she speaks of an “we”.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

BEATRIX KITTENS

Biografia

Attualmente residente a Milano, Beatrix Kittens usa la fotocamera del suo smartphone economico per dar vita alle sue visioni tramite un linguaggio fatto di suggestioni, sfumature di colore, simbolismi ed associazioni personali.
Trae ispirazione dai propri ricordi e sogni, catturandone la carica emozionale tramite tinte pastello e donando loro un'allure criptica, lasciando così allo spettatore la libera interpretazione. Tra le influenze possiamo elencare: la fotografa giapponese Rinko Kawauchi, i film di Sophia Coppola e la sottocultura digitale del vaporwave.


Biography

Based in Milano, Beatrix Kittens describes her visions through her cheap smartphone camera lens using a personal language made of suggestions, colorful shades, symbolism and associations.
Inspired by her own memories and dreams she captures their emotional charge through pastel hues, giving them a cryptic vibe leaving the viewer to his own interpretation, We could mention these influences through her art: japanese photographer Rinko Kawauchi, Sophia Coppola's movies and the internet subculture Vaporwave.


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Dalla raccolta: Unknown Connections

- Impermanence, 2017. Phoneography, Stampa su carta fotografica. 10x10 cm (con cornice 15x15)

- Longing, 2019. Phoneography, Stampa su carta fotografica. 10x10 cm (con cornice 15x15)

- Devotion, 2019. Phoneography, Stampa su carta fotografica. 10x10 cm (con cornice 15x15)

- Projection, 2020. Phoneography, Stampa su carta fotografica. 10x10 cm (con cornice 15x15)

- Hideaway, 2020. Phoneography, Stampa su carta fotografica. 10x10 cm (con cornice 15x15)

- Guardian angel, 2021. Phoneography, Stampa su carta fotografica. 10x10 cm (con cornice 15x15)

La mia raccolta si chiama Unknown Connections, ispirata al concetto di sincronicità. Le immagini che ho catturato sono infatti frutto di epifanie, sincronicità che all'esterno possono apparire causali ma che hanno collegamenti profondamente personali, legati ad esperienze, sogni e ricordi, frammenti del mio mondo interiore.

Sono volutamente piccole diapositive collezionate con uno strumento triviale e quotidiano come la fotocamera del telefono, con un formato che ricorda un po' i diari social che abbiamo oramai tutti, un diario segreto aperto al pubblico e alle sue interpretazioni.


From collection: Unknown Connections

- Impermanence, 2017. Phoneography, photo paper printing. 10x10 cm (with frame 15x15)

- Longing, 2019. Phoneography, photo paper printing. 10x10 cm (with frame 15x15) 

- Devotion, 2019. Phoneography, photo paper printing. 10x10 cm (with frame 15x15)

- Projection, 2020. Phoneography, photo paper printing. 10x10 cm (with frame

- Hideaway, 2020. Phoneography, photo paper printing. 10x10 cm (with frame 15x15)

- Guardian angel, 2021. Phoneography, photo paper printing. 10x10 cm (with frame 15x15)

My collection is called Unknown Connections, inspired by the concept of synchronicity. The images I captured are in fact the result of epiphanies, synchronicities that may appear causal on the outside but which have deeply personal connections, linked to experiences, dreams and memories, fragments of my inner world.

They are deliberately small slides collected with a trivial and everyday tool like the phone camera, with a format that is somewhat reminiscent of the social diaries that we all have now, a secret diary open to the public and its interpretations.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

ANNE LOCQUEN

Biografia

Ingegnere di formazione, vivo e lavoro a La Rochelle, Francia. Sono un membro del collettivo FemmesPHOTOgraphes e il mio mezzo è la polaroid.
Concentro il mio lavoro intorno all'intimità, fotografando chi mi è vicino, me stesso con l'intenzione di far desiderare allo spettatore di trovare ed esplorare connessioni con la propria esistenza invitandolo alla riflessione e all'introspezione.
Pratico l'autoritratto, un lavoro sull'identità. Sto costruendo diverse serie di autoritratti. Il nostro mondo interiore di emozioni, sentimenti, sensazioni, pensiero è così vasto che rimane in parte invisibile all'altro. La sua espressione, la sua rappresentazione permette di costruire legami con gli altri e rende possibile la scoperta e la conoscenza di sé.
Affascinati da specchi che hanno poteri che vanno oltre le semplici proprietà riflettenti, alcuni di questi autoritratti si "riflettono" e mostrano un corpo cancellato, destrutturato, destrutturato, un'altra immagine di sé. Queste "mise en abîme" sono una ricerca dell'invisibile in ciò che siamo.
Sto anche lavorando con le piante, creando serie di ritratti e autoritratti. L'uomo moderno plasma il suo ambiente, afferma il suo potere sulla natura. Usa la pianta per nutrirsi, come materia prima, per curarsi ... Attraverso le mie immagini immagino un legame diverso da queste, un rapporto più fisico, una forma di abbraccio dove il corpo si abbandona e si lega alla pianta fino a quando vi si scioglie. Una riflessione su come la natura che ci circonda e si evolve modella i nostri paesaggi interiori e oltre, le nostre identità.


Biography

Engineer by training, I live and work in La Rochelle, France. I am a member of the FemmesPHOTOgraphes collective and my medium is the polaroid.
I concentrate my work around the intimacy, photographing those close to me, myself with the intention of making the viewer want to find  and explore connections with is own existence inviting him to reflection and introspection.
I practice self-portraiture, a work on identity. I'm constructing several series of selfportraits. Our inner world of emotions, feelings, sensations, thought is so vast that it remains partly invisible to the other. Its expression, its representation makes it possible to build the links to others and makes possible the discovery and the knowledge of oneself.
Fascinated by mirrors that have powers that go beyond simple reflective properties, some of these self-portraits are "reflected" and show a body erased, unstructured, deconstructed, another image of oneself. These “mise en abîme” are a quest for the invisible in who we are.
I'm also working with plants, creating series of portraits and selfportraits. Modern man shapes his environment, asserts his power over nature. He uses the plant to feed itself, as  raw material, to heal itself... Through my images, I imagine a different link than these, a more physical relationship, a form of embrace where the body abandons itself and binds to the plant until it melts into it. A reflection on how the nature that surrounds us and evolves shapes our interior landscapes and beyond, our identities.


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- No title, (dalla serie Not disappear), #1, #2, #3, #4, #5, #6, 2017/2019. Polaroid, 20x20 cm. ciascuna

Vi presento diverse immagini di una serie chiamata "Not disappear", che è composta da immagini con specchio e autoritratti da soli o accompagnati, interroga il nostro posto tra e con gli altri.
Siamo come persone smarrite e attraversiamo il mondo come fantasmi nel flusso. Conoscere se stessi non è fermarsi; è costruire se stessi e costruire con l'altro, trovare il proprio posto, la propria utilità, la propria necessità.


- No title, (from the series Not disappear), #1, #2, #3, #4, #5, #6, 2017/2019. Polaroid, 20x20 cm. each

I present you several image from a serie called "Do not disappear", wich is composed of images with mirror and self-portraits alone or accompanied, questions our place among and with others.
We are like people lost and cross the world like ghosts among the flow. To know oneself is not to stop ; it is to build oneself and to build with the other, to find one's place, one's utility, one's necessity.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

CRISTINA LUCIANI

Biografia

Fotografa e fotoreporter freelance, vive a Palma di Maiorca. Nata a Teramo, nel 1989,nel 2013 si trasferisce a Roma iniziando a frequentare l'Accademia nel Centro Sperimentale Adams.
Qui si specializza nel Fotoreportage, dove spicca la figura intima, nell'osservazione delle persone nella loro vita quotidiana. Appassionata di viaggi e molto attenta alle politiche sociali, spinta dalle straordinarie storie del nonno degli anni '30 e '40.

Si reca a Sarajevo per documentare gli effetti sociologici che la guerra devastante ha portato con sé. Questa esperienza produce un progetto fotografico che delinea sempre più la personalità delle sue fotografie: l'uso acuto del bianco e nero ela profonda attenzione allo scenario architettonico, protagonista indiscusso del struttura fotografica.

Cristina ha collaborato con il quotidiano del Comune di Teramo, ed ha partecipato a numerose mostre fotografiche tra Viterbo, Roma e Firenze. Nella Short Gallery ha esposto le sue foto al Tad Concepstore in Via del Babuino.

Lei collabora con la società BonoBono Art Events e Art Apart Gallery nella città di Palma con cui ha ideato la mostra collettiva "We are Human".

Attualmente impegnata nello sviluppo di progetti sociali in campo culturale e ambientale.


Biography

Freelance photographer and photo journalist, lives in Palma de Mallorca.

Born in Teramo in Italy in 1989, she moved to Rome starting to attend the Adams Experimental Centre Academy.
Here shevspecializes in reportage photography and portraiture where a marked intimate figure has been noted in the observation of people in their daily lives. Passionate about travel and very attentive to social policies, driven by the extraordinary stories of her grandfather from the 30s and 40s, she heads to Sarajevo to document the sociological effects that the devastating war has brought with it. This experience produces a photographic project that increasinglyoutlines the personality of his photographs: the sharp use of black and white and  the deep attention to the architectural scenario, the undisputed protagonist of the photographic structure. Cristina has collaborated with the newspaper the City in Teramo, and has participated in numerous photographic exhibitions between Viterbo, Rome and Florence, as the Short Gallery and exhibited her photos at Tad Concepstore in Via del Babuino.
She collaborates with the company BonoBono Art Events and Art Apart Gallery in Palma city with hich she created the collective exhibition "We are Human". Currently she’engaged in the development of social projects in cultural, environmental and fields.


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- Distopia Urbana - Metrorbicolare, 2019. Stampa su carta baritata. 30x45 cm.
- Distopia Urbana - Interposizione, 2019.
Stampa su carta baritata. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - Celerità, 2019. Stampa su carta baritata. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - La Massa, 2019. Stampa su carta baritata. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - Tempus, 2019. Stampa su carta baritata. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - Luce, 2019. Stampa su carta baritata. 30x45 cm.

La stazione ferroviaria è per definizione un limbo, un luogo ricco di individui, che si toccano leggermente ciascuno con l'altro senza mai entrare in una relazione.

Dall'osservatorio privilegiato di una ferrovia piattaforma, è possibile assistere allo spettacolo di un'umanità in perenne e frenetico movimento,guidati dalla voglia di consumare e dalla necessità di garantire la sopravvivenza quotidiana.

Il progetto Urban Dystopia assume il compito di rappresentare una società contemporanea alla deriva, che porta i suoi figli all' annientamento ed a un viaggio fotografico in cui l'unico punto è il contatto, tra la variegata moltitudine di individui che affollano le piattaforme.

Quest'ultimo è infatti un vettore materiale e simbolico, strumento indispensabile per il funzionamento del tritacarne capitalista nel suo vorticare di persone, come pedine, sulla scacchiera.

Non possiamo sapere dove stanno andando, né qual è il motivo che spingono a muoversi, possiamo solo testimoniare la loro corsa frenetica, in una dimensione concentrata esclusivamente sul presente e consumata dal puro individualismo.

La simmetria è protagonista anche di Dystopia Urbana: le linee, i punti di fuga,le luci e le ombre definite dai binari, dalle stazioni ferroviarie, dagli edifici che generano figure multiple, mutevoli e talvolta ripetitive, sembrano esprimere un senso di esasperazione verso un movimento che confonde e travolge.

Ogni cornice fotografica vuole essere un contenitore di questo spazio distopico, generato dalla giustapposizione di figure in rapido movimento all'interno di luoghi anche sinonimo di velocità, ma che sono fermi quando sono attraversati da viaggiatori, chiamati uomini.


- Distopia Urbana - Metrorbicolare, 2019. Print on baryta paper. 30x45 cm.
- Distopia Urbana - Interposizione, 2019.
Print on baryta paper. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - Celerità, 2019. Print on baryta paper. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - La Massa, 2019. Print on baryta paper. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - Tempus, 2019. Print on baryta paper. 30x45 cm.

- Distopia Urbana - Luce, 2019. Print on baryta paper. 30x45 cm.

The railway station is by definition a limbo, a non place rich in individuals, who touch lightly each other without ever entering into a relationship.

From the privileged observatory of a railway platform, it is possible to observe the spectacle of a humanity in perennial and frenetic movement, guided by the desire to consume and the need to ensure daily survival.

The ‘Urban Dystopia’ project takes on the task of representing a drifting contemporary society, which leads the children to personal annihilation and social alienation, in a photographic journey in which the only point of contact, among the varied multitude of individuals who flock to the platforms, consists of the train.

The latter is, in fact, a material and symbolic vector, an indispensable tool for the functioning of the capitalist mincer that whirling people, as pawns, on the chessboard of life; we don’t know, we cannot know where they are going, nor what is the reason that push to move… we can only

witness their frenetic race, in a dimension focused solely on the present and consumed by pure individualism.

Symmetry is also the protagonist of this project: the lines, the vanishing points, the lights and shadows defined by the tracks, the railway stations, the buildings that generate multiple, changing and sometimes repetitive figures, seem to express a sense of exasperation, towards a movement that confuses and overwhelms.

