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VIDEO REVIEW

RASSEGNA VIDEO 

19 Marzo - 16 Aprile 2022

Guidi&Schoen-Arte Contempornea | PRIMO PIANO di Palazzo Grillo, Genova

BETTY BEE

Gilda, 1995. Video. Formato MP4. Durata 3’50’’

Gilda, video girato nel 1995, e presentato nella Galleria Raucci Santamaria,  è la scoperta confessione di una donna che si offre al desiderio (maschile, femminile?) ma che in una danza sensualissima e quasi tribale usata come schermo riesce a proteggere la propria anima. La brocca con cui l’artista mette in scena la propria danza è il simbolo di quella femminilità da cui tutti hanno attinto ma che nessuno è riuscito a colmare: è il vuoto esistenziale dell’artista che offre se stesso nell’opera senza ricevere, l’auto-rappresentazione della persona-oggetto. Le figure stilizzate, in forme elementari a colori forti e contrastati, in trasparenza, rappresentano quindi i quadri/racconti della sua storia di violenze e soprusi, che qui l’artista narra, ma al contempo esorcizza definitivamente, nella piena presa di coscienza del proprio io. E come Gilda nell’omonimo film del 1946, usata da tutti per la propria bellezza, realizza la fuga finale verso la libertà e la felicità, Betty opera la propria catarsi nell’arte, emancipandosi finalmente dalla sua condizione di vittima.

Ciro Delfino

 

 

BETTY BEE 

Incantesimo Lunare, 2004. Video. Formato MP4. Durata 2’40’’

Incantesimo lunare è un video del 2004 presentato nella sua mostra personale al Castel Nuovo ovvero Maschio Angioino di Napoli in cui Betty Bee interpreta i mille volti del femminile .Tema dunque la mutevolezza della donna, l’essere percepita come umorale, la possibilità di essere sempre diversa, la capacità di interpretare se stessa per difendersi e costruire una vita diversa. Un lavoro sull’incomunicabilità, girato in bianco e nero e muto, come se l'artista fosse una diva anni 20.

Ciro Delfino

ELLEREE FLETCHER (BOMBSHELL_BOT)

#Be a cult leader, #That's hot, #I'm just too damn pretty, #Always loading, #Selfie must be sexy, self must be sexy, #I know, I know, I know, #Know your angles, #I am a star, a plastic star, #Face challenge, #All my friends are me, #B is for Bombshell, #I'll be your dog, I'll be your anything, #Follow me, figure me out. 

Videoperformance su TikTok, 2019/2020. Video. Durata 2’34’’

Bombshell_bot è un avatar che mette in discussione l'iperfemminilità e l'autooggettivazione. È ossessivamente preoccupata della sua presenza virtuale e si fa selfie ovunque vada. Ogni evento, cena, occasione sociale è un'occasione per documentarsi. È quasi come se non esistesse nel mondo concreto. È interessata a una realtà che non esiste nel presente, ma nel cyberspazio infinito per sempre. La maschera di plastica che indossa è inquietante e intrigante. I suoi tratti e la sua pelle sono costantemente impeccabili, il che mette in dubbio l'uso di filtri per il viso e la chirurgia plastica per creare l'illusione della perfezione. La performance è un commento sugli influencer e sui voyeur che li seguono.

 

 

LUCA BORTOLATO

Autoritratti, 2022. Video. Formato MP4. Durata 2’19’’

C'è un percorso fatto di molte altre immagini che non ho scelto, che ho scartato, che ho sempre ritenuto inadatte.

E invece, riguardandole, ho trovato in loro la forza del percorso che mi ha portato alla prescelta.

Non ho mai mostrato cosa c'è dietro ad una mia foto.

Questo progetto lo rivela.

Per ogni foto scelta inizialmente, sono andato a cercare nei miei archivi tutte le altre foto scansionate dello stesso rullino che erano rimaste mai pubblicate.

Nel video si muovono in modo spasmodico, veloce. Lasciano una traccia, fino ad arrivare alla foto finale sulla quale pongo l'attenzione.

Tutte queste foto scartate sono prese così come scattate, senza post-produzione, sporche dei pelucchi della scansione. Come fossero dei veri e propri provini.