Each photographic frame wants to be a container of this dystopian space, generated by the juxtaposition of fast moving figures within places also synonymous with speed, but which are still when they are crossed by those eternal travelers, called humanity.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

CRISTINA MALCISI

Biografia

Nata a settembre. Indecisa per natura ma fortemente attratta dalla fotografia. Grande viaggiatrice fino all’anno scorso, per il momento mi muovo con la fantasia. Amo la fotografia di strada, piccola cronaca di quello che mi circonda. La strada è per me un bellissimo scenario. Mi sto appassionando all’autoritratto. I libri e la musica mi suggeriscono spesso idee per scattare. Sono curiosa e sto imparando ad essere paziente.


Biography

Born in September. Indecise by nature but strongly attracted to photography. Up until last year, a great traveller, for the moment, a traveller of the imagination. A lover of street photography, as a record of what’s happening around me. I see the street as an amazing scenario. Moving now toward the self-portrait. Books and music give me ideas for images. Always curious, learning to be patient.


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- Out of Focus (autoscatto), 2020. Fotografia digitale, stampa fine art su carta cotone. 6 pezzi 20x30 cm. ciascuno

Ho fotografato da sempre. Era un modo per riportare a casa ricordi, per fissare momenti da ricordare dopo. Da alcuni anni invece ho scoperto un nuovo piacere nella fotografia. C’è sempre qualche inciampo nella vita che, se colto nel modo giusto, ci fa riconsiderare mezzi e situazioni da un altro punto di vista, come per creare spazio. Per me la fotografia è anche divertimento, prendo la fotocamera e esco. Cammino, mi immergo nella scena urbana, cerco di captare situazioni che si nascondono oltre il semplice vedere. I miei autoritratti nascono sempre da un bisogno di vedermi riflessa in uno scatto quasi fosse uno specchio. Raramente li programmo, è un impulso, una sensazione che può essere di tristezza, gioia, voglia di ironia. In questo modo mi sono avvicinata a me stessa e alla possibilità di raccontare storie con le immagini. Catturare attraverso uno scatto emozioni che faticavano ad uscire e scoprire che riuscivo a farle percepire anche a chi guardava mi ha regalato una grande forza. Ho accettato i cambiamenti sia del mio sentire che quelli del mio corpo, senza compromessi o inutili pudori, mantenendomi sempre in una cornice pulita. Non rigore estetico ma del sentire. Questi scatti, probabilmente imperfetti tecnicamente, sono nati in una casa ormai svuotata di un’altra presenza, quasi un rimarcare la necessità di riportare in vita spazi diventati vuoti. Con questo lavoro è come se avessi voluto farmi sorprendere dalla macchina fotografica lasciando che mi riprendesse in qualsiasi momento in un movimento continuo, fluido e spontaneo. Erano giornate buie ma la luce nella stanza in quel mese di febbraio mi aveva dato energia e serenità. Nata a settembre. Indecisa per natura ma fortemente attratta dalla fotografia. Grande viaggiatrice fino all’anno scorso, per il momento mi muovo con la fantasia. Amo la fotografia di strada, piccola cronaca di quello che mi circonda. La strada è per me un bellissimo scenario. Mi sto appassionando all’autoritratto. I libri e la musica mi suggeriscono spesso idee per scattare. Sono curiosa e sto imparando ad essere paziente.


- Out of Focus (self-portrait), 2020. Digital photography, fine art print on cotton paper. 6 pieces 20x30 cm. each

I’ve always taken photos. It was a way to bring home memories, to capture moments to remember later. Everyone comes up against obstacles in life, obstacles which, if we can embrace them in the right way, can help us to reassess things from another point of view, to create some space. Photography is also fun for me, I pick up the camera and go out, I walk around, in this urban surroundings, and try to capture the situations that are hidden behind a simple gaze. 

My self-portraits come from the need to see myself reflected in an image as if in a mirror. I rarely plan them, but rather they come from an impulse that can be sad, joyful or ironic. In this way I’ve grown closer to myself and to the possibility of story-telling through images. The idea that I can capture in a photography an emotion that was struggling to break free and to make it perceptible to the observer has given me great strength. I’ve grown to accept the changes in my feeling and in my body, without compromise or shame, but placing myself in a clear context. These images emerged out of a house which had become bare of another presence and with all their technical imperfections they demonstrate the need to give new life to empty spaces. With this work it is as if I wanted to take myself by surprise and record myself at every moment in one continuous, fluid and spontaneous movement. They were dark days, but in those February the light in the room gave me energy and calm.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

LUCA MATARAZZO

Biografia

Sono nato nell'82. Si vincevano i mondiali quell'anno, e le partite si ascoltavano alla radio, i cartoni in tv erano quelli giapponesi e i giocattoli americani, la TV era quella di Mediaset, e il mio cibo preferito erano gli hamburger del Burghy e i Soldini della Mulino Bianco, cosi si è formato il mio primo immaginario che oggi molto influenza tutto il mio lavoro.

Faccio il fotografo, gioco con l'immagine e l'immaginario, usando spesso altri medium per creare i miei lavori, mi piace scrivere, disegnare, tagliare la carta e incollarla, mi piace mixare elementi incompatibili per raccontare me stesso, le persone che incontro e il mondo che osservo.

Sempre di più cerco di utilizzare i materiali del mio archivio, magari creati per un motivo, e ripensarli, riutilizzarli con altri significati, ridargli vita, ricontestualizzare questi materiali.

Nel 2012 ho iniziato un progetto erotico chiamato Eromata, una raccolta, ad oggi, di 7000 istantanee erotiche, una sorta di personale raccolta di figurine...per adulti. Questo lavoro è in continua crescita, e spesso è fonte di materiale per altre sperimentazioni.

Nel 2019 sono coautore del volume “Ultima Edizione – Storie nere dagli archivi de La Notte”, un libro che esplora la fotografia di cronaca nera attraverso gli scatti inediti dei fotografi dello storico quotidiano lombardo.


Biography 

I was born in 82. The World Cup was won that year, and the match were listened to on the radio, cartoons on TV they were Japanese and toys American, TV was Mediaset's, and my favorite food were Burghy burgers and Mulino Bianco Soldini, this is the way my first imaginary was formed and it still influence all my work. I am a photographer, I play with the image and the imaginary, often using other mediums to create my works, I like to write, draw, cut paper and paste it, I like to mixing incompatible elements to tell about myself, the people I meet and the world i observe. I try to start my works by using picture of my archive, and rethink them, reuse them with other meanings, give them life again, recontextualize these materials.

In 2012 I started an erotic project called Eromata, a collection of 7000 erotic polaroid, a kind of personal collection of stickers ... for adults. This work is in it continues to grow, and is often a source of material for other experiments.

In 2019 I am co-author of the book “Ultima Edition - Storie Nere dagli archivi de La Notte”, a book that explores crime photography through unpublished shots of the historian's newspaper photographers.


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- CB Black Print #2, 2020. Stampa fine art su Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (con cornice 40x50 cm.) Limited Edition 10 copie numerte e firmate

- CB Green Print #1, 2020. Stampa fine art su Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (con cornice 40x50 cm.) Limited Edition 10 copie numerte e firmate

- CB Blue Print #1, 2020. Stampa fine art su Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (con cornice 40x50 cm.) Limited Edition 10 copie numerte e firmate

- CB Red Print #2, 2020. Stampa fine art su Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (con cornice 40x50 cm.) Limited Edition 10 copie numerte e firmate

- CB Yellow Print #2, 2020. Stampa fine art su Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (con cornice 40x50 cm.) Limited Edition 10 copie numerte e firmate

Luca Mata, alias Luca Matarazzo è un personaggio letterario e in quanto tale ha sentito l’esigenza di esprimere narrativamente le sue forme espressive. Nasce nel 1982, sotto il segno dei mondiali di

calcio vinti, quando le partite si ascoltavano alla radio, i cartoni in tv erano quelli giapponesi e i giocattoli americani, la TV era quella di Mediaset, e il mio cibo preferito erano gli hamburger del Burghy e i Soldini della Mulino Bianco, cosi si è formato il mio primo immaginario che oggi molto influenza tutto il mio lavoro.

La strategia è la via del paradosso, come dice Sun Tsu, e Luca Mata scrive la sua arte della guerra artistica, in una maniera pura e personale. Vive nella continua ricerca di un equilibro, ha dentro di sé un hagakure che lo ha spinto oltre la mera fotografia e lo ha portato a ritagliare, imprimere, cucire e stampare il caotico mondo della sua immaginazione che come un sogno a occhi aperti si mischia con il reale. Una piega immaginativa che si sviluppa su cinque colori, cinque idee, cinque

suggestioni ordinate e al contempo caotiche. Una lotta, una battaglia che puzza di tabacco e residui emozionali, Luca Mata come Miyamoto Musashi che scrive il suo diario, lo appunta, lo perfeziona e lega insieme i suoi “cinque anelli”. I colori scelti sono quelli del suo immaginario, quelli che più lo attirano. La sua lotta è una tempesta calma che si infrange sulle pagine dei suoi quaderni, tra pulsioni, passioni ricordi di un passato violento e di un presente che esplode nel suo istante, raccolto da una foto, incarnato nella colla e nella pagina di una memoria, legato insieme con punti di sutura. Demoni e dee, amori e scopate, poesia della violenza. 

Il montaggio di Luca Mata nei suoi quaderni è un mix di foto, colori, pennarelli, racconti e morsi estetici. Un mix di altri media capace di unire elementi incompatibili per raccontare cioè che l’artista ha nascosto tra

le foglie della sua giungla interiore, fatta di persone incontrate e di pezzi di mondo osservato. Un diario di scuola segnato dalla vita, un insieme di fogli e di appunti da non dimenticare, una playlist che suona solo cinque canzoni potenti, un gesto che non è stato fatto, ma che avrebbe potuto essere qualcosa. Immagini e parole, racconti e frammenti taglienti come pezzi di vetro, il vetro di uno specchio che continua a riflettere l’immagine dell’artista anche quando è in frantumi.

Nel 2012 nasce il progetto erotico chiamato Eromata, una raccolta, ad oggi, di 7000 istantanee spesso identificate come una personale “raccolta di figurine” per adulti. Questo lavoro è in continua crescita, e spesso è fonte di materiale per altre sperimentazioni che hanno portato alla creazione di questi “compiti a casa” storie di un retaggio adolescenziale che ricorda i giorni della scuola, le vacanze estive, i primi pomeriggi passati a scoprire i corpi nudi, deragliando sulle proprie perversioni e la propria pornografia acerba, inconsapevole e tragicamente temeraria.


- CB Black Print# 2, 2020. Fine art print on Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (with frame 40x50 cm.) Limited Edition 10 numbered and signed copies

- CB Green Print #1, 2020. Fine art print on Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (with frame 40x50 cm.) Limited Edition 10 numbered and signed copies

- CB Blue Print  #1, 2020. Fine art print on Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (with frame 40x50 cm.) Limited Edition 10 numbered and signed copies

- CB Red Print #2, 2020. Fine art print on Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (with frame 40x50 cm.) Limited Edition 10 numbered and signed copies

- CB Yellow Print #2, 2020. Fine art print on Hahneuhle Photo Rag 308gsm. 30x40 cm. (with frame 40x50 cm.) Limited Edition 10 numbered and signed copies

Luca Mata, aka Luca Matarazzo is a literary character and as such he felt the need to narratively express his expressive forms. He was born in 1982, under the sign of the World Cup

football were won, when the games were listened to on the radio, the cartoons on TV were the Japanese ones and the American toys, the TV was that of Mediaset, and my favorite food was Burghy's burgers and Mulino Bianco's Soldini, so the my first imagery that today greatly influences all my work.

Strategy is the path of paradox, as Sun Tsu says, and Luca Mata writes his art of artistic warfare, in a pure and personal way. He lives in the continuous search for balance, he has a hagakure within himself that pushed him beyond mere photography and led him to cut out, imprint, sew and print the chaotic world of his imagination that, like a daydream, mixes with the real. An imaginative fold that develops over five colors, five ideas, five

suggestions ordered and at the same time chaotic. A fight, a battle that smells of tobacco and emotional residues, Luca Mata like Miyamoto Musashi who writes his diary, notes it, perfects it and binds his "five rings" together. The colors chosen are those of his imaginary of him, those that most attract him. His struggle is a calm storm that breaks on the pages of his notebooks, between impulses, passions, memories of a violent past and a present that explodes in its instant, collected from a photo, embodied in the glue and in the page of a memory, tied together with stitches. Demons and goddesses, loves and fucks, the poetry of violence.

Luca Mata's montage in his notebooks is a mix of photos, colors, markers, stories and aesthetic bites. A mix of other media capable of combining incompatible elements to tell that the artist has hidden between

the leaves of the jungle inside him, made up of people he met and pieces of the world he observed. A school diary marked by life, a set of sheets and notes not to be forgotten, a playlist that plays only five powerful songs, a gesture that has not been done, but that could have been something. Images and words, tales and fragments as sharp as pieces of glass, the glass of a mirror that continues to reflect the artist's image even when he is shattered.

In 2012 the erotic project called Eromata was born, a collection, to date, of 7000 snapshots often identified as a personal "collection of stickers" for adults. This work is constantly growing, and is often a source of material for other experiments that have led to the creation of these "homework" stories of an adolescent legacy that recalls school days, summer holidays, the first afternoons spent discovering naked bodies, derailing on their perversions and their immature, unconscious and tragically reckless pornography.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

DOMENICA MELILLO

Biografia

Mi chiamo Domenica Melillo, sono nata ad Avellino l’8 giugno 1987. Sono laureata in New Media Art presso l’accademia di Belle arti di Napoli e lavoro come visual designer a Milano.

La mia ricerca artistica è incentrata sull’identità, l’estetica, la relazione e il dialogo che esprimo principalmente attraverso autoritratti in cui non riesco a mostrarmi, rifiutando le convenzioni della rappresentazione superficialmente esplicita dell’era post-digitale. Mi lascio ispirare dalla quotidianità, dalle pitture del realismo magico e dalle correnti ancestrali e filosofiche.

Ho partecipato ad alcune esibizioni nazionali ed internazionali, tra cui Art for Refugees e Art for Kika (Cloud Gallery, 2016 e 2017) e THE WRONG BIENNALE (2018), e ho realizzato installazioni ed esibizioni a festival musicali e di subculture, con collaborazioni multitecniche che hanno coinvolto anche La Repubblica e l’Università Federico II di Napoli.


Biography 

My name is Domenica Melillo, I was born in Avellino on June 8, 1987. I have a degree in New Media Art at the Academy of Fine Arts in Naples and I work as a visual content creator in Milan.

My artistic research is centered on identity, aesthetics, relationship and dialogue that I mainly express through self-portraits in which I cannot show myself, rejecting the conventions of superficially explicit representation of the post-digital era. I let myself be inspired by everyday life, by the paintings of magical realism and by ancestral and philosophical currents.

I have participated in some national and international exhibitions, including Art for Refugees and Art for Kika (Cloud Gallery, 2016 and 2017) and THE WRONG BIENNALE (2018), and I have created installations and performances at music and subculture festivals, with multi-technical collaborations which also involved La Repubblica and the Federico II University of Naples.


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- Safety mask (temporaneo), 2020. Video 9:16 mp4/mov. Durata 0’19’’

Il lockdown che ho vissuto a Milano ha portato in me una moltitudine di pulsioni dicotomiche. Se nascondersi è sempre stato un modo per proteggersi dalla vulnerabilità insita nella manifestazione di sé, una protezione non contemplata in un mondo in continua esibizione, ora nascondersi e isolarsi diventano doveri civici.

Nell'estrema solitudine che ho vissuto, con un mondo esterno in tumulto, ho dovuto imparare a gestire la convivenza più ardua: quella con me stessa.

Ho trovato insopportabili le news ansiogene e l’interminabile vociare dell’iperconnessione, con un prossimo che inquinava il mio isolamento, divenuto una solitudine apprezzata. E così la maschera è diventata davvero un modo per proteggermi, per smettere di guardare mostrandosi all’impersonale prossimo, ritrovando invece un sincero amore per me, sentendo fortemente la mia caducità e quella collettiva in una crescente consapevolezza.


- Safety mask (temporaneo), 2020. Video 9:16 mp4/mov. Lenght 0’19’’

The lockdown that I experienced in Milan brought a multitude of dichotomous impulses in me. If hiding has always been a way to protect oneself from the vulnerability inherent in self-manifestation, a protection not contemplated in a world in constant display, now hiding and isolating oneself become civic duties.

In the extreme solitude that I lived, with an outside world in turmoil, I had to learn to manage the most difficult coexistence: the one with myself.

I found the anxious news and the interminable chatter of hyperconnection unbearable, with a neighbor who polluted my isolation, which had become an appreciated solitude. And so the mask really became a way to protect me, to stop looking at the impersonal neighbor, finding instead a sincere love for me, strongly feeling my transience and the collective one in a growing awareness.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

CRISTINA MIRANDOLA

Biografia

Sono tornata alla mia città natale, Bologna, dopo una lunga assenza che mi ha portata prima a Firenze, dove mi sono specializzata alla scuola internazionale d'arte grafica il Bisonte. In quegli anni mi sono dedicata al mio amore per l'incisione che era nato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, in seguito mi sono spostata a Torino e poi a Biella, città dove ho vissuto molti anni all'interno della poliedrica fucina di Cittadellarte, la Fondazione creata da Michelangelo Pistoletto. Da sempre affascinata dai contenitori di vetro e dal mondo vegetale, nel 2016 ho pubblicato per logos edizioni Vivarium. Archivio dei messaggi indecifrati, dove quindici nature morte raccolgono gli indizi di un esercizio di magia.


Biography

I returned to my home town, Bologna, after a long absence that took me first to Florence, where I specialised at the international school of graphic art, Il Bisonte. During those years I dedicated myself to my love of engraving, which had been born at the Academy of Fine Arts in Bologna. Later I moved to Turin and then to Biella, the city where I lived for many years in the multifaceted forge of Cittadellarte, the Foundation created by Michelangelo Pistoletto. Always fascinated by glass containers and the plant world, in 2016 I published for logos editions Vivarium. Archivio dei messaggi indecifrati (Archive of undeciphered messages), where fifteen still lifes collect the clues of an exercise in magic.


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- Pegni d’amore, il corredo – archivio di messaggi indecrifrati, 2011/2021. Fotoceramiche a colori  e vassoi in metallo. 15 pezzi 10x8x0,5 cm. ciascuno e vassoi dimensioni variabili

- Pegni d'amore, dittico, archivio dei messaggi indecifrati, 2012. Video performance. Durata 5’25”

Archivio dei messaggi indecifrati è il contenitore che accoglie la mia ricerca. Raccogliere, custodire, definire, "archiviare" con la consapevolezza di sentire sempre la presenza della parte inesplicabile, di ciò che è più prezioso, vivo e sacro: l'inarchiviabile, l'indefinibile.

Essenza, a cui solamente si può tendere senza poterla mai afferrare.

“Un indefinito, un implicito che non può esplicitarsi. Lì è il divino, di qualsiasi origine.” (Calasso)

I Pegni d'amore sono parte di questo archivio.

Pegni d’amore, il corredo

Sono i ritratti della lotta e della danza, dell'acquisizione del corredo come iniziazione. Il corsetto, la sottoveste e la guaina diventano il femminile ereditato che assume la forma di maschera mostruosa, costrizione indossata e trasformata.

La danza e la lotta necessarie a spogliarsene, a liberarsene, creano le immagini preziose, le piccole icone funeree, ironiche, sensuali e dolorose del femminile, servite su “piatti d’argento”, che sono al contempo specchi segnati e usurati, nei quali trovare una parte di sé.

Pegni d'amore, dittico

La sottoveste del materno corredo è indossata.  La maschera si fa densa e non lascia spazio alla vista.
Questo è il momento del cieco rammendo, del tempo e della perdita.


- Love tokens the trousseau - archive of undeciphered messages, 2011/2021. Colour photo ceramics and metal trays. 15 works 10x8x0,5 cm. each and trays of varying size

- Diptych love tokens - archive of undeciphered messages, 2012. Video performance. Lenght 5’25”

Archive of undeciphered messages is the container that houses my research.  Collecting, preserving, defining, "archiving" with the awareness of always feeling the presence of the inexplicable part, of what is most precious, alive and sacred: the unarchivable, the indefinable. Essence, to which one can only strive without ever being able to grasp it. "An undefined, an implicit that cannot be made explicit. There is the divine, of whatever origin". (Calasso)
The Pledges of Love are part of this archive.

Pledges of Love, the trousseau

These are portraits of the struggle and the dance, of the acquisition of the trousseau as initiation. The corset, the petticoat and the girdle become the inherited feminine that takes the form of a monstrous mask, a constriction worn and transformed. The dance and the struggle necessary to strip it off, to free oneself from it, create the precious images, the small funereal, ironic, sensual and painful icons of the feminine, served on "silver plates", which are at the same time marked and worn mirrors, in which to find a part of oneself.

Pegni d'amore, diptych
The petticoat of the maternal trousseau is worn. The mask becomes dense and leaves no room for sight.

This is the moment of blind mending, of time and loss.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

SAMI OLIVER NAKARI

Biografia

Sami Oliver Nakari è un fotografo nato in Austria da genitori finlandesi, nel 1984. È cresciuto in Italia dove ha studiato cinematografia, passione che lo ha portato prima a Roma e poi in Finlandia.
All'età di 25 anni ha iniziato un'importante esperienza di vita in Olanda, lavorando come video maker per diverse gallerie d'arte di Amsterdam.
Allo stesso tempo ha coltivato la passione per la fotografia e a 31 anni espone per la prima volta la serie Directions, una raccolta di immagini in bianco e nero di vedute e strade di città. Poco dopo, durante i mesi a Berlino, ha intrapreso il suo viaggio nella fotografia di moda e, una volta rientrato in Italia, ha iniziato ad elaborare editoriali e campagne pubblicitarie.

Dal 2017 partecipa alla Fashion Week di Milano come fotografo di backstage. Questo lavoro lo ha portato anche a Londra, Parigi, Copenhagen e Shanghai negli anni seguenti fino ad oggi.

Nel 2019 ha iniziato una nuova esperienza come Art Curator presso la galleria The Address di Brescia, organizzando la mostra “I am in love with the obvious," tributo alla fotografia di William Eggleston. Attualmente cura “Contemporary Fashion Photography”, la cui prima edizione si è tenuta a Settembre 2020 e la prossima è attesa per il 2021.
Sami non ha mai abbandonato la sua passione per la natura e la fotografia di paesaggio, che unisce alla moda nelle sue storie. Inoltre, ama i vecchi film francesi.

Per descrivere la sua fotografia parla di scatti rubati, ma anche fermo immagini sulla società, riflessioni estemporanee sul presente.


Biography 

Sami Oliver Nakari is a photographer born in Austria of Finnish parents, in 1984. He grew up in Italy where he studied cinematography, living first in Rome and later back to Helsinki.
At the age of 25 he began an important life experience in The Netherlands, working as a video maker for several art galleries in Amsterdam. At the same time he cultivated a passion for photography and at 31 he exhibited the series Directions, which includes black and white images of streets and city views.
Shortly after, during a few months stay in Berlin, he began his journey into fashion photography and, once back in Italy, he started working on editorials and advertising campaigns.
In 2017 he attended the Milan Fashion Week as a backstage photographer. This work has also led him to London, Paris, Copenhagen and Shanghai in the following years till today.
In 2019 he started a new experience as an Art Curator for The Address gallery, in Brescia, Italy, organizing the exhibition “I am in love with the obvious," a tribute to William Eggleston’s photography. He is currently curating “Contemporary Fashion Photography”, which first edition has been held in September 2020 and the next one is planned for 2021. Sami has never left his passion for nature and scenery photography, mixed together with fashion in his stories. Also, he loves French old movies.

To describe his photography, he talks about stolen shots, but also about images of our society, impromptu reflections on the present time.


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- Copenhagen Fashion Week Backstage, 2020. Fotografia digitale, stampa su carta fotografica. 50x70 cm.

- Shooting commerciale, 2021. Fotografia analogica, stampa su carta fotografica. 50x70 cm.

- Editoriale per Latest Magazine, 2020. Fotografia analogica, stampa su carta foografica. 50x70 cm.

- Editoriale per Latest Magazine, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta fotografica. 50x70 cm.

- Editoriale per Numéro Russia, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta fotografica. 50x70 cm.

- Editoriale per Revs Magazine, 2020. Fotografia digitale, stampa su carta fotografica. 50x70 cm.

Il lavoro di Sami Oliver Nakari spazia dalla fotografia fine art a quella di moda, in una continua ispirazione dettata dai luoghi vissuti. Negli ultimi anni la metropoli è l’involucro più fertile del suo lavoro, tra lavori editoriali e i backstage delle sfilate. I lavori commerciali si sono avvicinati sempre più alla fotografia già intimista e personale, sottolineando la caratteristica principale di Sami, ossia raccontare storie.


- Copenhagen Fashion Week Backstage, 2020. Digital photography, print on photographic paper. 50x70 cm.

-  Commercial Shooting, 2021. Digital photography, print on photographic paper. 50x70 cm.

- Editorial for Latest Magazine, 2020. Digital photography, print on photographic paper. 50x70 cm.

- Editorial for Latest Magazine, 2021. Digital photography, print on photographic paper. 50x70 cm.

- Editorial for Numéro Russia, 2021. Digital photography, print on photographic paper. 50x70 cm.

- Editorial for Revs Magazine, 2020. Digital photography, print on photographic paper. 50x70 cm.

Sami Oliver Nakari's work ranges from fine art to fashion photography, in a continuous inspiration dictated by the places where he lives. In recent years, the metropolis has been the most fertile envelope of his work, including editorial works and the fashion shows backstage. Commercial works have come closer and closer to an intimate and personal photography, underlining Sami’s main characteristic, that is to tell stories.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

VALENTINA NERI

Biografia

Valentina Neri (Milano, 1991) è una fotografa italiana.

Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Monza continuando i suoi studi presso la scuola di fotografia cfpBauer a Milano.

Nello stesso anno, inizia una costante collaborazione con il collettivo fotografico italiano Cesura, di cui diventa membro ufficiale nel 2020.

Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro Almanacco Toilet Club, recensito in numerose riviste internazionali e selezionato al Arles photo text book award 2019.

Attualmente lavora alla produzione di progetti personali, sperimentali e di ricerca.


Biography

Valentina Neri (1991) is an Italian photographer.

After attending Monza Art Institute, she studied at CFP Bauer’s school of photography in Milan.

The same year, as a result of an internship, shebegan a steady collaboration with Cesura, and became an official member in 2020.

In 2018, she published her first book Almanacco Toilet Club with Cesura Publish, which received positive reviews in several photography media outlets and was short listed by the Arles Photo-Text Book Award in 2019.

Valentina is currently working on projects that focus on linguistic research.


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Almanacco Toilet Club

- La Notte, 2015/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- Nessuno è in grado di rispondere, 2015/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- Una cattiva digestione, 2016/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- Oscenità, 2015/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy  Cesura

- Il Discobolo di Mirone, 2016/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- Ma le cause? n1., 2016/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

Dal 2014 al 2016, la fotografa Valentina Neri lavora sul Toilet Club Milano, un club in cui un gruppo di Drag Queen crea una serata che dal nulla entra nella mappa come una delle più important sulla scena del club gay di Milano. Dopo aver illustrato la crescita dei personaggi e l’atmosfera colorata, continua il suo progetto lavorando sull’output.

Nel 2018 viene pubblicato il libro del progetto. La  sua ricerca l’ha spinta a illustrare il mondo queer sperimentando lingue diverse. Fotografie, descrizioni, titoli, illustrazioni, presentazioni e citazioni parlano di un gruppo di persone in modo libero e demancipato dando ai lettori possibili diverse interpretazioni.

L’ispirazione principale del libro Almanacco è «ScenaIllustrata», un’influente pubblicazione mensile italiana nata nel 1884, che si concentra sugli eventi attuali con uno stile ironico e diretto. Valentina reinterpreta e prende spunto da un volume del 1941 e, con un linguaggio e un layout fascista, parla di un gruppo di persone in modo libero e demancipato dando ai lettori possibili diverse interpretazioni.


Almanacco Toilet Club

- The night, 2015/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- No one is able to answer, 2015/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- Bad digestion, 2016/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- Indecency, 2015/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- The Discobolus of Myron, 2016/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

- What about the cause? n1. 2016/2019. Fotografia. 67x90 cm. Courtesy Cesura

From 2014 to 2016, the photographer ValentinaNeri worked on Toilet Club Milano, a club where a group of drag queens created a party out of nowhere and entered into the map as one of the most important in the Milan’s gay clubbing scenes. After portraying characters’ growth and the colorful atmosphere, she continues her project working on the output.

In 2018 the book of the project has been published. Her research drove her illustrating the queer world while experimenting with different languages. Photographs, descriptions, titles, illustrations, presentations and quotes, talks about a group of people in a free way while giving readers possible different interpretations.

The main inspiration for the book is “ScenaIllustrata”, an influential Italian monthly publication born in 1884, which focused on current events with an ironic and direct style. Valentina reinterpreted and took cues from a 1941’s copy, with its fascist layout and language, to talk about drag queens in 2018.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

MARIA PALMIERI

Biografia

Nata a Foggia nel 1986 dove avora come fotografa e docente presso Rumore Studio. E’ docente di fotografia di ritratto a Bari presso F.project – Scuola di Fotografia e Cinematografia.

Laureata in Giurisprudenza (2013) e con un Master di II Livello in Critica Sociale della Contemporaneità – Globalizzazione e Diritti Umani (2019).

Il primo approccio alla fotografia è in camera oscura, basato sulla sperimentazione con svariati supporti e formati in pellicola. Temi principali di indagine sono il corpo, il reportage familiare, la documentazione intima delle storie di vita comune nelle periferie urbane.

Nel 2016 segue alla ISSP in Lettonia il corso di Taiyo Onorato e a Napoli il Laboratorio Libero di Mario Spada, dove sviluppa un progetto (Italiana_straniera) sulla vita intima di una modella brasiliana dopo un incidente, esposto al complesso monumentale di Santa Sofia a Salerno nell’ambito del progetto Officina Reporter.

Nello stesso anno tiene una lecture per la rivista filosofica Logoi.ph sul tema Filosofia e Fotografia presso il Museo Civico di Bari, poi pubblicato sull’omonima rivista.

In duo con il collega di Rumore Pair nel 2016 vince la Open Call del Gibellina PhotoRoad e il Prix du Publique del Prix Levallois, con due progetti, il primo (Creations) di science fiction, basato sulla continua mutazione della materia, il frattale e e la fotografia come atto di creazione e il secondo (Boundary as a Frame) che affronta le migrazioni internazionali attraverso i ritratti di un gruppo di ragazzi africani che vivono in una fabbrica del latte abbandonata.

Nel 2017 sviluppa in duo con Rumore Pair un corso di fotografia terapeutica “L’Evidenza Latente”, portato in mostra nel novembre dello stesso anno presso il Palazzetto dell’Arte “Andrea Pazienza” di Foggia, oltre ad un workshop con gli allievi del liceo artistico Perugini, in collaborazione con la galleria d’arte Creo, intitolato “Photomapping” in cui viene effettuato un rilievo antropologico del vissuto interno al quartiere che circonda il parcheggio Ginnetto.

Nel 2018 espone per la bipersonale di fotografia e pittura “Kali Yuga” al Museo Civico di Foggia.

I lavori in duo sono stati pubblicati sul British Journal of Photography, Vice ID France, e altre riviste di settore e mostrati al BASE a Milano nel 2018 all’interno di Vandals, collettiva parte del programma della Milano Photo Week nel 2018.

Lavori personali sono stati pubblicati sul Manifesto, OpenMigration, Dispensa.

Dall’estate del 2020 documenta le attività dell’associazione NoCap di Yvan Sagnet nelle campagne pugliesi e del materano, lavoro dal quale è anche nata una mostra open air realizzata sul perimetro esterno della galleria Creo a Foggia, pur restando le gallerie chiuse ex decreti d’urgenza.


Biography 

Born in Foggia in 1986 where she works as a photographer and teacher at Rumore Studio. She also work as portrait photography teacher in Bari at F.project - School of Photography and Cinematography.

Graduated in Law (2013) and in Social Criticism about Contemporaneity - Globalization and Human Rights (2019).

The first approach to photography is in dark room, working on experimentation with different media and film formats. Her work’s main themes are the perception of the body, family reportage, intimate documentation about stories of common life in the suburbs.

In 2016 she attended the course with Taiyo Onorato at the ISSP in Latvia and in Naples the Laboratorio Libero by Mario Spada, where she developed a project (Italiana_straniera) about the intimate life of a Brazilian model after an accident, exhibited at the monumental complex of Santa Sofia in Salerno (Officina Reporter project).

In the same year she held a lecture for the philosophical magazine Logoi.ph about the relationship between Philosophy and Photography at the Civic Museum of Bari, later published in the Logoi.ph online magazine.

In duo as Rumore Pair with her colleague, in 2016 she won the Open Call of the Gibellina PhotoRoad and the Prix du Publique of the Prix Levallois, with two projects, the first (Creations) a science fiction project, based on the continuous mutation of the Matter, the fractal, and photography as an act of creation. The second work (Boundary as a Frame) which deals with international migrations through the portraits of a group of African boys who live in an abandoned former factory. This last work have also been shown at BASE in Milan in 2018 inside Vandals, a collective exhibit, part of the Milan Photo Week program in 2018.

In 2017 she developed in duo with Rumore Pair a therapeutic photography course "L’evidenza latente", shown in the November of the same year at the Palazzetto dell'Arte "Andrea Pazienza" in Foggia, as well as a workshop with the students from the art high school Perugini, in collaboration with Creo art gallery, entitled "Photomapping", an anthropological survey of the experience inside the neighborhood surrounding an old parking lot.

In 2018 she has a two-person exhibition of photography and painting named "Kali Yuga" at the Civic Museum of Foggia.

The duo works have been published in the British Journal of Photography, Vice ID France, etc.

Personal works have been published in the Manifesto, OpenMigration, Dispensa.

Since the summer of 2020, she is documenting the activities of the NoCap association by Yvan Sagnet in the Apulian countryside and the Matera area, a work from which an open air exhibition was also created on the external perimeter of the Creo gallery in Foggia, while the galleries were still closed by urgency decrees.


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Dalla serie YO-YO

- Enza, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta poster. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Alessio, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta poster. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Simona, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta poster. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Kylie, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta poster. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Fabio, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta poster. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Irene, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta poster. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

YO-YO è una serie di ritratti sul tema dell’identità e del bisogno di ciascuno di esperire il proprio genere attraverso il corpo e il lavoro su di esso, le proprie scelte di vita, rese visibili anche attraverso il modo in cui ci si rappresenta nei confronti degli altri, del mondo esterno, non sempre conciliante con il proprio desiderio di felicità e libertà.

Dal 1 all’8 dicembre 2021 ho chiesto, attraverso una open call sui social network, alle persone che vivono nella mia città e nei dintorni, di venire a farsi fotografare nella sala di posa allestita presso la Creo Gallery di Angelo Pantaleo, curatore dell’esposizione del progetto. Assieme io e lui siamo attivisti per i diritti civili e sociali delle categorie oppresse, in particolare per quanto riguarda migranti e identità della sfera lgbtquia+ (e infatti nella serie completa ci sono anche i nostri ritratti in quanto parte del fenomeno), in un territorio non semplice, per usare un eufemismo, il nord della Puglia, la città di Foggia, con la sua vasta provincia, col suo vasto malessere, stretta da povertà educativa, culturale e dal proliferare a tappeto del fenomeno mafioso.

In questa città opero in qualità di artista e formatrice nel campo della fotografia.

Interessante è stato il responso dato dalle persone del luogo, che hanno scelto di farsi ritrarre così come sono e vogliono essere, con il desiderio vivo di esporre e mostrare al pubblico la propria verità, felici di essere riconosciuti come esseri viventi che ad ogni gesto fanno e sono arte.

La serie ha preso il nome YO-YO perchè chiascuno, col suo io, che può mutare forma, posizione, altalenare, andare e ritornare, possa essere libero di giocarci, rompendo le regole del dualismo, dello schematismo nella differenziazione dei ruoli imposti, dell’eteronormatività che pone l’essere umano al servizio della gestione dei corpi da parte del potere, sempre costrittivo, violento, violentatore, repressivo al punto da farti pensare di essere un errore di programmazione rispetto a una ormai non più ben identificata normalità, gabbia mentale quasi del tutto perduta a seguito dell’avvento della pandemia.

YO-YO è una serie che con uno stile pulito, luminoso, con uno sfondo bianco basic uguale per tutti, cerca di normalizzare la diversità, valorizzandola. Quel che viene fuori da ogni ritratto è esclusivamente l’anima di ciascuno che agisce nel mondo fenomenico attraverso il corpo dato, usato, abusato, modificato, riprogrammato, hackerato, in base esclusivamente alla propria volontà connessa al sentire interiore. Just be who you want to be.


From the YO-YO series

- Enza, 2021. Digital photography, print on poster paper. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Alessio, 2021. Digital photography, print on poster paper. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Simona, 2021. Digital photography, print on poster paper. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Kylie, 2021. Digital photography, print on poster paper. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Fabio, 2021. Digital photography, print on poster paper. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

- Irene, 2021. Digital photography, print on poster paper. 40x50 cm. Courtesy Creo Gallery (Foggia)

YO-YO is a series of portraits on the theme of identity and the need of everyone to experience their gender through the body and work on it, their life choices, made visible also through the way in which they represent themselves. towards others, the outside world, not always conciliatory with one's desire for happiness and freedom.

From 1 to 8 December 2021, through an open call on social networks, I asked people who live in my city and its surroundings to come and be photographed in the studio set up at the Creo Gallery by Angelo Pantaleo, curator of the exhibition of the project. Together he and I are activists for civil and social rights of the oppressed categories, in particular with regard to migrants and the identity of the lgbtquia + sphere (and in fact in the complete series there are also our portraits as part of the phenomenon), in a territory not simple, to put it mildly, the north of Puglia, the city of Foggia, with its vast province, with its vast malaise, gripped by educational and cultural poverty and by the proliferation of the mafia phenomenon.

In this city I work as an artist and trainer in the field of photography.

The response given by the locals was interesting, who chose to be portrayed as they are and want to be, with the keen desire to expose and show their truth to the public, happy to be recognized as living beings who make every gesture. and they are art.

The series took the name YO-YO because each one, with his ego, which can change shape, position, swing, go and return, can be free to play with it, breaking the rules of dualism, of schematism in the differentiation of imposed roles, of 'heteronormativity that places the human being at the service of the management of bodies by power, always constricting, violent, abusive, repressive to the point of making you think you are a programming error compared to a no longer well-identified normality, mental cage almost completely lost following the advent of the pandemic.