Per la prima volta rivelo ciò che avevo nascosto anche a me stesso.

MADELEINE FLÉAU

Legati e legami, 2022. Video. Durata 01’40’’

Dal punto di vista narrativo, il video riprende la tematica del rituale magico, nel quale il mazzo di fiori posto in una delle doppie visioni, funge da dagida, ovvero il feticcio appartenente alla cultura popolare e folcloristica, rappresentante la persona alla quale si vuole indirizzare il rito. Questa dualità è presente anche nel titolo, infatti senza l'aggiunta degli accenti, le parole “legati” e “legami” possono reggere sia da imperativo che da sostantivo/aggettivo, suggerendo allo spettatore una connessione non solo di tipo spirituale ma anche emotivo e concreto.

L'identità gioca un ruolo fondamentale all'interno del racconto, l'artista protagonista si confronta con uno specchio in tutte le sue mutazioni, come a cercare conferme concrete di un dolore percepito e apparentemente invisibile, spunto derivato dai disturbi di personalità che rendono labile l'immagine che si ha di sé, non a caso la corda che si arrampica dalla schiena si legherà all'altezza degli occhi impedendo la vista ad uno di questi; altro riferimento alla malattia è la precisa durata del girato di 1:40 minuti, che si può ricondurre al versetto 1,40 del Vangelo secondo Marco, nel quale un lebbroso supplica per ottenere la guarigione. La scelta formale dei fiori recisi come transfert porta con sé più di un concetto, oltre a costituire un elemento naturale e quindi vivente come l'essere umano, l'amputazione delle radici li rende sospesi e distanti dalla propria terra, richiamando un altro tema essenziale per l'artista: le origini.

Il filmato contiene una citazione ad un cortometraggio incompiuto di Maya Deren e Marcel Duchamp dal titolo “Witch's cradle” del 1943, nel quale viene utilizzato il gioco della corda che esegue una scalata sul corpo di un soggetto, fino a divenire un cappio.

 

 

JAVIER GALLEGO ESCUTIA

Videocompilation, 2017/2022. Video. Formato MP4. Durata 11'

 

-My Life In Nail Bars (Un incidente aereo in una food court), 2019. Video. Durata 3’11’’

"Esplorando come le dimensioni digitali dissolvono i confini del corpo umano, le texture lucide dello smalto per unghie del film rimodellate per assomigliare a pupe creano un frenetico accumulo". SHOWstudio - pluripremiato sito di moda, fondato e diretto dal fotografo Nick Knight.

-Estratti da Black Market Silicone, 2017. Video. Durata 2’08’’

Grand Guignol sfila in passerella.

 

-Forza, 2019. Video. Durata 2’14’’

“…uno studio viscerale del corporeo sulla 'Forza'. Echi di Giger e body horror giapponese dal regista @fotoexit (Javier Gallego Escutia)”

TV 4:3 della sala di cottura.

 

-Estratti e outtakes da My Life In Nail Bars (A Plane Crash In A Food Court), 2019. Video. Durata 1’57’’

Il viso presentato come oggetto malleabile e il computer diventa il chirurgo attraverso la manipolazione digitale.

-Ombre, 2019. Video. Durata 2’29’’

Escutia esplora l'androginia nascosta nelle ombre di una forma maschile.

IVANA GALLI

Il Giardino delle riflessioni. Video. Formato MP4. Durata 8’59’’

 