YO-YO is a series that, with a clean, bright style, with a basic white background that is the same for everyone, tries to normalize diversity, enhancing it. What comes out of each portrait is exclusively the soul of each one acting in the phenomenal world through the body given, used, abused, modified, reprogrammed, hacked, based exclusively on one's will connected to inner feeling. Just be who you want to be.

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LAURA PETRA SIMONE

Biografia

Mi chiamo Laura Petra Simone, sono nata a Grottaglie il 2 marzo 1997. Nel 2016 ho conseguito il diploma di vecchio ordinamento in violino presso il Conservatorio “Giovanni Paisiello” di Taranto, formazione che mi ha successivamente influenzata in quelle che sono le immagini odierne rappresentate nel mio lavoro. Ho iniziato a sperimentare l’uso dell’autoritratto attraverso un Huawei P8 Lite, tra le mura domestiche, durante la pandemia causata dal Covid 19.
Lo scopo delle mie fotografie è quello di rappresentare un’immagine dell’”io” che tanto ricerchiamo, spesso mutevole e conforme al periodo storico in cui viviamo, attraverso l’utilizzo di oggetti di uso domestico, e di come talvolta l’utilizzo stesso degli oggetti possa assumere forme di identità proprie, scardinandosi da quelle che comunemente definiamo “utilità”.
La scelta del volto coperto e delle parti corporee rappresentate non è casuale, ho preferito dar voce all’interiorità immortalando pancia e petto in maniera multiforme e soggettiva, in modo che ognuno possa dare alle espressioni del viso la definizione che più lo rispecchi, deformando e ampliando, ancora una volta, il concetto che ognuno conserva del proprio “io”.


Biography

My name is Laura Petra Simone, I was born in Grottaglie on March 2nd 1997. In 2016 I got my degree in Violin at the Conservatory“Giovanni Paisiello” in Taranto. The education I received had a strong impact on the images I create with my actual work. It all started with self-portrait, using a Huawei P8 Lite smartphone, within the walls of my apartment in Milan, during the Covid 19 Pandemic.
The aim of my photos is to represent, through the adoption of common use objects,an image of the „ego“,for which we constantly search and that is often changing,according to the historical period we live in. Sometimes even the use ofthe objects itself can take on specifical identity forms, invalidating the idea of what we usually define as “useful”.
The choice of covered face and of represented body parts is not accidental:  I wanted to express interiority by showing belly and chest in multiform and subjective way, so that everyone can give to not showed face expressions the most reflecting definition for his/herself, thus distorting and expanding, once again, the idea that everyone has of his/her own “ego”.


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- Bella dentro, 2020. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- La pellicina dell'indice, 2020. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- Chi oserebbe dire che io non abbia curve, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm.

- L'ermafrodita, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm.

- Le farfalle nello stomaco (I), 2020. Fotografia digitale, stampa su carta. 15x15 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- Le farfalle nello stomaco (II), 2020. Fotografia digitale, stampa su carta. 15x15 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- Sogno, 2022. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm.

- Carni e delicatezze, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm.

- Cortesie per gli ospiti, 2022. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm.

- Intervallo, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm.

- Il perfetto equilibrio dell'orchestra, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 20x20 cm.


- Bella dentro, 2020. Digital photography, print on paper. 20x20 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- La pellicina dell'indice, 2020. Digital photography, print on paper. 20x20 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- Chi oserebbe dire che io non abbia curve, 2021. Digital photography, print on paper. 20x20 cm.

- L'ermafrodita, 2021. Digital photography, print on paper. 20x20 cm.

- Le farfalle nello stomaco (I), 2020. Digital photography, print on paper. 15x15 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- Le farfalle nello stomaco (II), 2020. Digital photography, print on paper. 15x15 cm. Courtesy of Looking for art Milano

- Sogno, 2022. Digital photography, print on paper. 20x20 cm.

- Carni e delicatezze, 2021. Digital photography, print on paper. 20x20 cm.

- Cortesie per gli ospiti, 2022. Digital photography, print on paper. 20x20 cm.

- Intervallo, 2021. Digital photography, print on paper. 20x20 cm.

- Il perfetto equilibrio dell'orchestra, 2021. Digital photography, print on paper. 20x20 cm.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

MARCO PIETRACUPA

Biografia

Marco Pietracupa (Bressanone, Alto Adige, vive e lavora tra Milano, Parigi e il mondo) è un noto fotografo di moda, che ha iniziato con una Agfamatic tele pocket 2008 ricevuta in regalo da ragazzo. Negli anni ’90 dopo aver frequentato l’Istituto Italiano di Fotografia, si afferma sulla scena della moda milanese, cosa non facile a quei tempi “per un eterosessuale, non ricco” e lavora per riviste come L’Officiel, L’Uomo Vogue, Harper’s Bazaar, D di Repubblica, Rolling Stone, VICE e marchi come Gucci, Bulgari, MSGM, Valextra e moltissimi altri. Già allora il suo approccio è personale, in “stile Pietracupa”- è tra i primi ad introdurre in Italia il nuovo linguaggio che si stava affermando in quegli anni, in cui la moda e il modo di raccontarla, anche fotograficamente, stava cambiando. L’idealizzazione delle top model degli anni ’80 aveva ceduto il passo a bellezze dal fascino malato, ritratte in situazioni intime, private in immagini dal taglio realistico e destrutturato, che cominciava a diventare cool, glamour.
Parallelamente Pietracupa ha sviluppato un suo percorso artistico personale.


Biography

Marco Pietracupa (Bressanone, Alto Adige, lives and works in Milan, Paris and the world) is a well-known fashion photographer, who started with an Agfamatic tele pocket 2008 received as a gift as a boy. In the 90s, after attending the Italian Institute of Photography, he established himself on the Milanese fashion scene, which was not easy in those days "for a heterosexual, not rich" and worked for magazines such as L'Officiel, L'Uomo Vogue, Harper's Bazaar, D di Repubblica, Rolling Stone, VICE and brands such as Gucci, Bulgari, MSGM, Valextra and many others. Even then his approach was personal, in “Pietracupa style” - he was among the first to introduce in Italy the new language that was establishing itself in those years, in which fashion and the way of describing it, even photographically, was changing. The idealization of the top models of the 80s had given way to beauties with sick charm, portrayed in intimate situations, private in images with a realistic and unstructured cut, which began to become cool, glamorous.

At the same time Pietracupa has developed his own personal artistic path.


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- Io e Lui, 2021. Stampa su carta fotografica fine art. 120x176 cm.

L’opera che espongo riguarda una lettura intima e profonda di una situazione personale che ho vissuto: la morte di mio padre.

Ho scelto questa immagine per rispondere al tema della mostra: OTHER IDENTITY.

Ho atteso proprio di avere l’età stessa di quando lui è morto per fare questa fotografia. La fotografia ha anche un potere catartico. Volevo chiudere un cerchio.

Era il momento giusto per fermare e immortalare nella fotografia le emozioni di tutti questi anni. Mi sono dato l’identità di mio padre.

Ho scelto di indossare gli elementi che per me lo caratterizzavano di più: la sua divisa, i suoi occhiali, la sua pettinatura.

Sono gli elementi più caratterizzanti, ma anche i meno intimi, intorno ai quali poi ho costruito l’esperienza così avvolgente del connubio tra morte, amore e dolore.

Mia madre e mia sorella che avvolgono questa figura manifestano il dolore che abbiamo provato, il vuoto che offre il corpo nudo di mia madre, la postura appoggiata di mia sorella, le vesti di un padre, di cui rimane solamente la forma della divisa, io che ho preso il suo posto tra di loro. Nulla è lasciato al caso: il luogo che ho scelto è proprio nella stanza da letto, dove lui se n’è andato. Lo scatto è stato fatto da mio figlio, che aveva la stessa età che io avevo quando il fatto è accaduto.

In questa foto si ritrovano gli elementi che caratterizzano la mia ricerca fotografica: l’uso della luce, diretta, sovraesposta, artificiale; il nudo per rappresentare l’essenza e la purezza della persona, l’abito per raccontare del contrasto tra finzione e verità. I vestiti ti possono dare un carattere, ma l’essenza è altrove.


- Io e Lui, 2021. Print on fine art photographic paper. 120x176 cm.

The work that I exhibit concerns an intimate and profound reading of a personal situation that I experienced: the death of my father.

I chose this image to respond to the theme of the exhibition: OTHER IDENTITY.

I really waited until I was the same age as when he died to take this photograph. Photography also has a cathartic power. I wanted to close a circle.

It was the right time to stop and immortalize the emotions of all these years in photography. I gave myself the identity of my father.

I chose to wear the elements that for me characterized him the most: his uniform, his glasses, his hairstyle.

They are the most characterizing elements, but also the least intimate, around which I then built the enveloping experience of the union between death, love and pain.

My mother and my sister who wrap this figure show the pain we felt, the emptiness offered by my mother's naked body, the leaning posture of my sister, the clothes of a father, of which only the shape of the uniform remains, I that I took his place among them. Nothing is left to chance: the place I have chosen is right in the bedroom, where he has gone. The shot was taken by my son, who was the same age I was when the incident happened.

In this photo we find the elements that characterize my photographic research: the use of light, direct, overexposed, artificial; the nude to represent the essence and purity of the person, the dress to tell the contrast between fiction and truth. Clothes can give you character, but the essence is elsewhere.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

MARCO RÈA

Biografia

Marco Rèa nasce nel Novembre del '75 a Roma, città dove attualmente vive e lavora. Attualmente è uno degli artisti più rappresentativi della corrente lowbrow / nuovo contemporaneo.

Le sue opere, realizzate con bombolette spray, sono il risultato della reinterpretazione di immagini già esistenti, alterate fino a mostrarne un’anima segreta, oscura e malinconica.
L'arte di Marco Rea esprime una personalità emotiva, in costante eccitazione, sempre alla ricerca della sua perfezione. I volti stanno perdendo la forma della realtà e si materializzano nel vuoto. Proprio come sotto l'ipnosi, attireranno la tua attenzione e trasmetteranno un vago senso di ansia. La sua produzione artistica introduce un nuovo stile originale e inconfondibile. È un pezzo unico nell'arte italiana contemporanea.


Biography 

Marco Rea was born in November 1975 in Rome, where he is now living and working. Currently he is one of the most representative artist of Italian Lowbrow / New Contemporary Art. 

His art pieces are made with spray cans and they are the result of the reinterpretation of already existing images; billboards are careful altered until they only just resemble their original form, showing like that of a secret soul, dark and melancholic. 

Marco Rea’s art express an emotional personality, in constant excitement, always aiming to seek its perfection. Faces are loosing the shape of reality and they materialize into the void. Just like under hypnosis, they will catch your attention and will transmit a vague sense of anxiety. His artistic production introduces a new original and unmistakable style. It’s a unique piece in the contemporary Italian art.


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- Senza titolo #1, #2, #3, 2016. Spray su fotografia pubblicitaria. 30x40 cm. (con cornice 40x50) ciascuna


- Senza titolo #1, #2, #3, 2016. Spray on advertising photography. 30x40 cm. (with frame 40x50) each

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

IDA MARINELLA RIGO

Biografia

Nata a Savona, classe ‘72, nel 2002 mi sono trasferita a Milano per lavoro.

Sebbene io abbia intrapreso  una formazione a carattere scientifico ho sempre amato ogni forma d’arte, dalla musica alla pittura, dalla scrittura alla cinematografia. L’arte è sempre stata per me un bisogno, una necessità. Nel 2014 diverse vicissitudini mi  portano a dover cambiare lavoro, stile di vita, a reinventarmi.

Un cambiamento traumatico; ho sentito l’esigenza di esorcizzare sentimenti come rabbia, paura, instabilità, irrequietezza.

Nel 2016 ho iniziato a “curarmi” da autodidatta con la fotografia: tramite le immagini ho cercato di dare voce ai miei urli muti.

La fotografia per me non è staticità ma movimento, mutevolezza, è l’indefinito all’interno del finito, è uno strumento malleabile volto a mostrare la “mia” verità.

Attraverso l’utilizzo dei riflessi, del mosso, delle doppie esposizioni e del dittico fotografico ho cercato di raccontare le mie emozioni e di riconoscermi in esse.


Biography 

Born in Savona, class of '72, I moved to Milan in 2002 for work.

Although I have an education in sciences, I’ve always loved all forms of art, from music and painting to writing and cinematography.

Art has always been a need, a necessity for me.

In 2014, various vicissitudesled me to have to change job and lifestyle, to reinvent myself.

It was a traumatic change; I felt the need to exorcise feelings such a sanger, fear, instability, restlessness.

In 2016, I started to "cure" myself with photography: through images I tried to give voice to my silent screams.

Photography for me is not static but movement, mutability, it is the indefinite within the finite, it is a malleable tool aimed at showing "my" truth.

Through the use of reflections, blurring, double exposures and the photographic diptych, I have tried to recount my emotions and recognize myself in them.


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- m e t a m o r p h o s i s #1, #2, #3, 2019. Stampa fine art su carta baritata. 50x70 cm. ciascuna

Il progetto “m e t a m o r p h o s i s” si sviluppa nel 2019 sulle basi di un mio particolare rapporto con la ritrattistica e il dittico fotografico: ispirato alla mitologia greca e alle sue celebri metamorfosi dai molteplici significati simbolici, ha accompagnato le mie personali transizioni.

Con “m e t a m o r o h o s i s”  ho voluto rappresentare un dialogo tra elementi apparentemente non coniugabili per aspetto e impatto emotivo, mediante proiezioni di attrazione e repulsione per concetto e genere: donna e insetto.

Esiste un’analogia tra questi “elementi”: la metamorfosi propria degli insetti e i cambiamenti nel corpo di una donna che ho offerto fondendoli in creature che potessero liberare il mio mutamento.

Ho sempre evitato di esporre “fisicamente” i miei lavori, non mi sentivo pronta per un confronto esterno, a rivelarmi, dovevo ancora trovare un centro di gravità che riappacificasse le mille me.

La fotografia come terapia.

Nel 2019 ho realizzato la copertina del Libro “Dimmi Di Te” di Stefano Maesani edizioni GWMAX, esperienza che mi ha portato a capire che IO ero “giusta” così; ho compreso che siamo tutti in continua metamorfosi.


- m e t a m o r p h o s i s #1, #2, #3, 2019. Fine art print on baryta paper. 50x70 cm. each

The project "m e t a m o r p h o s i s" develops in 2019 on the basis of my special relationship with portraiture and the photographic diptych: inspired by Greek mythology and its famous metamorphoses with multiple symbolic meanings, it has accompanied my personal transitions.

With "m e t a m o r o h o s i s", I wanted to represent a dialogue between elements that are unrelated in terms of appearance and emotional impact.

I did this through projections of attraction and the repulsion of concept and gender: woman and insect.

There is an analogy between these 'elements'; the metamorphosis of insects and the changes in a woman's body are parallel transformations that I represented by merging them into creatures that could reflect my own change.

I have always avoided "physically" exhibiting my works, I did not feel ready for an external confrontation, to reveal myself, I had yet to find a centre of gravity that would reconcile the thousands versions of myself.

Photography as therapy.

In 2019 I made the cover of the book "Dimmi di te" (Tell me about yourself) by Stefano Maesani edizioni GWMAX, an experience that led me to understand that I was "right" like this; I understood that we are all in a continuous metamorphosis.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

V.SILENTE/VALENTINA RINALDI

Biografia

v.silente è un’anima in p(i)ena che tenta di dare un senso alla scena attraverso le parole. Scrive per necessità e per lavoro.

Si avvicina alla fotografia cercando suggestioni visive per i suoi racconti. Nel 2015 inizia una progressiva serie di autoritratti in cui presenza e assenza si rincorrono - quasi fossero storie segrete da decifrare. È una ri-velazione. Sperimenta così una sorta di catarsi in superficie. La possibilità di scivolare in un personalissimo abisso, sprofondarci dentro, giocarci e infine riaffiorare, portando con sé qualcosa di nuovo. Altro, ogni volta.

Una ricerca intima e personale in cui emozioni, fragilità e inquietudini si connettono a un atto creativo che dà compimento all’ immagine frammentata della propria identità.

La collaborazione con alcuni fotografi le permette di sviluppare una narrazione per immagini che non è più solo soggettiva e personale, ma si amplifica rivelandosi momento intenso di ri-conoscimento. Anche nello sguardo di altri.


Biography 

v.silente is a restless soul who tries to find meaning through words. She writes for necessity and for work.

She approaches photography looking for visual suggestions to emphasize her stories. In 2015 she started a progressive series of self-portraits in which presence and absence chase each other - like secret stories to be discovered. A peculiar unveiling through which she experiences catharsis on the surface. The possibility of slipping into a very personal abyss, sinking into it, playing with it and finally re-emerge, bringing with herself something new. More and more, every time.

An intimate and personal research in which emotions, fragility and restlessness are connected to a creative act that fulfills the fragmented image of her own identity.

The collaboration with other photographers allows her to develop a narrative path through images that is no longer just subjective and personal, but is amplified, revealing itself to be a deep moment of recognition. Even in the eyes of others.


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In cerca solo di un pretesto

per dare senso alla scena.

o alla pena.

2015/2020.

Installazione fotografica site specific. 30 pezzi. Dimensioni totali variabili

In principio era il verbo. condizionale. possibile, ma poco probabile. scritto - nero su bianco - per definire un senso di incompiuto che prendeva forma attraverso le parole, suggestioni oniriche e surreali volutamente portate allo stremo, una sospensione del giudizio che si fa forma mentis e spinge altrove.

Uno spazio in cui muoversi piano, sottovoce. per un attimo lasciarsi le parole alle spalle e percorrere la pelle come una scena da comporre, un’immagine che pare altro da sé. dove la luce illumina e l’ombra persevera. indaga. indulge. il punto dove s’agita il varco. sui gesti. i dettagli. le pieghe della pelle che si fanno ferite crepe e feritoie dalle quali osservare, spiare, ordire trame di una storia che si ripete ma non è mai uguale a se stessa.

persevera.

in cerca solo un pre-testo.

per dare un senso alla scena.

O alla pena.

Frammenti visivi che si muovono attraverso un flusso minimalista e ripetitivo che si percepisce come fisico. denso. a tratti o-scuro. una suggestione, più che una descrizione, da collocare in uno spazio più ampio e segreto. il già e non ancora. il troppo e mai abbastanza.

Questa ri-velazione è un gesto intimo che si ripete nel tempo, da tempo. compulsivo, non premeditato. mai esaustivo. una sorta di rituale catartico di conoscenza e accettazione. un tentativo di avvicinarsi all'essenza in modo più forte, inequivocabile, decisivo.

Eppure, è proprio nel tentativo di scoprirsi che lo sguardo silente rivela una certa intenzione, paradossale. solenne e riservata al contempo. così le immagini sono epifanie solo in apparenza, concessioni misurate e caute che scostano il velo con un movimento leggero che alterna presenze e assenze, falsi contrari con cui amoreggiare.

soffocare. i sensi. che

soffocano. ancora un po'.

sfocati poi. ancora un po'.

sfocati poi. si e no.

sfogarli. tornare in sé.

tra il visibile e l’invisibile, i livelli di senso affiorano e affondano per indagare l’intima essenza, portarla in superficie e proprio lì confonderla. tra le pieghe delle pelle, dai impercettibili movimenti che spostano l’attenzione o portano il fuoco altrove. mosso. volutamente rimosso, quisàz.

Toccare il profondo per poi tornare alla superficie.

A quel visibile non-detto in cui sempre mi riconosco.


In cerca solo di un pretesto

per dare senso alla scena.

o alla pena.

2015/2020

Site specific photographic installation. 30 pieces. Variable total dimensions

In the beginning was the verb. conditional. possible, but unlikely. written - black on white - to define a sense of unfinished that took shape through words, dreamlike and surreal suggestions deliberately brought to the limit, a suspension of judgment that becomes a mindset and pushes elsewhere.

A space in which to move slowly, in a whisper. for a moment leave the words behind and run the skin like a scene to be composed, an image that seems different from itself. where the light illuminates and the shadow persists. investigate. indulges. the point where the opening is. on gestures. the details. the folds of the skin that become wounds, cracks and slits from which to observe, spy on, weave the plots of a story that repeats itself but is never the same.

persevere.

just looking for a pre-text.

to make sense of the scene.

Or to the penalty.

Visual fragments that move through a minimalist and repetitive flow that is perceived as physical. dense. occasionally obscure. a suggestion, more than a description, to be placed in a wider and more secret space. the already and not yet. too much and never enough.

This re-veiling is an intimate gesture that has been repeated over time, since time. compulsive, not premeditated. never exhaustive. a kind of cathartic ritual of knowledge and acceptance. an attempt to get closer to the essence in a stronger, more unequivocal, decisive way.

Yet, it is precisely in the attempt to discover oneself that the silent gaze reveals a certain, paradoxical intention. solemn and reserved at the same time. so the images are epiphanies, only in appearance, measured and prudent concessions that push aside the veil with a light movement that alternates presences and absences, false opposites with which to flirt.

to choke. senses. that

suffocate. a little bit'.

then blurred. a little bit'.

then blurred. Yes and no.

vent them. come to his senses.

between the visible and the invisible, the levels of meaning emerge and sink to investigate the inner essence, bring it to the surface and right there confuse it. between the folds of the skin, with imperceptible movements that shift attention or lead the fire elsewhere. moved. deliberately removed, quisàz.

Touch the deep and then return to the surface.

To that visible unspoken in which I always recognize myself.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

ALESSANDRA SCOPPETTA

Biografia

Alessandra Nicoletta Scoppetta nasce a Cagliari il 23 Giugno 1993, dove tutt’ora vive.

Si diploma al liceo classico “Salesiani Don Bosco”, intraprende successivamente gli studi presso la facoltà di psicologia di Cagliari, ma dopo qualche tempo capisce che quella strada non era la sua.

Da sempre appassionata di letteratura, arte ed in particolar modo affascinata dal mondo della fotografia.

Studia dapprima come autodidatta, per poi approfondire con dei corsi in una scuola a Cagliari.

La sua fotografia si focalizza sull’autoritratto.

“La fotografia per me è terapia, un modo di tirare fuori tutto quello che ho dentro: il mio mondo, il mio modo di vedere e vivere la realtà che mi circonda, una visione astratta, mai veramente nitida, che però per me è reale e concreta. Ogni giorno vivo immersa in queste immagini mentali di realtà frammentata e sospesa, riesco quasi a percepirne ogni dettaglio pur non riuscendo a percepire me stessa in modo nitido. Utilizzo me e il mio corpo per comunicare ciò che sento, per fondermi e confondermi. La fotografia mi permette di essere chi voglio, quando voglio, dove voglio e quando voglio, non c’è limite se non quello che metti tu."

Partecipa a diverse esposizioni: Respiri”, collettiva, EXART, Cagliari, 2018; “Connessioni”, collettiva, Cagliari, 2018; “Skin”, personale, spazio LAB 291, Cagliari, 2019; “Le declinazioni dell’anima”, collettiva, Lazzaretto Cagliari, Cagliari, 2019; “Mostruosa” a cura di Settimo Benedusi, personale, Milano, 2019; “Non la capisco”, collettiva, Lazzaretto Cagliari, Cagliari, 2020, “Imagenation Paris” , collettiva, fondazione Lucia Matalon, Milano 2021.

Ad oggi lavora nel suo studio di Cagliari in cui si occupa di fotografia ritrattistica e pubblicitaria.


Biography 

Alessandra Nicoletta Scoppetta was born in Cagliari on June 23th 1993, where she still lives today. She graduated from the "Salesiani Don Bosco" classical high school, then began her studies at the university faculty of psychology in Cagliari, but after some time she realized that this was not her path. She has always been passionate about art and above all fascinated by the world of photography ... She first studied self-taught, and then deepened the subject with a course in a photography school in Cagliari.

Her photography focuses on self-portrait.

"Photography for me is therapy, a way to bring out everything I have inside: my world, my way of seeing and experiencing the reality that surrounds me, an abstract vision, never completely clear, but real and concrete. I live every day immersed in these mental images of a fragmented and suspended reality. I can almost perceive every detail while not being able to perceive myself clearly. I use myself and my body to communicate what I feel, to merge and confuse myself . Photography allows me to be who I want to be, when I want, where and when I want, there is no limit but what you wear ".

She participate in several exhibitions: "Respiri", collective, EXART, Cagliari, 2018; "Connessioni", collection, Cagliari, 2018; “Skin”, personal, LAB 291 space, Cagliari, 2019; "Le declinazioni dell'anima", collective exhibition, Lazzaretto, Cagliari, 2019; "Mostruosa" curated by Settimo Benedusi, personal exhibition, Milan, 2019; "Non la capisco", collective exhibition, Lazzaretto, Cagliari, 2020; Collective "Imagenation Paris", Lucia Matalon foundation, Milan, 2021.

She currently works in her photographic studio in Cagliari where she deals with portrait and advertising photography.


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- A Window, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 40x60 cm.

- Cloudy mood, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 40x60 cm.

- Just a hand, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 40x60 cm.

- No Escape, 2021. Fotografia digitale, stampa su carta. 40x60 cm.

Il titolo del progetto è “Esisto”: viviamo in un’epoca in cui sembra fondamentale apparire, ed io invece ho passato quasi tutta la mia vita a sentirmi fuori posto in ogni posto ed a cercare di rendermi il più invisibile possibile, ma nonostante questo io esisto.


- A Window, 2021. Digital photography, print on paper. 40x60 cm.

- Cloudy mood, 2021. Digital photography, print on paper. 40x60 cm.

- Just a hand, 2021. Digital photography, print on paper. 40x60 cm.

- No Escape, 2021. Digital photography, print on paper. 40x60 cm.