Tecnicamente parlando, ho costruito degli specchi appositamente con varie angolazioni di riflesso per creare diverse realtà di visione, un nuovo spazio, una nuova dimensione, che nell’attimo in cui la persona si sposta la visione cambia prospettiva.
Le persone fotografate non vedendosi in modo “solito” cominciano a ricercarsi.
Nello stesso specchio, alcuni specchi riflettono l’immagine a fuoco, mentre altre sfuocate. Questo mi/ci da ancor più la sensazione di dimensioni aperte.
È come quando eri bambino. È come sei bambino.
Un viaggio nel tempo, quel tempo che ti passa accanto, ti sfiora, sembra sollevare i cap- pelli col suo andare inarrestabile, e, nel mentre, tu sei lì immobile a guardare, avvolto in una dimensione ovattata, abiti la quotidianità, i riti, le messe, la realtà che diventa finzione e teatro, mentre tu, fermo in quel tuo mondo sfuocato, ora puoi finalmente vedere.
E vedi.
Vedi un mondo in cui vorresti esistere.
Sembra un po’ come il viaggio di Alice nel suo paese delle meraviglie.
Dimensioni irreali, cunicoli in cui precipiti in un tempo infinito, domande sconnesse, risposte mai date in silenzi di luna.
Forse la fantasia di un folle, scrittore o inventore di favole, può iniziare da ciò che vive realmente, ma lui ha la forza di fermarsi a guardare le realtà che lo abitano.
Specchi.
Specchi che di consueto riflettono quel che accade, ma mentre nel silenzio di una mattina d’autunno, ho alzato gli occhi tra gli specchi di casa e ho visto me stessa scomposta, mi sono guardata ed ho visto un’altra me.
Mi sono fermata, ora i miei occhi avevano smesso di vedere, ora cominciavo a ricercarmi
a guardarmi come quando ero bambino.
E allora, proprio con il fare di un bimbo ho iniziato a giocare, cucendo i pezzi di specchi su altri specchi come un eco che amplifica il dire.
E’ bello perdersi in uno specchio e farlo diventare il tuo viaggio nel tempo.

 

 

FEDERICA INTELISANO

Ultima Madre, 2017. Video. Durata 15’38”

Di Federica Intelisano / Agostino Deledda / Giuseppe Genna

Una chiesa sconsacrata è il portale spaziotemporale da cui passa l'ultima donna fertile che vive sul nostro pianeta. E' diretta al limbo edenico in cui dimora il principio vivente che può incarnarsi come figlio nel nostro mondo. Per stazioni drammatiche in un regno che ricorda le ambientazioni e gli snodi della tragedia classica, la donna compie un percorso che la conduce dal possibile futuro bambino. Incontra le generazioni passate, incontra dio, incontra donne morte durante il parto, fino al momento fatale e inderogabile in cui si definisce il destino comune dei terrestri.

FEDERICA INTELISANO

Innerspace / Outerspace, 2016. Innerspace. Video. Durata 2.48”

Crediti: Un Film di Federica Intelisano DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Giancarlo Morieri SOUND DESIGN Massimo Faes TESTI Giuseppe Genna PRODUTTORE ESECUTIVO Ago Deledda ESPERIMENTI CHIMICI Università Giada Vitali e Bicocca - Università degli Studi di Milano - Bicocca TRADUZIONE CINESE Davide Zheng

Una donna parla. il suo tono é meccanico, le sue parole esprimono un'anima più profonda; la voce della coscienza post-umana. La voce illumina un viaggio che trascende la nostra comprensione di dove e quando.

Siamo traghettati attraverso l'anima collettiva mentre la nostra guida estrae ricordi di evoluzione, educazione e iper connettività. Lei è onnisciente. Osserviamo le minuzie di reazioni chimiche a Apparentemente ultraterrene attraverso una lente macro mentre esploriamo il flusso metaforico della singolarità tecnologica.

FEDERICA INTELISANO

Innerspace / Outerspace, 2016. Outerpace. Video. Durata 1’23”

Crediti: Un Film di Federica Intelisano DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Giancarlo Morieri SOUND DESIGN Massimo Faes TESTI Giuseppe Genna PRODUTTORE ESECUTIVO Ago Deledda ESPERIMENTI CHIMICI Università Giada Vitali e Bicocca - Università degli Studi di Milano - Bicocca TRADUZIONE CINESE Davide Zheng

Una donna parla. il suo tono é meccanico, le sue parole esprimono un'anima più profonda; la voce della coscienza post-umana. La voce illumina un viaggio che trascende la nostra comprensione di dove e quando.

Siamo traghettati attraverso l'anima collettiva mentre la nostra guida estrae ricordi di evoluzione, educazione e iper connettività. Lei è onnisciente. Osserviamo le minuzie di reazioni chimiche a Apparentemente ultraterrene attraverso una lente macro mentre esploriamo il flusso metaforico della singolarità tecnologica.