The title of the project is "Io Esisto": we live in an era in which it seems fundamental to appear, and I instead have spent almost my whole life feeling out of place in every place and trying to make myself as invisible as possible, but despite this I exist.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

MANUEL SCRIMA

Biografia

Manuel Scrima è un artista e fotografo/regista nato a Cremona da padre arbëreshë e madre belga che fin dagli esordi ha lavorato su più continenti. Nel suo lavoro sono sempre riconoscibili ispirazioni classiche e neoclassiche, parte della sua educazione visiva, che spesso ama rapportare a culture distanti ed esotiche.

Nel 2006 inizia il suo periodo Africano (Afrika Awakes la sua mostra più celebre ha girato gallerie e musei con 10 repliche tra Francia, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia e Kenya). In particolare nel luglio del 2009 espone al Ramoma, Museo d'Arte Moderna di Nairobi. Nel 2010 l'UNESCO lo sceglie come artista per una personale a Parigi che celebra la cultura del Kenya.  Sempre nel 2010 alcune sue foto più rappresentative sono esposte ad Art Basel Miami.

In quegli anni torna a vivere a Milano e decide di mettersi alla prova con la fotografia di moda e comunicazione. Collabora con molti brand tra i quali: Levi's, Iceberg, Gucci, Les Hommes, Yamamay, Carlo Pignatelli, Dockers, Romeo Gigli, Silvian Heach, Lancetti, IKEA, Malloni.

Nel 2010 inizia la sua avventura asiatica e la collaborazione con l’artista e stilista Angelo Cruciani. Con lui realizza diversi progetti a cavallo tra Arte, Comunicazione e Moda, (i.e. Made in China, She’s Not A Man).

Nel 2012 la sua mostra AfreakA, curata da Alessandro Turci, fa parte del Festival Fotografico Italiano. Sue sono le immagini delle recenti performance e flash mob sull'amore promosse da Angelo Cruciani (2014-2020) e diverse opere fotografiche-pittoriche esposte in LOVVISM (2015).

Nel 2019 esce il suo short film ICEBERG, un video musicale legato ad una breve storia ambientata in un immaginario sobborgo italiano. E' il primo video italiano ad approdare sulla piattaforma World Star Hip Hop, bibbia della musica americana. Successivamente il film è premiato a Los Angeles e ad Atlanta.

Sempre nel 2019 arriva anche un premio alla regia a Milano per il fashion film WHOMAN e il premio Alfa alla fotografia ad Aci Reale per la sua carriera.

Nel 2020, dopo 8 anni di gestazione, inaugura la sua mostra Disembody nella galleria di Milano Fabbrica Eos, con la curatela di Chiara Canali. Partendo dal nudo classico Scrima arriva a “disincarnarlo" , a renderlo quasi astratto, a trasformarlo in altro da sé. Si ricostruisce così la geometria della natura a partire dal corpo umano.

Nel 2021 ha in programmaProsopon 2030: la mostra ufficiale per il cinquantesimo Giffoni Film Festival. L'artista incontra 2030 ragazzi della generazione Z e parla con loro di futuro e sostenibilità.


Biography

Manuel Scrima is an Italian-Belgium photographer, director and artist who’s work resides on several continents. It is always visible in his artwork a sense of classic and neoclassical inspiration often derived from distant and exotic cultures.

The year of 2006 marks a corner stone in his career: his engagement with the majestic primordial nature rooted at the heart of African culture (Africa Awakens is his most renowned and successful exhibition to date, hitting both galleries and museums in France, England, Ireland, Finland, Italy and Kenya).In particular, in July 2009 he exhibits at the Ramoma, Nairobi Museum of Modern Art.In 2010 UNESCO appointed him as the solo artist to exhibit and celebrate the culture of Kenya. Some of his most representative pictures are exhibited at Art Basel in Miami.

In those years, he returns to Milan and decides to engage with a new world: commercial photography and fashion. He begins to shoot for many brands including: Levi's, Iceberg, Gucci, Les Hommes, Yamamay, Carlo Pignatelli, Dockers, Romeo Gigli, Silvian Heach, Lancetti, IKEA, Malloni.

In 2010, he begins his adventure and collaboration between Asia and Europe with the artist and designer Angelo Cruciani. With him he establishes several projects converging between Art, communication and Fashion (i.e. Made in China, She’s Not A Man).

In 2012 his AfreakA exhibition, curated by Alessandro Turci, is part of the Italian Photo Festival.
He takes also the images of the recent performances and flash mobs about love promoted by Angelo Cruciani (2014-2020) and several photographic works-painted exhibited in LOVVISM (2015).

In 2019 is out his short film ICEBERG, a music video linked to a short story set in an imaginary Italian suburb. It is the first Italian video to land on the World Star Hip Hop platform, the bible of American music. Subsequently, the film is awarded in Los Angeles and Atlanta.

Still in 2019 he gets an award in Milan for the direction of the fashion movie WHOMAN and the Alfa award as photographer in Aci Reale for his career.

In 2020, after 8 years of work, he opens his new exhibition Disembody, curated by Chiara Canali and hosted by Fabbrica Eos gallery in Milan. Starting from the classic nude, Scrima manages to disembody it, to make it almost abstract, to transform it into something other than itself. He manages to reconstruct the geometry of nature starting from the human body.

In 2021 he is planningProsopon 2030: the official exhibition for the 50th Giffoni Film Festival. The artist meets 2030 children of the Z generation and talks to them about the future and sustainability.


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- Sebastiano #1, 2021. Fotografia, stampa su alluminio anodizzato. 187x125 cm. Courtesy Fabbrica Eos e San Sebastiano Contemporary

- Sebastiano #1, 2021. Fotografia, stampa su alluminio anodizzato. 3 pezzi 37x25 cm. ciascuno. Courtesy Fabbrica Eos e San Sebastiano Contemporary

Opere provenienti dalla mostra “SEBASTIAN’S”, allestita nell’agosto 2021 a Palazzolo Acreide – Sicilia – in una doppia personale con Corrado Levi.

Il fotografo Manuel Scrima reinterpreta, perfezionando la tecnica già sperimentata nella precedente esposizione “Disembody”, il martirio di San Sebastiano e fonde in un'unica esperienza l’iconografia cristiana e la statuaria classica.

La ricerca dell’artista si inserisce in quel solco a metà tra raffigurazione del corpo e astrazione da esso. Il suo approccio iniziale è vicino alla tradizione della scultura antica che perseguiva un ideale di bellezza estetica espresso dall’armonia del corpo nelle sue proporzioni; ecco perché Scrima, da tempo operante nel settore della moda, parte proprio dall’osservazione anatomica per selezionare i modelli e le loro pose. Tuttavia la perfezione estetica che emerge dai singoli scatti è in realtà solo il punto di partenza per una riflessione sul corpo in quanto forma e per l’esplorazione del rapporto tra immagine e spazio circostante, tra pieni e vuoti, figura e sfondo. Ad accentuare l’inconsistenza fisica dei corpi contribuisce l’originalissima tecnica di ripresa fotografica utilizzata: i modelli posano dietro teli e garze che schermano i dettagli e delineano i profili, consentendo un dialogo tra luci e ombre ed evidenziando forti effetti chiaroscurali. Le immagini finali sono frutto di un lungo lavoro di pre-produzione. Il che significa che – in velata polemica contro la tendenza dominante – sono evitati i successivi interventi di postproduzione.

In particolare queste quattro opere propongono un san Sebastiano virile, giovane e statuario; un’immagine terrena e laica, che viene “santificata” dalla sovrapposizione di frecce che trafiggono il corpo, senza con ciò comunicare un sentimento di dolore.


- Sebastiano #1, 2021. Photography, print on anodized aluminum. 187x125 cm. Courtesy Fabbrica Eos e San Sebastiano Contemporary

- Sebastiano #1, 2021. Photography, print on anodized aluminum. 3 pezzi 37x25 cm. ciascuno. Courtesy Fabbrica Eos e San Sebastiano Contemporary

Works from the "SEBASTIAN'S" exhibition, set up in August 2021 in Palazzolo Acreide - Sicily - in a double solo show with Corrado Levi.

Photographer Manuel Scrima reinterprets the martyrdom of St. Sebastian, perfecting the technique already experimented in the previous "Disembody" exhibition and merges Christian iconography and classical statuary in a single experience.

The artist's research fits into that groove halfway between the representation of the body and abstraction from it. His initial approach is close to the tradition of ancient sculpture which pursued an ideal of aesthetic beauty expressed by the harmony of the body in its proportions; this is why Scrima, which has been operating in the fashion industry for some time, starts from anatomical observation to select the models and their poses. However, the aesthetic perfection that emerges from the individual shots is in reality only the starting point for a reflection on the body as a form and for the exploration of the relationship between image and surrounding space, between full and empty, figure and background. The very original photographic technique used contributes to accentuate the physical inconsistency of the bodies: the models lay behind sheets and gauze that shield the details and outline the profiles, allowing a dialogue between lights and shadows and highlighting strong chiaroscuro effects. The final images are the result of a long pre-production work. Which means that - in veiled controversy against the dominant trend - subsequent post-production interventions are avoided.

In particular these four works propose a virile, young and statuesque Saint Sebastian; an earthly and secular image, which is "sanctified" by the superimposition of arrows that pierce the body, without thereby communicating a feeling of pain.


- ICEBERG - short film, 2018. Video. Formato MP4. Durata 9’31’’

Alexander e Laioung sono due amici cresciuti in periferia. Entrambi provengono da un’infanzia difficile, ma sono riusciti a emergere, a diventare famosi e a realizzare i loro sogni.

Tornati nel loro quartiere, a contatto con la realtà più dura, riflettono sul significato della vita e del successo.

Mentre camminano incontrano altri ragazzi con cui sono cresciuti, che, invidiosi, li criticano per i loro vestiti costosi.

Alexander e Laioung iniziano una battaglia di free style, per mettere fine alla discussione e dimostrare di essere ancora forti.

Il video è ispirato allo short film BAD diretto da Martin Scorsese nel 1987.

Realizzato grazie al brand ICEBERG.


- ICEBERG - short film, 2018. Video. MP4 format. Length 9'31''

Alexander and Laioung are two friends who grew up in the suburbs. Both come from difficult childhoods, but they managed to emerge, become famous and make their dreams come true.

Back in their neighborhood, in contact with the harshest reality, they reflect on the meaning of life and success.

As they walk they meet other guys they grew up with, who, envious, criticize them for their expensive clothes.

Alexander and Laioung start a free style battle, to end the discussion and prove they are still strong.

The video is inspired by the short film BAD directed by Martin Scorsese in 1987.

Made thanks to the ICEBERG brand.


- Ludovico Tersigni per Gucci, 2020. Video. Formato MP4. Durata 0,44’’. Manuel Scrima & Marlon Rueberg. Courtesy MANINTOWN

L’attore Ludovico Tersigni interpreta una celebre frase di Andy Warhol. Ironizza sul senso della moda, che dovrebbe rendere tutti noi più attraenti. 

Per la prima volta entra in un set fotografico di moda, indossando i panni di un dandy, protagonista di una notte romana anni Trenta. 

Dopo questo servizio fotografico, Ludovico inizia ad essere ricercato da tanti brand di moda, che lo vogliono come testimonial. 

Video sponsorizzato da Gucci.


- Ludovico Tersigni for Gucci, 2020. Video. Formato MP4. Length 0,44’’. Manuel Scrima & Marlon Rueberg. Courtesy MANINTOWN

Actor Ludovico Tersigni interprets a famous phrase by Andy Warhol. He jokes about the sense of fashion, which should make us all more attractive.

For the first time he enters a fashion photo set, wearing the role of a dandy, the protagonist of a Roman night in the thirties.

After this photo shoot, Ludovico begins to be sought after by many fashion brands, who want him as a testimonial.

Video sponsored by Gucci.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

CHIARA TOMMASI

Biografia 

Chiara Tommasi. 1966 Ravenna.

Dal 1990 vive a Roma e dal 2014 sceglie come residenza elettiva la Tuscia viterbese, in un casale che diventa anche un centro di ricerca video e sperimentazione multimediale legato al suo lavoro.

Comincia nel 1999 con video e stampe di grande formato,dove il processo artistico parte da un rovesciamento tecnologico digitale verso l’analogico fotografico.

La ricerca continua dirigendosi verso installazioni e collaborazioni performative nelle quali il video e il concetto tempo-spazio hanno un ruolo fondamentale.

L’indagine esplora l’immaginario comune,le icone del mondo pop e la loro contaminazione nel quotidiano

Rappresentata dalla Galleria Edi europa Qui Arte contemporanea di Roma.


Biography 

Chiara Tommasi. 1966 Ravenna.

She has lived in Rome since 1990 and since 2014 she has chosen Tuscia  as her residence of choice, in a farmhouse that also becomes a video research and multimedia experimentation center linked to her work.

You start in 1999 with large format videos and prints, where the artistic process starts from a digital technological reversal towards photographic analogue.

The research continues moving towards installations and performative collaborations in which video and the time-space concept play a fundamental role.

The survey explores the common imagination, the icons of the pop world and their contamination in everyday life.

She is represented by Edi europa Qui Arte contemporanea,historical art gallery in Rome.


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- Magdala, 2019. Fotografia digitale, stampa su carta Hahnemuhle. 25 pezzi 25x25 cm. ciascuno. Tiratura 1/10

E’ un lavoro fotografico nato nel 2019 come indagine sull’uso che viene fatto dell’immagine femminile nei media di massa, quali moda, pubblicità, televisione.

Ai nostri tempi l’imperfezione e “l’altro” oltre la superficie, non vengano considerati se non strumentalmente per apparire “diversamente appetibili” e comunque generare polemica e di conseguenza innalzare sempre un mercato.

Partendo dalla bellezza, ho voluto invece stratificare le fotografie, duplicando i visi, cambiando i corpi, aggiungendo elementi di realtà urbana, che umanizzano i soggetti disturbandolo dal loro immobilismo , li arricchiscono di emotività ,di una poesia spesso ambigua e velata, sempre malinconica e inquieta. Gli elementi sono legati al nostro senso estetico contemporaneo: tatuaggi, città, ambienti domestici, oggetti, capelli colorati.

Sotto l’apparenza c’è un graffio, il corpo è un campo di battaglia, i visi sono diventati per me delle tele, dove chi guarda deve mettere a fuoco, immaginare l’altro, andando oltre una ferita.

L’archivio di Magdala è composto da oltre mille fotografie, per enfatizzare la bulimia estetica del nostro tempo.

Ne sono state scelte 25 che saranno stampate 25 cm x 25cm, fotografia digitale con carta Hahnemuhle tiratura 1/10, ed appese creando un grande quadro dove ci si può soffermare nel migliore dei luoghi, o nel peggiore. Mi piace l’idea che chi guarda debba spiare un dettaglio privato, quasi attraverso il buco di una serratura o la finestra del palazzo di fronte.

Contaminazione, inclusione, genderless, sono parole ricorrenti nella mia ricerca.

La liberta’ di mostrarsi come si è, dichiarando a voce alta la coerenza di una scelta, anche se ambigua.


- Magdala, 2019. Digital photography, print on Hahnemuhle paper. 25 works 25x25 cm. each. Edition 1/10

It is a photographic work born in 2019 as a survey on the use made of the female image in mass media, such as fashion, advertising, television.

In our times, imperfection and "the other" beyond the surface, are not considered except as an instrumental one to appear "otherwise attractive" and in any case generate controversy and consequently always raise a market.

Starting from beauty, I wanted instead to stratify the photographs, duplicating faces, changing bodies, adding elements of urban reality, which humanize the subjects by disturbing them from their immobility, enrich them with emotionality, with an often ambiguous and veiled poetry, always melancholy and restless. The elements are linked to our contemporary aesthetic sense: tattoos, cities, domestic environments, objects, colored hair.

Under the appearance there is a scratch, the body is a battlefield, the faces have become canvases for me, where the viewer must focus, imagine the other, going beyond a wound.

Magdala's archive is made up of over a thousand photographs, to emphasize the aesthetic bulimia of our time.

25 were chosen which will be printed 25cm x 25cm, digital photograph with Hahnemuhle paper edition 1/10, and hung up creating a large picture where you can linger in the best of places, or in the worst. I like the idea that the viewer has to spy on a private detail, almost through a keyhole or the window of the building opposite.

Contamination, inclusion, genderless, are recurring words in my research.

The freedom to show oneself as one is, loudly declaring the consistency of a choice, even if it is ambiguous.

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TUNG LI

Biography 

“Un fotografo cinematografico di Taiwan era conosciuto come - Visual Wasted - .”

Ho lavorato con le arti visive per 4 anni. Tutte le mie creazioni si ispirano alla società. Riguardano la relazione tra noi stessi e le comunità in cui vivo.

Credo che le arti mettano in discussione il sistema. Questo spirito è il fulcro delle mie fotografie.

"L'arte può riflettere te stesso." Stiamo tutti conoscendo meglio noi stessi durante il processo di creazione.


Biography 

“A film photographer from Taiwan been known as - Visual Wasted -.”

I have created visual arts for 4 years. All my creations are from the society. It’s all about the relation of ourselves and the communities that I feel while living.

I believe the arts are questioning to the system. This spirit is the core of my photographs.

“The art can reflect yourself.” We are all getting knowing yourself better during the creation.


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- Visual Pain #01, #2, #3, #4, 2020. Stampa su carta fotografica semilucida premium. 4 pezzi 29,7x21 cm. (con cornice 42,5x32,5 cm.)

Quando siamo cresciuti, il dolore della vita continua ad accumularsi. Sebbene possiamo comportarci felici nella vita, quel dolore rimane e attacca la nostra anima. Quelle mollette di legno sono il simbolo dell'infelicità che vogliamo dimenticare. Forse possiamo rimuovere la fonte di questi ricordi dolorosi, ma le paure o le tracce saranno ancora lì e diventeranno parte di te stesso.


- Visual Pain #01, #2, #3, #4, 2020. Printed on premium semi-gloss photo paper. 4 works 29,7x21 cm. (with frame 42,5x32,5 cm.)

As we grew up, the pain of life keeps laying up. Although we may act happy in life, those pain remain and sticking our soul. Those wooden clips are the symbol of the unhappiness that we want to forget. Maybe we can remove source of these painful memories, but the scares or trace will still be there and become a part of yourself.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

VALENTINA VIOLO

Biografia

Valentina Violo nasce a Milano il 20 marzo 1988. Si diploma da attrice alla scuola del Piccolo Teatro di Milano e da lì inizia una carriera che la porta a calcare i palcoscenici più importanti di Italia (ma anche i più sconosciuti), oltre che a prendere parte in film italiani e stranieri, o a lavorare in ambienti più ibridi come la videoarte. Fin da piccola collabora con fotografi, ma soprattutto si fotografa da sola; vede l’autoritratto come una forma di espressione-altra, un tempo sospeso e privato in cui giocare con la propria immagine, in cui dare vita a visioni, spettri,pulsioni, o a volte semplicemente creare una sorta di peep-show nella sua intimità. Molta della sua ricerca trae ispirazione dalla mitologia, dalla letteratura e dall’esoterismo. La vita di teatro, e soprattutto la vita di tournée, sono un punto fondamentale, o forse il punto di partenza dei suoi giochi fotografici. Il tempo del teatro è un tempo-altro fuori dal mondo, la vita di tournée è una vita-altra, nomade, stanze d’albergo, ristoranti, solitudine, camerini, vino, amore, eros, arte. Amore-eros-arte.


Biography

Valentina Violo, born in Milan on March 20th, 1988. She attends the Piccolo Teatro drama school where she begins her acting career. She plays on all the most important stages of Italy, but also on the most unknown. She plays roles in various movies, both Italian and international ones. She also takes part in more hybrid video-art projects. She starts working as a model and collaborating with photographers from a very young age, but, more important, she takes photos of herself. Self-portraits are to her another kind of expression, a suspendend and private time where she plays with her image, a time where she can bringher visions, ghosts, impulses to life. Or sometimes her self-portraits are simply a peep-show in her intimacy. Her inspiration comes from mythology, literature and exoterism. Theatre life, and tour life especially, are most important in her photographic games, they are the starting point. On stage, time is frozen, clocks run differently from the world we live in normally. On tour, life is suspended, it is a gypsy life made of hotel rooms, restaurants, solitude, wine, love, eros, art. Love-eros-art.


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Installazione fotografica composta da:

- Ada or Ardor, 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x8,5 cm.

- AlexandrianAphrodite, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 5,5x8,5 cm.

- Cages (voliere), 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 5,5x26 cm.

- Earth Spirit, 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 8,5x12

- Falena o Farfalla, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x17,5

- I am deeply wounded (my sex is deeply wounded), 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x 17,5 cm.

- Jezabel (la tua carne ai cani), 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 8,5x 5,5 cm.

- Kali decapitata, 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 8,5x5,5 cm.

- Lulu nelle stanze di Wedekind, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x8,5 cm.

- Nutrimi (sbranami), 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 5,5x17 cm.

- Sex Appeal Spectral, 2021/2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x17,5 cm.

- Sposi Celesti (Ariadne-Dionysos), 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 17x17,5 cm.

- Lamia, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 18,5x8,5 cm.

Ha come modello la notte.

Questo titolo l’ho scelto perché è orfico e appartiene alla notte (così come la mia scelta di foto), alle notti passate a leggere e rileggere i pochi frammenti che sono sopravvissuti per noi, cercando un senso. È una raccolta di autoritratti scattati per lo più in stanze d’hotel, quasi sempre di notte, perché la notte è il momento più fertile per me. E là dove la luce è quella della mattina, è una mattina-dopo, carica di notte. Utilizzando una lomo instant, a volte col gioco delle esposizioni doppie o multiple, metto in pellicola momenti di me, do vita a immagini che mi ossessionano, e la cosa più divertente è che spesso queste si materializzano quasi per caso. Ci sono io in gioco, ci sono io in intimità, ci sono io che cerco figure letterarie che amo e soprattutto figure sacre che mi appartengono come le mie stesse ossa. C’è l’esplorazione dell’eros, che è la forza primigenia, che è il motore del mondo, che è l’unica cosa che da un senso al non-senso e quindi per me la base di qualsiasi discorso.


Photographic installation composed from:

- Ada or Ardor, 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x8,5 cm.

- AlexandrianAphrodite, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 5,5x8,5 cm.

- Cages (voliere), 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 5,5x26 cm.

- Earth Spirit, 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 8,5x12

- Falena o Farfalla, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x17,5

- I am deeply wounded (my sex is deeply wounded), 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x 17,5 cm.

- Jezabel (la tua carne ai cani), 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 8,5x 5,5 cm.

- Kali decapitata, 2021. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 8,5x5,5 cm.

- Lulu nelle stanze di Wedekind, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x8,5 cm.

- Nutrimi (sbranami), 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 5,5x17 cm.

- Sex Appeal Spectral, 2021/2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 12x17,5 cm.

- Sposi Celesti (Ariadne-Dionysos), 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 17x17,5 cm.

- Lamia, 2022. Lomo Instant Automat, Fujifilm. 18,5x8,5 cm.

She has the night as her role-model.

I chose this title after the orphic fragments I usually read at night, this title (as my collection) belongs to the night. I spent night after night reading the orphic fragments that have survived and arrived to us, trying to make a sense out of them, trying to undersand. This is a compendium of selfportraits, most of them were shot in hotel rooms, and most of the time it was nighttime; the night is my most fertile ground. And when the light is morning light, it is the light of a morning-

after, burdened with night. I use a Lomo instant automat, sometimes I play with double or multiple expositions ; I carve in film moments of me, I bring my obsessive images to life, and it is funny that most of the times they seem to be appearing by mistake. It’s me playing, it’s me with

my intimacy; it’s me trying hard to reach out to literature characters I love but most of all to the sacred gods that belong to me as my very bones. I explore Eros, that is the primigenial force (or imput), that is the engine of the world, and that is the only thing that makes sense in this non-sense, therefore the basis to every exploration.

1) Ray Banhoff_Viaggio In Italia_70x100cm._2018-21.jpg

CHIARA VITELLOZZI

Biografia

Classe 1983, sono nata in una piccola città sul mare in Toscana.
All’eta’ di 19 anni mi trasferisco a Firenze per frequentare l’università di architettura ed è qui che rimango affascinata dal rapporto con la forma, dalla materia disegnata dalla luce, dai dettagli nascosti da una lama di nero.
Da sempre vedo tutto così: o è luce o è buio.
La fotografia diventa a poco a poco la mia ossessione ed il mio linguaggio espressivo. Quella che parla al posto mio quando sono silenziosa.
Inizio a lavorare come fotografa di architettura per l’università di Firenze e per alcuni studi di architettura, per poi concentrarmi sull’aspetto che sento più mio da sempre, ovvero il ritratto. Apro quindi un mio studio a Livorno, dove mi occupo principalmente di ritratti su commissione, collaborando con la regione toscana e con altre realtà locali come tutor e docente di fotografia.
Parallelamente la mia ricerca si concentra sull’ autoritratto, sul corpo, sulle infinite contraddizioni.
Quando mi fotografo non fotografo me, fotografo quello che vorrei essere e che ancora non so di volere. Quando fotografo altro, fotografo quello che sento, vivo, penso.

Attualmente lavoro e vivo a Milano.


Biography 

Class of 1983, I was born in a small seaside town in Tuscany. At the age of 19, I moved to Florence to attend the university of architecture and it’s here that I am fascinated by the relationship with form, by matter drawn by light and details hidden by a blade of black.
I've always seen everything like this: it's either light or dark.
Photography gradually becomes my obsession and my expressive language.
The one who speaks for me when I'm silent.
I start working as an architectural photographer for the University of Florence and for some architectural firms, and then focus on the aspect that I always feel most mine, namely the portrait. So I opened my own studio in Livorno, where I mainly dealed with commissioned portraits, collaborating with the Tuscan region and with other local realities as a tutor and teacher of photography.
At the same time, my research focuses on self-portrait, on the body, on the infinite contradictions. When I photograph myself I don't photograph myself, I photograph what I would like to be and what I still ignore to want.
When I photograph something else, I phot