DOMENICA MELILLO

Safety mask (temporaneo), 2020. Video 9:16 mp4/mov. Durata 0’19’’

Il lockdown che ho vissuto a Milano ha portato in me una moltitudine di pulsioni dicotomiche. Se nascondersi è sempre stato un modo per proteggersi dalla vulnerabilità insita nella manifestazione di sé, una protezione non contemplata in un mondo in continua esibizione, ora nascondersi e isolarsi diventano doveri civici.

Nell'estrema solitudine che ho vissuto, con un mondo esterno in tumulto, ho dovuto imparare a gestire la convivenza più ardua: quella con me stessa.

Ho trovato insopportabili le news ansiogene e l’interminabile vociare dell’iperconnessione, con un prossimo che inquinava il mio isolamento, divenuto una solitudine apprezzata. E così la maschera è diventata davvero un modo per proteggermi, per smettere di guardare mostrandosi all’impersonale prossimo, ritrovando invece un sincero amore per me, sentendo fortemente la mia caducità e quella collettiva in una crescente consapevolezza.

 

 

CRISTINA MIRANDOLA

Pegni d'amore, dittico, archivio dei messaggi indecifrati, 2012. Video performance. Durata 5’25”

Archivio dei messaggi indecifrati è il contenitore che accoglie la mia ricerca. Raccogliere, custodire, definire, "archiviare" con la consapevolezza di sentire sempre la presenza della parte inesplicabile, di ciò che è più prezioso, vivo e sacro: l'inarchiviabile, l'indefinibile.

Essenza, a cui solamente si può tendere senza poterla mai afferrare.

“Un indefinito, un implicito che non può esplicitarsi. Lì è il divino, di qualsiasi origine.” (Calasso)

I Pegni d'amore sono parte di questo archivio.

Pegni d’amore, il corredo

Sono i ritratti della lotta e della danza, dell'acquisizione del corredo come iniziazione. Il corsetto, la sottoveste e la guaina diventano il femminile ereditato che assume la forma di maschera mostruosa, costrizione indossata e trasformata.

La danza e la lotta necessarie a spogliarsene, a liberarsene, creano le immagini preziose, le piccole icone funeree, ironiche, sensuali e dolorose del femminile, servite su “piatti d’argento”, che sono al contempo specchi segnati e usurati, nei quali trovare una parte di sé.

Pegni d'amore, dittico

La sottoveste del materno corredo è indossata.  La maschera si fa densa e non lascia spazio alla vista. Questo è il momento del cieco rammendo, del tempo e della perdita.

MANUEL SCRIMA

ICEBERG - short film, 2018. Video. Formato MP4. Durata 9’31’’

 

Alexander e Laioung sono due amici cresciuti in periferia. Entrambi provengono da un’infanzia difficile, ma sono riusciti a emergere, a diventare famosi e a realizzare i loro sogni.

Tornati nel loro quartiere, a contatto con la realtà più dura, riflettono sul significato della vita e del successo.

Mentre camminano incontrano altri ragazzi con cui sono cresciuti, che, invidiosi, li criticano per i loro vestiti costosi.

Alexander e Laioung iniziano una battaglia di free style, per mettere fine alla discussione e dimostrare di essere ancora forti.

Il video è ispirato allo short film BAD diretto da Martin Scorsese nel 1987.

Realizzato grazie al brand ICEBERG.

 

 

MANUEL SCRIMA

Ludovico Tersigni per Gucci, 2020. Video. Formato MP4. Durata 0,44’’. Manuel Scrima & Marlon Rueberg. Courtesy MANINTOWN

 

L’attore Ludovico Tersigni interpreta una celebre frase di Andy Warhol. Ironizza sul senso della moda, che dovrebbe rendere tutti noi più attraenti. 

Per la prima volta entra in un set fotografico di moda, indossando i panni di un dandy, protagonista di una notte romana anni Trenta. 

Dopo questo servizio fotografico, Ludovico inizia ad essere ricercato da tanti brand di moda, che lo vogliono come testimonial. 

Video sponsorizzato da Gucci.

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